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È morto Claudio Ferretti, voce storica di ciclismo e calcio

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Giovanni Bruno

Si è spento a 77 anni lo storico giornalista di "Tutto il calcio minuto per minuto", uno dei grandi maestri della radiocronaca. Appassionato di calcio, atletica e pugilato, ma la sua grande passione era il ciclismo

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La vita ha sempre posto di fronte al figlio Claudio il ricordo del padre Mario. Ferretti è il cognome ed è un cognome che ha fatto la storia del giornalismo sportivo italiano. Mario, in sella a una moto, ha raccontato le epiche imprese di Fausto Coppi, passato alla storia pure lui con la frase coniata nella Cuneo-Pinerolo del 1949: "Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi".

Quel Coppi, che volava a vincere tappa e Giro, con quella frase è entrato ancor più nella leggenda. Claudio, facendo lo stesso mestiere, ha vissuto di storia e paragoni. Il suo amore verso lo sport ha stravinto poi su tutto. Voce importante alla radio per “Tutto il calcio minuto per minuto”, era il giovane fra i colossi: Ciotti, Ameri, Bortoluzzi, Provenzali. Ironico, spigliato, amante della scrittura e di una cultura sportiva fuori dalle righe e da schemi prefissati, quasi dissacrante. Una passione smisurata, quella sì condivisa con suo papà Mario: il ciclismo.

E il ciclismo lo ha raccontato pure Claudio. Prima, proprio come il famoso genitore, da una moto e memorabile fu la sua radiocronaca della battaglia tra lo spagnolo Galdos e un altro Fausto, Bertoglio, nell’arrivo allo Stelvio del Giro d’Italia del 1975, senza la diretta tv che ritenne troppo scontato, alla vigilia, lo strapotere di Merckx. Ci fu solo la sua voce a documentare l'imprese del bresciano e la vittoria del Giro tra i tornanti del passo dello Stelvio.

Dalla radio alla tv, divenne uno dei volti del TG3, per poi prendere nuovamente il microfono per il Giro d'Italia, quello storico del 1998, di Marco Pantani. Era il nuovo Giro della Rai, una televisione di Stato che aveva riconquistato i diritti della corsa Rosa e si affidò a Claudio Ferretti per il "Processo alla Tappa", quello che fu di da Sergio Zavoli.

Era tutto nuovo e Claudio si presentò per la sua prima uscita tv, prendendo la linea dopo il traguardo e il commento di Adriano de Zan, con una vecchia tuta celeste con la scritta RAI di antica memoria, era quella di suo padre Mario. La tuta celeste era il segno distintivo di chi lavorava come radiotelcronista in esterna in altri tempi e Claudio, per tradizione di famiglia, ha sempre rispettato il passato raccontando fino alla fine il suo presente.