Europei indoor, Larissa Iapichino vola in finale nel lungo insieme alla Strati
AtleticaAgli Euroindoor di Atletica la 18enne fiorentina debutta in maglia azzurra con una qualificazione tanto sofferta quanto esaltante. Nell’ultimo e decisivo salto vola a 6.70 realizzando la 2^ misura dietro alla svedese Sagnia: “Qualificata grazie alla mia testa, in finale voglio divertirmi”. Passa il turno anche Laura Strati, 6^ (6.58). Entrano in finale nel triplo Tobia Bocchi e Alessia Trost nell’alto. Beffa per Aceti che però rilancia le ambizioni della 4x400 maschile di domenica
Che carattere la cucciola. Al suo debutto assoluto in maglia azzurro, con addosso l’attenzione di tutto il mondo dell’atletica, Larissa Iapichino è protagonista di una qualificazione esaltante, in rimonta, a Torun (Polonia). Soffre la pedana nei primi due salti (6.35 e 6.42), fatica a trovare i suoi appoggi ma poi tira fuori gli artigli e al terzo salto sfodera un ottimo 6.70 metri. La Iapichino ha davanti a sé solo la svedese Khaddi Sagnia che è la migliore del turno di qualificazione con 6.78: sono le uniche due atlete che conquistano l’accesso diretto alla finale, avendo entrambe saltato la misura di ingresso richiesta, fissata proprio a 6.70. Larissa stupisce per la solidità mentale che mette in mostra proprio nel momento più delicato perché dopo i primi due salti era dodicesima, quindi fuori dalle prime otto e a forte rischio eliminazione. Non è andata in bambola, non è il tipo da agitarsi, ha mantenuto la tranquillità, ha modificato la rincorsa e si è aggrappata alla sua grinta. “Sì sì, sono in finale grazie alla mia testa. Me lo dicono molti, ma lo so pure io, che sono un animale da gara, quando si deve lottare per qualcosa ci si prova e lo si fa con le unghie e con i denti. Non volevo assolutamente che Torun finisse con una eliminazione”, commenta ancora gasata l’azzurra che spiega pure il perché abbia bisticciato con la pedana nei primi due salti: “E’ una pedana che mi ha un po’ sconvolta. Non riuscivo a staccare, finivo troppo a ridosso della zona di stacco, quindi insieme a Gianni (Cecconi, il suo coach presente in tribuna) abbiamo deciso di indietreggiare drasticamente la rincorsa. Confesso però che prima del terzo e ultimo salto ho perso circa 10 anni di vita, poi però ho sentito le urla di Gimbo Tamberi, il capitano della Nazionale, che insieme a tutti gli altri miei compagni hanno fatto un tifo pazzesco per me, devo ringraziarli perché se ce l’ho fatta è perché anche loro mi hanno caricata”. Non è stata l’unica a soffrire il turno, anche la tedesca Malaika Mihambo ha strappato un 6.58 solo all’ultimo salto. “La Mihambo è una campionessa del mondo. Se lei che vale 7.30 ha avuto problemi, perché non dovrei averli io che sono una bambina di 18 anni con poca esperienza?”. A questi Euroindoor in terra polacca Larissa ci arriva da bimba ma pure da primatista mondiale stagionale in virtù del magnifico record stabilito due settimane fa ad Ancona (6.91). La 18enne fiorentina è determinata ad assimilare come una spugna ogni singola sensazione, a studiare le avversarie in gara, ad incrementare il suo bottino di conoscenza, con molta umiltà ma pure con grande voglia di crescere senza alcun timore referenziale nei confronti di nessuno. “Oggi ho imparato davvero tanto. Dalla stessa Mihambo ma pure dall’ucraina Bekh-Romanchuk e dalle altre. Ho capito sulla mia pelle che la qualificazione non è mai scontata, bisogna essere perfetti già al primo turno.” Inutile estorcere a Larissa qualche pronostico in vista della finale (sabato sera ore 19.20), non le piace parlare di medaglie prima del tempo, è pure scaramantica, più che le parole per lei contano i fatti. “Spero solo di divertirmi”. Bene anche l’altra azzurra Laura Strati, chiude sesta grazie al 6.58 realizzato al primo salto. La 30enne vicentina dopo una lunga esperienza a Madrid è tornata nell’autunno del 2019 in Italia trasferendosi a Roma sotto la guida di Paolo Camossi (ex azzurro del salto triplo e allenatore anche di Marcell Jacobs). Si divide tra gli allenamenti e i turni di lavoro nel reparto commerciale di una azienda, mettendo a frutto la sua Laurea in relazioni internazionali. In questa stagione indoor ha già saltato 6.66 metri, qui a Torun riesce a sfatare la maledizione dei pochi centimetri che in passato le son stati fatali nei turni di qualificazione. “Sono contentissima, con il mio coach Camossi c’è molto feeling e sono pure felice che in tribuna ci fosse il presidente Stefano Mei a seguire la mia gara. Mi sento una energia nuova, non nascondo di essere ambiziosa, punto ai Giochi di Tokyo”. Larissa e Laura, due storie completamente diverse per età e percorso, due italiane in finale nel salto in lungo, ci sarà da divertirsi.
