"Maestà non c’è secondo..."
americas' cup ©GettyIl trofeo più antico dello sport internazionale, alla sua 37esima edizione, sicorrerà nelle acque di Barcellona e sarà trasmesso su Sky e in streaming su NOW. Giovanni bruno ci fa rivivere la sua storia ultra centenaria...
Su Sky e in streaming su NOW torna la America’s Cup, il trofeo più antico dello sport internazionale, alla sua 37esima edizione. Il suo pubblico globale ha registrato una crescita e un coinvolgimento significativi nelle ultime edizioni, soprattutto in Italia, sede del Luna Rossa Prada Pirelli Team. Primo appuntamento subito dopo l’estate: dal 14 al 17 settembre da non perdere le Preliminary Regattas, di scena in Catalunya (a Vilanova i La Geltrú), che proseguiranno a Gedda in Arabia Saudita (dal 29 novembre al 2 dicembre), per poi tornare ad agosto 2024 in Spagna, a Barcellona. Per le Challenger Selection Series bisognerà ugualmente attendere agosto e settembre del 2024 (contemporaneamente si svolgerà anche la Youth’s America’s Cup), con l’America’s Cup Match in programma dal 12 ottobre dello stesso anno a Barcellona, in parallelo con la Women’s America’s Cup.
Così nacque l’America’s Cup
Tutto cominciò con un semplice periplo dell’Isola di Wight, partendo dal porticciolo di Cowes che guarda Southampton e Portsmouth affacciandosi nel Solent, passaggio marino che protegge l’Inghilterra dal resto della Manica. 22 agosto del 1851, in palio una coppa dal valore di 100 ghinee, cesellata dai gioiellieri reali Garrard di Londra. Quel giorno, la goletta America, unica a rispondere all’invito dello Royal Yacht Squadron di Cowes, stroncò le migliori barche inglesi, ben 14, rifilando svariati minuti a tutte. Tanto da far dire tristemente, a precisa domanda della Regina vittoria, presente a Cowes: "Maestà non c’è secondo", su dove fossero finite le vele britanniche. Una frase forse mai detta ma di sicuro è servita a creare sempre più storia e leggenda. America del New York Yacht Club trionfò e la coppa delle 100 ghinee, attraversò l’atlantico per essere esposta nel club a New York. Prenderà il nome di America in omaggio alla barca di 101 piedi dell’armatore John Cox Stevens. Nel 1857 poi fu dichiarato anche un regolamento, un trattato di galantuomini e gente di mare "Deed of Gift" tanto da far cominciare e creare così l’America’s Cup: il più antico trofeo della Sport.
La 37esima edizione su Sky Sport
Da quel 22 agosto ci sono state ben 36 sfide e centinaia di barche, nomi, personaggi, leggende e tantissimo altro, servono libri e racconti interminabili per cercare solo di riassumere 172 anni di immani battaglie veliche. Quello che è certo è che i famosi galantuomini del mare, degli esclusivi ed eleganti Yacht Club, si scatenarono più in diatribe legali che sfide sui mari o, meglio, per determinare i match-race, barca contro barca, passarono più tempo in aule di tribunale che tra le onde. I regolamenti furono cambiati migliaia di volte a seconda delle opportunità che dava la loro lettura ed interpretazione, il Deed of Gift fu quasi violentato da chi se ne impossessava. Ogni sfida nuove regole ed anche per la numero 37 ve ne saranno, molte. La coppa America è questa, una sfida infinita tra Yacht Club con dietro nazioni che vogliono primeggiare ma soprattutto uomini che amano e adorano queste sfide che hanno segnato la storia non solo dello sport.
