Cosa dobbiamo aspettarci da Marcell Jacobs per il futuro?

Il campanello d’allarme è diventato il rintocco del campanile. Il 10.30 in batteria e poi il 10.44 nella finale al meeting di Turku sono troppo distanti dal vero Marcell Jacobs per essere veri. Ma proprio questo, parafrasando Amleto, è il problema: quest’anno il campione olimpico di Tokyo ha corso solo due volte, e sempre andando piano. La prima a Boston, 60 indoor, anche qui con batteria e finale: 6.69 e 6.63, tempi nemmeno parenti con il 6.41 con cui vinse l’oro mondiale a Belgrado nel 2022 e neppure con il 6.47 del titolo europeo a Torun l’anno prima. La seconda, appunto, in Finlandia, sua peggior esibizione dal 2019, quando sui 100 metri era davvero alle prime armi dopo aver abbandonato il lungo. In mezzo alle due uscite, l’influenza che gli vietò l’appuntamento indoor di New York e quindi l’infortunio che gli ha stravolto la primavera. Ora però, ha assicurato lo stesso Marcell postando un video dalla pista di Desenzano , il problema muscolare è risolto, lui sta bene ed è pronto a tornare. Quando, però, non si sa: ha rinunciato all’impegno in coppa Europa con la nazionale, in questo fine settimana a Madrid, ma è annunciato in gara il 4 luglio al Meeting Stanislas di Nancy: mancano appena 11 giorni, è lecito avere qualche dubbio. La domanda, fatale, è quale possa essere lo standard di Marcell Jacobs in futuro. Siamo in presenza di un fuoriclasse, nessun dubbio, che già l’anno scorso a Parigi è andato oltre le aspettative correndo in 9.85 la finale olimpica dove finì quinto sfiorando la medaglia di bronzo. La sua classe e il suo curriculum suggeriscono ancora importanti squilli. La razionalità impone di ricordare i 31 anni di età e i molti acciacchi che il motore di un velocista si porta dietro. Sperando, naturalmente, che ai Mondiali la pista di Tokyo, quella della più fantastica mezz'ora della storia dello sport italiano con il doppio oro di Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs il 1° agosto 2021, rimetta in movimento un’idea meravigliosa. In attesa di notizie precise sui prossimi impegni del campione olimpico dei 100 metri, la stagione dell’atletica continua con i suoi appuntamenti senza soluzione di continuità: martedì alle 18, in diretta su Sky Sport Arena e Now il Golden Spike, tradizionale meeting di Ostrava, storicamente il preferito da Usain Bolt. Nella città mineraria ai confini con la Polonia gareggiò qualcosa come nove volte, e quest’anno in gara ci saranno due atleti che al giamaicano si sono ispirati. Il primo, Mondo Duplantis, con i record seriali: a Stoccolma ha ritoccato per la dodicesima volta il limite dell’asta portandolo a 6.28, quota neanche avvicinabile per tutti gli altri e che apre il dibattito sulle reali possibilità dello svedese di Louisiana. I 6.30 sono ormai a tiro, ma ipotizzare un futuro a 6.40 non è minimamente un azzardo. Il secondo è Gout Gout, il fenomenale bimbo australiano di Ipswich, nato da genitori sfuggiti alla terribile guerra tribale del Sud Sudan, terra martoriata dalle armi ma in grado di produrre straordinari fenomeni dello sport. A un’età, diciassette anni e mezzo, ancora distante per il voto e l’esame di guida, Gout Gout ha già abbattuto la barriera dei 20” sui 200 metri, il limite che segnala l’eccellenza mondiale, e neppure Bolt, così giovane, andava tanto forte. Ostrava sarà il suo debutto europeo, e chissà che una volta tanto i riflettori sui 200 metri siano ancora più abbaglianti di quelli dedicati al salto con l’asta. Ci sarà, al solito, tanta Italia, a cominciare dal duo delle meraviglie del getto del peso, Leonardo Fabbri e Zane Weir, che cercano stabilità di risultati per garantirsi sicurezze in vista dei mondiali di Tokyo. Tre addirittura gli azzurri nell’alto, con Stefano Sottile, il quarto di Parigi, a verificare una schiena che lo ha fatto tribolare in inverno, insieme all’esperto Marco Fassinotti e al giovane Manuel Lando. Ai primi passi a livello internazionale anche il trevigiano Giovanni Lazzaro, recentemente sotto l’1'45” a Rovereto, in gara con un Catalin Tecuceanu quest’anno discontinuo, mentre Elena Carraro avrà lo stimolo di una buona concorrenza internazionale per migliorarsi ancora sui 100 ostacoli. Senza Jacobs, ma con la voglia di capire quali altri campioni azzurri emergerando. Aspettando un luglio che si preannuncia bollente.

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