Luna Rossa sei (quasi) storia: battere Britannia per giocarsi l'Americas's Cup

Una battaglia è appena cominciata e una è appena finita. La battaglia per il dominio dei mari, del vento, delle onde, di quel trofeo che ora ha come sigla LVC e che incorona colui che vince il torneo dei challenger, gli sfidanti, e che porta a casa la Louis Vuitton Cup. Ma soprattutto che entra in quel ristretto prestigio di essere colui/colei che sfida il Defender per il più antico trofeo del mondo dello sport: l’America’s Cup. Un Trofeo, o Coppa delle 100 ghinee, come vorrebbero rinominarlo gli inglesi, che mai hanno vinto, messo in palio sì ma mai conquistato in 173 anni. Questo solo per introdurre quel concetto di storicità a cui partecipa di diritto Luna Rossa Prada Pirelli: 25 anni di storia e 5 finali degli sfidanti con due vittorie nel 2000 e nel 2021. Un macigno italiano nella storia. Una meraviglia se si considera la nostra giovane età in questa competizione. Eh si, azzurra fu la prima 1983 e '87 , poi il Moro di Venezia, altro successo nella LVC e ultima l’era di Luna Rossa e del suo armatore Patrizio Bertelli, ora affiancato da Marco tronchetti Provera e da marchio Pirelli. La battaglia che non ti aspetti o che forse temevi, visto la crescita degli americani del NYYC di America Magic battezzata 'Patriot'. Le premesse vi erano tutte con un secco 4 a zero, duro certamente e mai scontato ma… dai ne basta una. Quando si è parlato di match point, sarà un caso, non ne abbiamo imbroccata una: errori, scelte sbagliate, sfortuna e rotture. Luna Rossa non si è persa d’animo. Max Sirena, il Team Principal ha richiamato le truppe e sia i ragazzi a terra che quelli in barca si sono rinsaldati nella disgrazia. Un carrello della randa rotto e lavorare fino alle 5 del mattino è stato una botta di salute adrenalinica per ripartire senza timori. Bravi nell’emergenza, bravi nel rimettersi in piedi, bravi nel lavorare nell’ansia e domarla. Insomma: BRAVI. Tom Slingsby, passaporto USA da parte di madre ma australiano di nascita, ha dato il meglio della sua classe anche perché il compagno di timone, l’inglese Goodison lo ha lasciato libero per infortunio. Padrone del timone, il sostituto di Goodison, Lucas Calabrese, troppo inesperto per interagire, ha potuto lavorare in assolo e ha recuperato 3 punti magistrali. Nell’ottava regata lui, e tutto il popolo Usa assiepato a Barcellona, ha sperato non poco nel colpo del pareggio e poi nel KO, pensando di trovare una Luna Rotta e ferita. Nulla di tutto questo. Spithill e Checco Bruni hanno regatato da primi della classe, quali sono. Scelte strategiche e tattiche giuste, manovre perfette e coraggiose, navigazione impeccabile per lasciare un cavallo di razza volare come l'ippogrifo sul traguardo al termine dei 6 lati. Un sospiro di sollievo per tutti, quel KO che tutti consideravano già dato dopo le quattro stoccate iniziali è finalmente giunto. Tardi ma è arrivato, forse più bello, di certo più combattuto e meritato. Di sicuro sofferto, tanto da far urlare in tutta la sua gioia Checco Bruni e schizzare fuori dall’abitacolo, anche contro il protocollo ufficiale che lo voleva fermo per le interviste, per dare il cinque e pacche sulle spalle ai Cyclor, al compassato Spithill e ai trimmer. Se ne sono sentite di tutti i colori ai microfoni internazionali: qualche parolina grossa da non tradurre in inglese ma anche un "San Gennaro sei Grande". Eh già, il 19 è proprio san Gennaro, patrono di Napoli e Liuzzi, potente Cyclor, da buon napoletano ha fatto sciogliere, oltre a quello del santo, anche il proprio sangue. Ora tocca nuovamente agli inglesi, come nel 2021. E proprio come nel 2021 Luna Rossa ha buttato fuori gli americani dalle semifinali. Ennesima battaglia con Ben Ainslie, il più titolato della vela olimpica e non solo. Lui e Dylan Fletcher, giovane rampollo della casta delle barche volanti, hanno dimostrato una grandissima forma una volta sistemata l’imbarcazione Britannia dopo le regate preliminari. Nel secondo Round Robin hanno superato Luna Rossa per ben 2 volte e con margine, fanno paura. Ma la Luna Rossa che è arrivata in finale è una Luna che si è allenata e non poco alla dura battaglia, ha affilato i foil e le vele, ha combattuto in trincea per poi uscire allo scoperto e conquistare il territorio necessario per arrivare alla prima meta. Conoscono Ben Aislie e il team Ineos, hanno studiato Britannia, dalla colorazione arancione per evidenziare il portafortuna dell’inglese RITA, da Santa Rita. La posta in palio fa ancora schierare San Gennaro dalla nostra parte, ed è l’ennesimo Italia -Inghilterra della storia: Ainslie contro Spithill, Britannia contro Luna Rossa, Rathcliffe contro Bertelli e perché no, Santa Rita contro San Gennaro.