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I protagonisti del passato
Uomini e barche, nomi importanti da patrimoni ingenti che hanno messo in gioco credibilità e finanze per cercare di rincorrere un sogno chiamato America’s Cup: Lord Dunraven, Sir Thomas Lipton (l’instancabile perdente), Thomas Sopwith, Harold Vanderbild, Ted Turner, Marcel Bich, Dennis Conner, Alan Bond, Micheal Fay, Russel Coutts, Larry Ellison, Ernesto Bertarelli, Grant Dalton, Ben Ainslie, Jim Ratcliffe lo hanno desiderato o lo stanno ancora desiderando e con loro i nostri colori che hanno dato lustro alla storia recente. Quarant’anni fa nelle acque di Newport, Rhode Island, esordiva vincendo contro France 3, Azzurra di Cino Ricci con Mauro Pelaschier al timone. Un sogno cullato dall’Avvocato Giovanni Agnelli quando scoprì la coppa, sempre nelle acque di Newport in compagnia dell’allora coppia presidenziale John e Jackie Kennedy, grazie all’interessamento di Carlo C., gran Signore della nostra federazione. Con Agnelli disse sì sua Altezza Karim Aga Khan e, sotto il guidone dello Yacht Club Costa Smeralda, partì la prima sfida italiana. Fu un enorme successo tanto da avere nel 1987 due barche italiane, Azzurra ed Italia di Maurizio Gucci con Aldo Migliaccio Skipper. Gli anni successivi furono quelli del Moro di Venezia di Raul Gardini con Paul Cayard e i fratelli Chieffi. Il Moro riuscì a vincere la coppa degli sfidanti, superando gli ancora battibili neozelandesi.
Le notti di Luna Rossa
Nel 1999 nel cielo della Coppa America arriva una Luna, una Luna Rossa con al timone Francesco de Angelis che fa letteralmente impazzire le notti degli italiani. La barca, detta Silver Bullet, per il suo colore e la forma di un proiettile che corre sul mare ottiene dei risultati incredibili tanto da vincere, come il Moro di Venezia, la Louis Vuitton Cup. Poi nelle acque di Auckland la storia la fanno gli All Blacks con un netto 5 a 0. È solo l’inizio, Luna Rossa che ha nel suo armatore Patrizio Bertelli (Prada) la vera forza di passione e finanziaria. Bertelli e la sua squadra, con in testa Max Sirena, non demorde e ricomincia tanto da affrontare altre sfide, con altre con barche e regole, regole diverse, diversissime fino ad oggi. Nell’edizione 36, sempre ad Auckland, è riuscita per la prima volta a vincere 3 regate di finale e sognare realmente di portare a casa il meritato trofeo. È stata l’edizione dei foil, delle ali che fanno volare le barche, forse poco apprezzata dai puristi. La coppa America vive di tecnologia e di idee. Ora si pensa a salire sui foil e volare a folli velocità tanto da far inchiodare milioni appassionati e non alle televisioni di tutto il mondo e al pubblico in banchina che si gode lo spettacolo da vicino. Memorabili i racconti con una squadra Sky Sport che ha saputo creare persino un canale dedicato alla Coppa America tanto da accompagnare così l’attualità delle regate alle mille storie che la vela e la coppa hanno saputo far nascere. Non è cosa banale far parte di questa narrazione che, come scritto, risale a 172 anni.
Prossimo appuntamento: Barcellona
Ora Luna Rossa Prada-Pirelli si ripresenta con ancora Patrizio Bertelli in compagnia di Marco Tronchetti Provera, per rilanciare la 37esima impresa. Si correrà nelle acque di Barcellona, i neozelandesi (i detentori) hanno accettato una mega offerta per difendere la Coppa in Europa. Dopo Valencia nel 2007 (furono gli svizzeri di Alinghi a decidere per il porto spagnolo) si torna nella penisola iberica, in una località olimpica (1992) che ha deciso di investire moltissimo in questa avventura. Barcellona si riveste a festa per ospitare un grande evento. Ora ci saranno le World Series con barche più piccole gli AC 40 per poi dare spazio alla costruzione nel 2024 ai grandi AC75. Ci saranno più barche a sfidarsi per arrivare alla disputa delle Coppa con i neozelandesi: inglesi, che hanno il compito di challenge of record (organizzatori degli sfidanti), americani, svizzeri, francesi e italiani. Team Ineos, American Magic, Alinghi Red Bull, K-Challange, Luna Rossa Prada Pirelli. Si torna in acqua per studiare, vedere, osservare, capire tutto quello che serve per rivedersi nel 2024 e allora, ancora una volta, l’ennesima sfida infinita con: “Maestà, non c’è secondo”.