Gout Gout è pronto a entrare nell'Olimpo: riuscirà a diventare più grande di Bolt?

“Ma se questo ragazzo fosse più forte di…”. È la domanda che in tanti nel mondo dell’atletica fanno evitando di completarla con il nome, pronunciandola con le labbra strette, timorosi di farsi sentire e di esporsi alla pubblica derisione. Pensare che qualcuno possa essere più veloce di, puntini di sospensione, equivale per un credente a mettere in dubbio l’infallibilità del Papa, ma con tutte le cautele del caso dalle più recenti imprese del ragazzino australiano Gout Gout il dubbio è almeno lecito. Le ultime, in ordine di tempo, sono state compiute ai campionati australiani under 20, prima un doppio 9.99 tra batteria e finale nei 100, poi il 19.84 dei 200, e solo l’eccesso di vento non manderà a libro i due cronometraggi. Poco importa perché Gout Gout, nome e cognome periodici ideali per i titolisti dei giornali e con una brevità, otto lettere in tutto, che pare sinonimo di velocità, di tempo a sua disposizione per fare meglio ne avrà quanto vorrà. 17 anni compiuti lo scorso 29 dicembre, nato a Ipswich, stato di Queensland, da genitori arrivati in Australia dal Sud Sudan, con un percorso da esodo biblico fatto di attraversamento del deserto e tappa in Egitto prima di trovare, chissà come, un benedetto sentiero che li portasse nella terra dove crescere con serenità i figli. Storia di disperazione e fuga dalle atroci guerre tribali, vicenda comune nel Sud Sudan di un popolo di etnia straordinaria: nell’atletica, originari di quella terra sono il canadese Arop, già campione del mondo degli 800, e l’americana Mu, che sulla stessa distanza si è messa al collo l’oro olimpico di Tokyo. E a proposito di Olimpiadi, dodici ragazzi hanno saputo portare la nazionale di questo martoriato Paese a giocare a Parigi. 188 centimetri distribuiti su un corpo che ancora non sì è completato muscolarmente, Gout Gout aveva cominciato con il calcio: voleva imitare il suo idolo Cristiano Ronaldo, ma proprio perché schierato come ala era impossibile non notare quanto fosse veloce. Ragazzo, corri troppo forte: lascia perdere il pallone e vai su una pista di atletica. A quindici anni corre i 200 in 20.87, la stagione seguente gli mettono addosso la maglietta dell’Australia per i campionati mondiali junior di Lima: lui sarebbe ancora allievo, concede quasi tre anni di vantaggio agli avversari ma torna dal Perù con al collo la medaglia d’argento . Il resto è cronaca: il 6 dicembre vince a Brisbane il titolo australiano dei 100 in 10.17 dopo il 10.04 ventoso della batteria, ma soprattutto il giorno successivo trionfa nei 200 in 20.04, e qui fa già la storia. Perché è record australiano assoluto e il precedente l’aveva stabilito 56 anni prima Peter Norman nella finale olimpica di Città del Messico, quella dei pugni neri di Tommie Smith e John Carlos sul podio. Adesso gli exploit a Perth, e se il vento non li renderà omologabili, sono però sufficienti a ricordare che Usain Bolt all’età di Gout non correva così forte. E se per ora il paragone può essere solo statistico e non certo assoluto, la domanda che tutti fanno a mezza voce senza il coraggio di completare la frase ha un senso. E se fosse più forte di… I puntini di sospensione sono quelli che salvano dalla blasfemia.

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Nicola Roggero