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Atletica, da Zaynab Dosso a Mattia Furlani: le storie nel libro "I colori dell'azzurro"

dopo roma 2024

Da Zaynab Dosso a Mattia Furlani, da Chituru Ali a Lorenzo Simonelli: grandi protagonisti degli Europei di Atletica appena conclusi, li rivedremo certamente alle Olimpiadi di Parigi. Si raccontano nel libro "I colori dell'azzurro": storie di atleti "di seconda generazione" che rappresentano il presente di una Nazionale vincente e simbolo di integrazione

LE MEDAGLIE AZZURRE

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Terminati gli Europei di Atletica a Roma, possiamo dirlo: abbiamo vissuto un sogno. Ci siamo emozionati con le imprese dei nostri Azzurri, tornando a casa con un carico di medaglie senza precedenti. E se dopo Tokyo si era fatto largo il sospetto, a Roma ne abbiamo avuto la conferma: forse l’Italia non è solo un popolo di santi, poeti e navigatori. A renderci “popolo di atleti” è stato anche quel processo di integrazione, evoluzione naturale della società ormai multietnica, e adesso anche nello sport: pensiamo alle medaglie di Zaynab Dosso e Mattia Furlani, di Lorenzo Simonelli e Chituru Ali, fino a Yeman Crippa o Nadia Battocletti. Tutti italiani “di seconda generazione”, che magari il Paese di origine dei genitori non l’hanno mai visitato, o lo ricordano a malapena, e che per l’Italia hanno sempre lottato e si sacrificano quotidianamente. Se dietro a ogni atleta c’è sempre una storia, le loro sono ancora più interessanti da scoprire. Le hanno raccolte Valerio e Vanni Spinella in un libro appena uscito, “I colori dell’Azzurro” (ed. Ultra Sport), in cui tanti dei protagonisti di questi Europei - e lo saranno di nuovo a breve alle Olimpiadi di Parigi, e ancora in diretta su Sky Sport - si raccontano, affrontando il tema dell’integrazione, del pregiudizio, del razzismo. Raccontando vite, speranze, sogni.

La pasta di Daisy, gli artigli di Dalia: 10 storie senza confini

Ci sono l’oro dei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli, nato in Tanzania perché lì il papà ricercatore conobbe la mamma, e l’argento del salto in lungo (ma il futuro è tutto suo, gliel’ha detto anche il campione Tentoglou) Mattia Furlani, mamma velocista della nazionale senegalese, un fiume in piena quando si racconta alternando italiano e romano (due delle tre lingue che parla, l’altra è il reatino); e poi Zaynab Dosso, con la commovente storia di quanto abbia fortemente inseguito l’azzurro, la pesista Daisy Osakue che, nonostante sia nata a Torino, ancora oggi sente gente che le chiede “quanto si senta italiana”. “Io se sbagli a cucinare la pasta ti smonto”, la sua risposta. Oppure il triplista Emmanuel Ihemeje, giramondo con la sua Zingonia sempre nel cuore, la cagliaritana Dalia Kaddari, testarda come i sardi ma con una parte “felina” - "gli artigli" - ereditata dal papà marocchino, “Raffa” Lukudo che corre con tricolore sulle unghie e mutanda blu… E ancora, i tatuaggi di Chituru Ali (argento dietro a Jacobs nei 100m a Roma), la “lezione” di Iliass Aouani agli haters sui social, i sogni di Marta Amani che ti bacchetta sulla pronuncia esatta del suo cognome. A chi li etichetta come la “Nazionale italiana del futuro” bisogna dire di aprire gli occhi. Sono già il nostro bellissimo e fortissimo presente, e le loro storie ci ricordano come dovrebbe essere sempre e solo uno il colore a cui facciamo caso: l’Azzurro.