Sergio Zavoli, morto il giornalista e maestro della televisione. Aveva 96 anni

LUTTO
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

©LaPresse

È scomparso nella serata di martedì a Roma, aveva 96 anni. Maestro del giornalismo televisivo, era stato il padre di programmi storici come "La notte della Repubblica" e "Processo alla Tappa" ma anche radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986 e autore di inchieste che hanno segnato la storia

Un tono pacato, paterno e intenso. Una voce chiara e precisa, perfetta la dizione. Uno sguardo severo da antico signore, forse di altri tempi in considerazione della sua età e del prestigio professionale. Di certo Sergio Zavoli, per tanti Maestro, ha rappresentato la storia del giornalismo ma soprattutto saggia e descrittiva memoria dell’Italia dei tempi. Il suo “Processo alla tappa” ha dato la prima e importante svolta alla cronaca sportiva dedicando allo sport amato del ciclismo veri e propri moderni approfondimenti. In suo aiuto l’elegante Adorni, in corsa e nel dopo, e con lui il mitico Vito Taccone, Gianni Motta o Felice Gimondi in un processo che riuniva storie e racconti lavorati, visionati e preparati dallo stesso Zavoli durante la corsa e la discussione, ora talk show, del dopo con Gianni Brera, Bruno Raschi ed altri grandi del giornalismo sportivo e non.

In quei Giri di Italia, Sergio Zavoli amava dire che gli piaceva narrare dell’Italia dei covoni e del biancofiore ma anche essere attuale e presente su ogni fatto di cronaca. Come non ricordare il suo microfono nel 1969, a Savona, tra un piangente Eddy Merckx e un mesto Felice Gimondi. Quel microfono raccolse lo sfogo del belga per la sua esclusione dal Giro, uso di sostanze proibite, e le quasi scuse del nuovo leader; un documento di rara portata giornalistica, il tutto con ficcante ed educata realtà, con il lei signorile e mai fuori luogo, una grande lezione per tutti, soprattutto ora nel nostro mestiere. Riusciva e poteva descrivere dalla moto i drammi degli ultimi e le gioie dei primi, dove non esisteva la diretta, il live, vi era il proverbiale ed incredibile racconto di un Zavoli, storytelling? Ora si dice così ma il prima erano gli anni '60/'70.  

Presidente della Rai, senatore e tanto altro Sergio Zavoli ci lascia racconti e scritti straordinari come le “Notti della Repubblica”, spaccato storico di una Italia al confine degli anni ‘90 che trattava il suo passato e il presente con giusta criticità e spirito analitico di grande precisione. Sergio Zavoli ha illustrato l’Italia agli italiani, ha saputo dare colore quando vi era solo bianco e nero e ha descritto nei suoi libri e nelle sue trasmissioni qualcosa che realmente ha bisogno di essere tramandato. Grazie Maestro per quello che ci hai regalato con la tua innata eleganza narratrice. Grazie anche della bella amicizia familiare.

La sua storia

Zavoli è stato anche direttore del Mattino di Napoli (1993-94) e ha firmato come opinionista per varie riviste come Oggi, Epoca, Jesus. Senatore dal 2001 al 2018, nel 2009 è stato eletto presidente della commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai. Ha scritto saggi, come "Viaggio intorno all'uomo" (1969), "Nascita di una dittatura" (1973), "La notte della Repubblica" (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo. Ha pubblicato anche "Dieci anni della nostra vita: 1935-1945" (1960); "Altri vent'anni della nostra vita: 1945-65" (1965); "Figli del labirinto" (1974); "Socialista di Dio" (1981); "Romanza" (1987); "Di questo passo"(1993); "Un cauto guardare" (1995); "Dossier cancro" (1999); "Il dolore inutile" (2002); "Diario di un cronista" (2002); "La questione: eclissi di Dio e della storia" (2007). Nel 2011 ha pubblicato il libro autobiografico "Il ragazzo che io fui"; la sua sterminata produzione ha coinvolto anche la poesia. Tra i programmi televisivi: Viaggio nel sud (1992); Nostra padrona televisione (1994); Credere, non credere (1995), dal quale è stato tratto un volume (1997).