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Dressel insaziabile, quarto record del mondo. Peaty fa il bis nella rana

FINALI ISL

Il campione americano chiude la seconda edizione della International Swimming League con la vittoria del suo team Calì Condor e con il record del mondo nei 100 misti, il suo quarto primato realizzato a Budapest. Il supersonico Adam Peaty migliora il record nei 100 rana. Per la Pilato sette settimane di gare che valgono come un Master Universitario. Bilanci e timori per il futuro della ISL

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Si chiude l'edizione 2020 della International League, in sette settimane di gare i grandi campioni del nuoto hanno dato vita ad un enorme spettacolo: ben nove i primati del mondo stabiliti nella piscina da 25 metri della Duna Arena di Budapest. Mattatore incontrastato Caeleb Dressel lascia l’Ungheria con un bottino di quattro primati del mondo a livello personale, nei 50 stile libero, nei 100 farfalla e due volte nei 100 misti. Nell’ultima giornata delle Finali il 24enne allievo di Gregg Troy, l’allenatore che ha plasmato Ryan Lochte, aveva nel mirino uno dei due record del mondo più longevi in vasca corta, il 44”95 nei 100 stile libero del francese Amaury Leveaux che risale agli Europei di Fiume del 2008, quindi in epoca costumoni in poliuretano. Dressel non ce la fa, lo manca di appena 14 centesimi, sfoderando un 45”08 che è comunque il suo miglior crono, uguaglia il record americano di Nathan Adrian del 2009, è il quarto tempo di sempre all-time. Non è soddisfatto e medita una rivincita che mette in scena trenta minuti dopo nei 100 misti. Lunedì scorso aveva realizzato l’impresa diventando il primo della storia ad infrangere il muro dei 50 secondi (49”88), questa volta realizza una prestazione da extraterrestre: 49”28. Migliorarsi di sei decimi nel giro di sei giorni? No, non è da umani. E’ solo da Dressel.

Fenomenale anche Adam Peaty, il britannico a distanza di 7 giorni abbassa di 8 centesimi il suo record del mondo nei 100 rana, tocca la piastra in 55"41 ed esulta con un ruggito quasi ad emulare l’enorme leone che ha tatuato. Una menzione speciale la merita il bielorusso Ilya Shymanovich che arriva secondo in 55”49, cioè il vecchio – di una settimana- record del mondo di Peaty. Diciamolo, siamo tutti sudditi del re della rana, un 25enne britannico che a Derby ha trovato il binomio perfetto con Melanie Marshall, insieme hanno rivoluzionato lo stile più tecnico del nuoto, perché c’è la rana prima di Peaty e c’è quella dopo Peaty. Lei, ex nuotatrice dei 200 stile, un oro europeo in vasca corta nel 2003, si ritira a 26 anni scegliendo l’insegnamento. Da giovane allenatrice alle prime armi nel 2009 si imbatte nel 15enne Adam, ragazzino dai capelli rossi tanto educato e talentuoso quanto ossessionato dal diventare il migliore e diventare campione olimpico, sogno realizzato a Rio nel 2016. “Sono nato per gareggiare, non sono arrogante ma questa personalmente è la mia convinzione”, la prima frase del ragazzino a Mel che rimane folgorata da tanta competitività. Insieme iniziano a lavorare con dedizione e duramente, carichi di lavoro mai visti per affinare la tecnica e dare alla rana di Adam una potenza che nessuno aveva mai fatto vedere. Anche adesso che Peaty ha vinto tutto, ma proprio tutto, coach Marshall resta l’unica che riesce a calmarlo, intelligente nel gestire anche il cambiamento umano del suo allievo che a settembre è diventato padre del piccolo George-Anderson partorito dalla fidanzata Eirianned Munro. I giovani rivali di Peaty lo hanno studiato, cercando di emularlo, la concorrenza per lui è diventata agguerrita ma il britannico non sembra preoccuparsene. Anzi, ha sempre un sorriso e una buona parola per tutti, chiedere agli azzurri Scozzoli e Martinenghi, un bravo ragazzo che fuori dal nuoto si impegna in campagne per raccogliere fondi, l’ultima durante il lockdown quando ha messo all’asta il costume del suo oro olimpico per aiutare medici e infermieri del sistema sanitario britannico.

Ha avuto modo di studiarlo, in allenamento, anche Benedetta Pilato che chiude con un quinto posto nei 100 rana la sua ISL. Vittoria strepitosa, con grande crono, della fuoriclasse americana Lilly King in 1’02”50 davanti alla giamaicana Atkinson (1’03”54) che dal 2016 detiene il record del mondo in vasca corta in coabitazione con la Meilutyte (2014) in 1’02”36. L’azzurra, allenata da Vito d’Onghia e tesserata per l’Aniene, chiude in 1’04”27, lontana dal record italiano stampato una settimana prima (1’03”55) ma non fatevi strane idee perché non c’è delusione nel volto della 15enne di Taranto. E ci mancherebbe. La Pilato lascia Budapest con una valigia pesante, dentro ci sono ben quattro record italiani, uno anche europeo, ha maturato una nuova consapevolezza, in sette settimane di permanenza nella  bolla ISL ha gareggiato e si è allenata con i migliori al mondo, praticamente si è laureata all’Università dei migliori. Una valanga di complimenti per la piccola Benny.

Merita invece un giudizio con critiche la International Swimming League. Ottima l’organizzazione sanitaria, il continuo monitoraggio con i tamponi ha funzionato, è stata ricreata una bolla impeccabile (nessun positivo al Covid 19 a Budapest) che può essere di insegnamento per l’organizzazione di eventi futuri. In vasca lo spettacolo è stato enorme, 300 nuotatori proveniente d 50 paesi, un continuo stropicciarsi gli occhi per le imprese dei campioni. C’è qualche dubbio sul format che può essere migliorabile, come per tutte le cose nuove, forse potrebbe essere uno spunto ridurre il numero delle gare per riuscire ad allungare i tempi che a volte sono troppo serrati a discapito delle reazioni emotive dei campioni. Il dubbio più grande resta quello a livello economico. L’investimento è stato ingente ma l’idea rivoluzionaria del magnate ucraino Konstantin Grigorishin  non ha trovato una risposta sul mercato, con conseguenti timori per ciò che sarà del circuito.. In una nota ufficiale la ISL ammette che le sue operazioni commerciali sono fallite in modo sensibile, il che significa che la maggior parte delle proiezioni non si sono poi concretizzate. La lettera aperta, e durissima, del direttore generale dell’Energy Standard Jean-Francois Salessy ha scoperchiato pubblicamente le recriminazioni di manager, fornitori di servizi, tecnici e personale di supporto che non sono stati pagati, e sarebbero in aumento le cause contro la ISL per il mancato pagamento del riconoscimento pattuito. Ecco, i debiti non pagati rappresentano al momento la nuvola nera che potrebbe oscurare il futuro della Internazional Swimming League