Con il Team New Zealand, a riscrivere le regole della prossima America’s Cup, c’è anche Luna Rossa, nominata rappresentante degli sfidanti
Non è un ritorno al passato quanto piuttosto un riappropriarsi dello spessore di una competizione che, nelle ultime sue manifestazioni, per inseguire il progresso tecnologico a tutti i costi, aveva perso quel fascino e quell’atmosfera che ne avevano fatto un evento unico al mondo, seguito e applaudito dal polo nord al polo sud. La coppa America.
Una sfida in acqua che non ha eguali al mondo, un’istituzione sportiva mondiale che ultimamente invece era diventata qualcosa di complicato e, francamente, poco appetibile. A farle ritrovare l’importanza e lo spessore che merita ci ha pensato il Team New Zealand, detentore del trofeo dopo aver battuto a Bermuda, con i catamarani “mostri del mare” Team Oracle, “colpevole” di aver cancellato con un solo colpo di spugna, una storia lunga centinaia di anni.
Grant Dalton, il Ceo di Team New Zealand, è stato chiaro quando ha presentato il nuovo Protocollo: “Intendiamo portare l’America’s Cup ai valori originari del Deed of Gift, spostando in avanti i limiti della tecnica e della tecnologia”. Ed è esattamente questo il concetto che sta alla base della storia della competizione. Torneranno le emozioni, torneranno i brividi nel vedere le sfide ravvicinate tra le imbarcazioni e torneranno anche, per gli appassionati italiani, le notti insonni a guardare e a tifare per una barca di casa nostra. Già perché, e questa è l’altra notizia, sarà Luna Rossa il Challenger of record, cioè il rappresentante degli sfidanti: Patrizio Bertelli lavorerà fianco a fianco di Grant Dalton per scrivere le regole ed in acqua, esattamente come nella 31° edizione dell’America’s Cup, lancerà la sfida a New Zealand, organizzando quella che fino a ieri è stata la Louis Vitton Cup e che da oggi diventa la Prada Cup. Un'amicizia tra i due Team che dura da tempo, da quando Luna Rossa si era ritirata dalla 35° edizione in mezzo a mille polemiche con Oracle, aiutando contemporaneamente New Zealand a costruire l’imbarcazione vincente. Ma questa è storia, ora la realtà parla di una Coppa America completamente ridisegnata e con nuove regole che New Zealand e Luna Rossa, che riaprirà la sua base di Cagliari sotto l’egida del Circolo della Vela Sicilia, stanno scrivendo insieme. Le certezze: la prossima Coppa America si terrà in Nuova Zelanda, e in caso di disastri naturali, in Italia, le pre-regate partiranno nel 2019 e si concluderanno nel 2020, la Prada Cup si disputerà ad Aukland tra il gennaio e il febbraio 2021 con la finale a marzo.
Poi ci sono le imbarcazioni: dopo l’era Oracle si torna ai monoscafi, lunghi 75 piedi, poco più di 22 metri, e la classe si chiamerà AC75, ogni concorrente potrà costruire 2 barche i cui scafi dovranno essere laminati nel paese d’origine del team, con la prima barca da varare dopo il 31 marzo 2019 e la seconda dopo il 1 febbraio 2020 e mai potranno navigare insieme.
A bordo ci saranno 10-12 uomini in rispetto delle regole di nazionalità: un minimo del 20% o 3 membri dell’equipaggio dovranno essere cittadini del paese dello Yacht Club sfidante e il resto essere comunque presente nel paese che lancia la sfida per un minimo di 380 giorni tra il settembre 2018 e l’agosto 2020. Non ci saranno più i ciclisti a bordo come a Bermuda ma si tornerà ai grinder e gli arbitri di regata saranno indipendenti dagli organizzatori. Sapore d’antico? Certo, un omaggio alla storia, ma con un occhio alla tecnologia avanzata che innalzerà ancor di più il livello dello spettacolo. E gli appassionati italiani potranno viverlo in prima persona. Meglio di così…