"La Divina Commedia" torna nei teatri, l'opera musical sostenuta da Gabriele Gravina

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Veronica Baldaccini

Veronica Baldaccini

Lo sport e la cultura, non sempre associati, si sposano stavolta alla perfezione in un musical che è tornato da poco nei teatri italiani. Non tanto per il tema, la Divina Commedia, ma per l'impegno del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che con la sua famiglia ha deciso di sostenere economicamente un progetto nel quale crede moltissimo. E che dopo la sosta per la pandemia torna a girare l'Italia: da Firenze a Roma, passando per Milano, Genova, Padova e Trieste (date dal 18 febbraio all'1 aprile)

E’ come cercare un raggio di sole nell’oscurità. Non è facile ma lo si trova: un filo capace di legare la Divina Commedia allo sport nazionale, meglio ancora, alla Nazionale, e di portarci spesso fuori dalla “selva”. Anche attraverso i linguaggi moderni di oggi, come il teatro e la musica. Si tratta di quella straordinaria capacità di unire l’Italia, di rendere un territorio così frammentato e variegato uno solo. Dante Alighieri e la sua Commedia lo fecero con la lingua, contribuendo a diffondere l’italiano volgare, che unificò l’Italia prima che la Storia completasse l’opera. Ma anche attraverso l’incredibile viaggio dentro l’animo umano, così identico per vizi e virtù, sotto qualunque campanile. Settecento anni dopo, il calcio, quei vizi e quelle virtù ce li mostra tutti, ma allo stesso modo riesce ancora, attraverso la Nazionale, a unificare un Paese che oggi come allora è più che mai diviso nell’Italia dei comuni. Chi tiene in mano quel filo, in modo insospettabile, è Gabriele Gravina. Perché nei tanti modi di declinare la Divina Commedia, c’è un’opera musical che ha ripreso a girare i palcoscenici d’Italia e che, accanto alle prestigiose firme del teatro italiano, annovera anche quella del presidente della Figc. Non nel suo ruolo istituzionale, ma in quello privato, Gravina ha scelto di sostenere un progetto culturale che, per il valore universale della Divina Commedia, ha un forte sapore “nazionale”. Il calcio certo non ha il peso morale del capolavoro dantesco, ma spesso ci aiuta a mostrare miserie e nobiltà dei tanti che lo animano, e che non sono cambiate: l’umana commedia raccontata in quella Divina non ha 700 anni: semplicemente non ha età e questo musical ce li mostra tutti.

Al contrario di quello per il calcio, l’amore di Gravina per la Divina Commedia non è nato esattamente da ragazzo, sui banchi di scuola, quando l’opera di Dante per la maggior parte degli studenti diventa “l’avversario” di tante interrogazioni. Anzi, è stata proprio l’Opera in cui ha investito parte delle risorse di famiglia a mostrargli quanto sia straordinaria in tutti i suoi canti, anche quelli che al liceo non vengono esplorati, costellati da figure indimenticabili che sul palco trovano nuova voce e nuova attualità.  A interpretare un intenso Virgilio, sul palco, è il regista di questo kolossal teatrale, Andrea Ortis, dunque accompagnatore ideale, proprio come il Maestro, nel viaggio attraverso i tanti linguaggi che si intrecciano in scena, che vanno dal ballo all’animazione in 3D, e che riescono a sviscerare tutta la passione racchiusa negli endecasillabi di Dante. E in fondo cosa c’è dietro le quinte di un palco, dietro le imprese, culturali e sportive, dentro certe emozioni che ci portano dall’inferno al paradiso, come nel caso della Nazionale italiana, compreso il limbo della prossima qualificazione? Passione divina, come questa Commedia.