Sci, cosa attenderci dal Mondiale di Saalbach

34 anni dopo si torna a far correre un mondiale di sci alpino a Saalbach-Hinterglemm. Nome, quest’ultimo, aggiunto nel 1987 alla località dell’Austria salisburghese. Una località di estrazione contadina che risale al 1300, incastonata nel distretto di Zell-am-See, tra le alpi di Kitzbühel, e che trovò fortuna grazie all’apertura del mercato verso metà del Quattrocento e poi il definitivo lancio internazionale nel dopoguerra con i primi impianti di sci. Ma proprio 34 anni fa, nel 1991, Saalbach esordiva tra le varie località austriache più famose come nuova stazione sciistica di un campionato del mondo, settima volta per l’Austria dopo Bad Gastein e Schladming e ben 4 volte Innsbruck , con una doppia Olimpiade che valeva anche per il mondiale . Nel mancato segno di Tomba Quelle erano le giornate del 1991 dove in Italia si viveva su di un solo nome: Alberto Tomba, con l’attesa di vederlo in gara in quell’Austria dove lo sci è sport nazionale mentre si piangeva la morte del giovane Gernot Reistadler, caduto in Discesa a Wengen, in Svizzera, appena ventenne. Una tragedia che ha segnato i primi giorni del campionato. Ma quel mondiale non fu certamente nel segno di Alberto Tomba che chiuse solo quarto in slalom e uscita in Gigante dopo aver dominato la prima manche che consegnò su di un piatto d’argento, d’oro direi, all’austriaco Rudolf Nierlich il successom nonostante un macroscopico errore. La delusione in quel di Saalbach fu incredibile ma per fortuna eravamo abituati alle grandezze di Re Tomba che nel 1992 spazzò via ogni cosa con i Giochi di Albertville. La spedizione al maschile fu salvata, nel vero senso della parola, dagli argenti di Peter Runggaldier in Discesa Libera e da quello di Kristian Ghedina in combinata. Rilancio femminile La nostra squadra femminile era in piena ristrutturazione sotto la sapiente guida del CT Piermario Calcamuggi, che a Saalbach non poté neppure contare sulla giovane Deborah Compagnoni bloccata in ospedale per un’operazione all’intestino. La migliore fu Micaela Marzola con un 16esimo posto in combinata. Beh, guardando a oggi ci metterei la firma per un risultato del genere al maschile, mentre le nostre ragazze partono con il ruolo di nazionale da battere in tre delle quattro specialità: Discesa, SuperG e Gigante. Per lo Slalom oramai dobbiamo risalire non dico alla Compagnoni, ma certamente a Manuela Mölgg e Chiara Costazza. E dobbiamo spostarci a molti anni fa per trovare dei risultati accettabili tra i pali stretti. Di tutt’altro avviso, per Discesa e SuperG, sono la coppia Brignone-Goggia a cui aggiungerei l’esperta Curtoni e la forma di Lolli Pirovano che sono tutte da podio. E poi in Gigante con una Brignone superstar, ancora Goggia e si spera anche Marta Bassino, campionessa uscente di SuperG ma che deve ritrovare quella naturale leggerezza nella sciata e un sorriso per lei . Non dimentichiamo che all’ultimo mondiale in terra di Francia abbiamo portato a casa un titolo in SuperG , uno in combinata e un secondo posto in Gigante . Un dato neppure paragonabile al passato, dove dobbiamo risalire al 1996 per trovare una simile forza . Una vera corazzata o valanga, chiamatela come vi pare, ma l’impressione è quella di non aver mai visto così in forma il gruppo rosa: le altre nazioni inseguono, nulla da dire. Certo, bisogna stare attenti alle solite note come le svizzere Lara Gut e la ritrovata Corinne Suter, le austriche in blocco o la Kiwi Robinson in Gigante come l’albanese Lara Colturi o l’altra svizzera Camilla Rast e, sempre nei pali larghi, la svedese Hector. E poi la nazionale Stelle e Strisce, dove esiste il punto interrogativo della fuoriclasse assoluta: Michaela Shiffrin, appena ritornata a gareggiare dopo l’incidente di dicembre e, udite udite, la giovane quarantenne Lindsey Vonn che al suo attivo ha già 2 titoli mondiali targati Val d’Isere 2009 : con quasi sei anni di inattività si ripresenta al cancelletto di partenza con la voglia di una fanciulla. La Stella USA ha un rivale di anagrafe, ovvero di appena due mesi più giovane, nata il 17 dicembre 1984: l’azzurro Innerhofer, che ha ricevuto una convocazione in base ai suoi piazzamenti di questa stagione. Uno di quelli che non molla mai… Ma questo la dice tutta con la situazione dello sci maschile che potrà contare, in questo mondiale, su qualche combinazione astrale per trovare il podio. Soprattutto con Mattia Casse Dominik Paris , Luca De Aliprandini e Alex Vinatzer . Le speranze esistono, remote, ma esistono soprattutto con lo stato di forma degli altri: norvegesi monstre e Odermatt. Ma mescolate i bussolotti di canadesi e austriaci, croati, americani e brasiliani e il cocktail mondiale è servito. Pensiamo al mondiale, per l’Olimpiade c’è tempo. Forse.

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Giovanni Bruno