Fuori Fabbri nel peso, in finale Bocchi nel triplo
Non riesce invece a raggiungere la finale del lancio del peso Leonardo Fabbri alle prese con il difficile recupero dopo il Covid-19 che ai primi di gennaio lo ha debilitato, togliendogli preparazione e sicurezze. Fabbri nell’inverno del 2020 ha realizzato il primato italiano indoor (21.59 metri,) togliendolo ad Alessandro Andrei che lo deteneva da 33 anni. Lo scorso agosto nella stagione all’aperto ha sfiorato i ventidue metri (21.99). Al 23enne fiorentino sarebbe bastato un 20,27 ma chiude all’undicesimo posto con un 19.96 che lo lascia fuori dai migliori otto. Il dispiacere c’è, ma per Fabbri adesso la priorità è tornare in forma quanto prima per continuare l’avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo. Da applausi la prestazione del 23enne emiliano Tobia Bocchi che quest’anno ha già salato 16.89. Raggiunge la finale nel salto triplo con la misura di 16.40 metri chiudendo al quinto posto le qualificazioni. “Sono davvero contento perché sarà una finale a otto e quindi avremo sei salti a disposizione - le parole di Bocchi, al secondo Euroindoor dopo quello di Glasgow 2019 - la pedana sembra spingere molto, oggi ho avuto un po’ di incertezza perché nelle ultime due settimane ho avuto qualche problemino. Ora vedremo di dare il massimo in finale e tirare fuori il meglio”. Il migliore è il portoghese Pedro Pablo Pichardo, l’unico a superare i diciassette metri (17.03). La finale del salto triplo è in programma domenica mattina alle ore 10.50.
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La Trost torna in finale nell’alto. Aceti mastica amaro ma con primato personale
Con la misura di 1.91 superata al primo tentativo Alessia Trost si assicura la finale del salto in alto (in programma domenica pomeriggio alle ore 17.45). E’ un bel ritorno per la 27enne friulana che da un anno si allena tra Como e Sesto San Giovanni dopo un periodo di buio adesso superato. Entra in gara a quota 1.76 e poi supera senza errori le misure successive 1.82, 1.87 e appunto l’1.91 che gli vale un posto tra le migliori otto. Se le ucraine Mahuchikh e Herashchenko confermano di essere favorite per l’oro, Alessia ha la speranza di poter dire la sua nel suo cammino di costante miglioramento. “Sicuramente dovrò sistemare la rincorsa dal punto di vista della ritmica, in alcuni passaggi non mi è piaciuta, devo cercare di avere più fluidità, però dal punto di vista fisico mi sento molto efficace. Me la giocherò…”. Del resto la Trost è sempre stata molto legata alle gare indoor, in bacheca ha un bronzo conquistato ai Mondiali del 2018 e prima ancora spicca l’argento agli Europei del 2015. Niente da fare invece per Elena Vallortigara che incappa in una giornata no, esclusa dalla finale. Non riesce a conquistare la finale dei 400 metri il 22enne Vladimir Aceti già campione europeo under 20 a Grosseto 2017. Chiude con il terzo tempo nella sua semifinale ma il regolamento gli nega il via libera: i posti a disposizione sono solo per i primi due delle rispettive tre semifinali. Un boccone amaro reso più dolce dal suo nuovo primato personale (46”55). “Sono finito in una semifinale proibitiva e questo mi dispiace ma mi consolo con il primato personale. E ora pensiamo alla staffetta, dove possiamo puntare in alto”. Ecco, non dimentichiamoci delle grandi ambizioni della 4x400 maschile che domenica sera potrebbe regalare una grande soddisfazione.