Kelly Doualla, l'ultimo diamante grezzo dell'atletica italiana

Milano quel giorno era Giamaica, cantava Antonello Venditti in ‘Piero e Cinzia’, e forse lo è anche l’Italia dell’atletica. Con l’isola caraibica non possiamo competere per il rhum e l’inarrivabile Bob Marley, ma almeno nella produzione di sprinter cominciano a non sfigurare con chi ha regalato al mondo Usain Bolt e centinaia di opere d’arte nella velocità. L’ultimo diamante, ancora grezzo perché parliamo di una ragazzina di 15 anni appena compiuti, si chiama Kelly Doualla, capace sabato scorso di impiegare 7.23 per correre i 60 metri sulla pista di Ancona, primato europeo della categoria under 18: e siccome la ragazza nata a Pavia e cresciuta a Sant’Angelo Lodigiano rimarrà altri due anni tra gli allievi, è probabile che il record mondiale fissato a 7.18 dalla statunitense Shawnti Jackson abbia, se non le settimane, i mesi contati. I conti sono presto fatti: l’americana stabilì il primato quasi 17enne, circa un anno e mezzo in più rispetto a Kelly, per le categoria giovanili tantissimo. Logico dunque affermare che nessuno, a quindici anni, avesse mai corso forte come la ragazza lombarda, avviata allo sport su suggerimento di un’insegnante dall’occhio evidentemente esperto. “Sua figlia è velocissima, portatela su una pista di atletica”, disse ai genitori dopo aver visto la bimba in azione nell’ora di educazione fisica. mamma Hortensia e papà Roudolph, operatori socio-sanitari in una casa di cura, arrivati in Italia nel 1999 dal Camerun, seguirono il consiglio, per fortuna di Kelly e dello sport italiano. Lei intanto studia, secondo anno al Liceo delle scienze applicate, ha abbandonato l’idea di diventare veterinaria dopo aver notato che gli animali la spaventavano e fa la normalissima vita di una teenager, con la mamma che si arrabbia quando messaggia troppo con le amiche e se frequenta i fast food, va d’accordo con il fratello maggiore Frank, calciatore in seconda categoria. Il resto sono i compiti, pare sia brava anche a scuola, e l’atletica, gli allenamenti a San Donato Milanese quattro giorni a settimana indossando alle gare una divisa storica, quella della Pro Patria. Alla sua età non è possibile ipotizzare dove possa arrivare, troppe le variabili in termini di sviluppo fisico e pochi i dati comparativi. Sui 60 metri, tra le allieve, Zaynab Dosso aveva un personale di 7.37, 14 centesimi in più di Kelly, e oggi è primatista nazionale dei 100 con 11.01. Lei la prova regina dello sprint non l’ha mai corsa, ma sugli 80 lo scorso settembre ha chiuso in un 9.32 in assenza di vento, a occhio 11.40 sulla distanza maggiore: non male davvero per chi all’epoca aveva 14 anni. La prova di Ancona la colloca già al quarto posto della graduatoria italiana assoluta dei 60, dietro al 7.02 della primatista Zaynab Dosso, e molto vicina al 7.19 di Marisa Masullo e al 7.20 di Manuela Levorato. Proprio quest’ultima prestazione è lo standard per partecipare ai campionati europei indoor del prossimo marzo in Olanda: tre centesimi che la farebbero diventare il più giovane atleta italiano a debuttare con la nazionale maggiore. Lì troverebbe il campione olimpico Marcell Jacobs e tutti gli sprinter che ci fanno pensare, davvero, che l’Italia sia Giamaica.

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