In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Bubka in lacrime: "Guerra in Ucraina rompe il mio cuore. Grazie all'Italia"

guerra ucraina

La leggenda dello sport mondiale, ora alla guida del comitato olimpico ucraino, racconta il suo dolore per la guerra nel suo paese. Nell'incontro con la stampa italiana all'Acqua Acetosa, dopo aver fatto visita agli atleti di Kiev ospitati dallo sport italiano, non trattiene le lacrime: "Senza l'Italia non avremmo futuro. Non ho mai incontrato nella mia vita una tale solidarietà"

Condividi:

"Ho il cuore spezzato. Sto facendo di tutto per portare la pace e salvare il mio popolo". Sergej Bubka non trattiene le lacrime, e racconta il suo dolore per la guerra in Ucraina incontrando la stampa italiana all'Acqua Acetosa, dopo aver fatto visita agli atleti di Kiev ospitati dallo sport italiano. "Senza l'Italia - ha aggiunto la leggenda dello sport mondiale, ora alla guida del comitato olimpico ucraino - non avremmo futuro. Non ho mai incontrato nella mia vita una tale solidarietà".

Bubka: "Grazie all'Italia. Il mio cuore è rotto"

"Siamo qui perché nel nostro Paese c'è la guerra, siamo qui oggi per dire grazie all'Italia, a tutto il popolo italiano, il mio cuore è rotto". Lo ha detto Sergej Bubka, presidente del Comitato olimpico ucraino, membro del Cio e leggenda dello sport in occasione del suo commosso e toccante intervento presso l'aula magno del Centro di Preparazione olimpica 'Giulio Onesti' all'Acqua Acetosa di Roma. Bubka, una delle figure più influenti nello sport mondiale, oggi ha incontrato una rappresentanza di atleti ucraini che da quando le truppe russe hanno invaso l'Ucraina hanno trovato supporto in Italia. "Noi siamo una Nazione forte, un popolo forte, amiamo la vita", ha aggiunto Bubka. Alla conferenza stampa che sancisce ufficialmente l'amicizia e il supporto tra Italia ed Ucraina, prendono parte il Sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali, il presidente del Coni e collega di Bubka nel Cio, Giovanni Malagò, il ministro della Gioventù e dello Sport dell'Ucraina, Vadym Guttasait, ed il segretario generale del Coni, Carlo Mornati.