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Mondiali scherma, ucraina Kharlan batte russa Smirnova e non le stringe mano

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Federica Frola

Nel primo turno della sciabola femminile l'ucrainia Olga Kharlan ha battuto l’avversaria russa Anna Smirnova ma si è rifutata di stringere la mano all'avversaria, offrendole l'arma (saluto "convalidato" dall'arbitro). La russa per protesta è rimasta in pedana impedendo la prosecuzione del torneo. Alla fine gara omologata ma ucraina squalificata. La ricostruzione di quanto successo

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Un nuovo caso di tensione fra Ucraina e Russia ai Mondiali di scherma, in corsao di svolgimento a Milano. Ma quello che è successo durante il primo turno della sciabola femminile ha dell'incredibile. L’ucraina Olga Kharlan, campionessa del mondo in carica, aveva deciso di affrontare l’avversaria russa Anna Smirnova. Nel primo giorno di gara tutte le ucraine invece non erano salite in pedana per protesta contro la decisione della Federazione Internazionale di permettere alle atlete di nazionalità russa e bielorussa di partecipare a condizione che fossero neutrali e non appartenenti a corpi dell’esercito e gareggiassero sotto bandiera neutrale. Nella giornata di ieri lo spadista ucraino Reizlin non si era presentato in pedana contro l’atleta russo/neutrale Anokhin.

La mancata stretta di mano e la protesta

Olga Kharlan ha vinto 15-7. Al momento del saluto l'ucraina ha offerto l’arma mentre Smirnova la mano. In tempi di covid il regolamento permetteva il saluto con l’arma. In più Kharlan prima di salire in pedana aveva chiesto al presidente della FIE autorizzazione a salutare così, ponendola come condizione, altrimenti anche lei avrebbe rinunciato, e ci risulta abbia ricevuto sì come risposta. Kharlan dunque se n’è andata dalla pedana a fine assalto mente Smirnova ha chiesto la squalifica dell’avversaria e ha atteso in pedana per oltre un’ora, seduta su una sedia, impedendo la prosecuzione della gara

La squalifica di Olga Kharlan

L’arbitro a fine match ha assegnato la vittoria alla Kharlan, di fatto omologando il risultato della pedana. La protesta di Smirnova ha poi portato i giudici, un ora e mezzo dopo la fine della gara, a rivedere il video e a commonare la squalifica all'atleta ucraina per violazione dell'articolo 122 del codice di condotta della scherma internazionale. In pratica, è vero che il saluto con l'arma in tempo di covid è stato equiparato alla stretta di mano ma, nel momento in cui la russa ha teso la mano all'avversaria, questa non poteva rifiutarsi di stringerla e di qui la decisione di squalificarla (pur omologando il risultato della pedana).  Di conseguenza, al secondo torno avanti la bulgara Ylieva che avrebbe dovuto affrontare la Kharlan. La squalifica di Kharlan potrebbe portare anche al ritiro dell'intera squadra dell'Ucraina dalla competizione a squadre, non avendo il numero minimo per poter gareggiare. Della questione se ne sta occupando in prima persona anche il presidente della Federscherma ucraina.

La versione di Kharlan: "La FIE sta uccidendo tutti"

Kharlan ha poi commentato quanto accaduto, usando parole dure nei confronti della Federazione internazionale: "Penso che abbiate visto tutto, l'unica cosa che non ho voluto fare era stringerle mano, ero convinta di avere questa possibilità.  Le ho proposto di fare il saluto con la lama ma lei non voleva, e l'arbitro insieme a qualcuno della direzione torneo, mi hanno detto di andare via. È molto crudele per tutti, anche per l'arbitro che era turbato. Il sistema, questa federazione, sta uccidendo tutti, anche gli arbitri". "Mi ero già scaldata per il match successivo ed ero al controllo armi in camera di chiamata quando qualcuno è venuto da me e mi ha detto che volevano parlare. C'era il direttore del torneo e un arbitro, e mi hanno detto 'ti daranno un cartellino nero"', ha proseguito Kharlan raccontato quanto avvenuto. "Non era una scelta dell'arbitro, non credo, non è accaduto durante l'assalto, l'arbitro era molto turbato. È molto crudele anche verso di lui, è molto crudele per tutti - ha aggiunto la sciavolatrice ucraina - L'arbitro lo conosco, è italiano, non è un amico ma lo rispetto come arbitro, non mi ha dato un cartellino nero sulla pedana, mi ha detto tutto ok, e io mi sono detta vado alla prossima, ha pianto quando mi ha dato il cartellino nero. La nostra federazione sta protestando perché hanno cambiato la decisione dell'arbitro - ha spiegato -. In tutti questi mesi non abbiamo avuto notizie se potessimo competere o no, e questa competizione vale per le Olimpiadi. Fino a ieri non avevamo informazioni se potessimo o meno gareggiare, ero felice ma ho sentito molta pressione, ho dormito 3 ore, stavo cercando di capire le mie emozioni e mi sono detta 'devo stare calma per vincere il primo assalto e poi tutto andrà bene'", ha concluso. 

Lo sfogo di Luigi Samele, fidanzato di Kharlan

"E' stata una situazione che è cambiata di ora in ora, di minuto in minuto. L'ha sofferta tanto,  sono stato vicino a lei in questi giorni complicati, difficili e molto emotivi". Lo ha detto l'italiano della sciabola Luigi Samele, compagno dell'ucraina Olga Kharlan, e poi si è lasciato andare a uno sfogo sui social dopo la squalifica della fidanzata: "Oggi per la prima volta mi vergogno di far parte di questo sistema! Un sistema dove la prepotenza vince sull'onestà, dove le regole sono fatte da pochi e per pochi, dove chi ti può aiutare non aspetta altro che il tuo fallimento. L'ho provato oggi, non sulla mia pelle, ma su quella di chi mi è caro. Sulla pelle di chi per amore di questo sport ha rischiato tutto ed è stato tradito... Sono fiero di te! Cammina a testa alta..."

Kiev revoca divieto gareggiare se russi presenti

Nel frattempo il ministero dello sport ucraino ha revocato il divieto ai suoi atleti di partecipare alle gare, comprese quelle che qualificano alle Olimpiadi di Parigi 2024,

che prevedono la partecipazione di atlete ed atleti provenienti da Russia e Bielorussia. Il Comitato olimpico nazionale ucraino presieduto dallo stesso ministro dello sport Vadym Gutzeit, lo scorso aprile aveva annunciato che gli atleti ucraini non erano autorizzati a competere nel caso di presenza di atleti con passaporto russo e bielorusso. A dare comunicazione della revoca del divieto è stato il membro del parlamento ucraino e già oro olimpico nella lotta greco-romana Zhan Beleniuk precisando che "la condizione principale è che i rappresentanti della Federazione Russa e della Bielorussia siano neutrali".