Strage di Capaci, gli insegnamenti di Falcone nel monologo di Flavio Tranquillo. VIDEO

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In occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci, Flavio Tranquillo ha realizzato questo monologo incentrato sugli insegnamenti che ha lasciato alla collettività il magistrato ucciso il 23 maggio 1992

Un toccante monologo di Flavio Tranquillo per ricordare il trentesimo anniversario della Strage di Capaci, in cui persero la vita, il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato) e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Un racconto che parte dal basket e dagli insegnamenti di Mike Budenholzer, allenatore dei Milwaukee Bucks (campioni NBA nel 2021) che è solito “somministrare vitamine” ai suoi giocatori, ossia brevi periodi di lavoro in palestra in cui ogni atleta lavora sui propri difetti. “Anche noi come cittadini abbiamo bisogno di lavorare sui nostri limiti, non solo quando è il 23 maggio”, sottolinea Tranquillo che immagina Giovanni Falcone come un coach, uno dei migliori. Perché i suoi contribuiti hanno una valenza che va ben oltre l’ambito giuridico.

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L'aneddoto narrato dalla sorella Maria spiega il senso dello sport e quindi della vita: usare i proprio risultati negativi per migliorarsi, combinando autocritica e resilienza. Non accettare passivamente la sconfitta. Senza trovare scuse. E quindi senza prendersela con l'arbitro, i poteri forti o con la malattia.

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Le parole qui di seguito sono contenute nell'ultimo paragrafo di "Cose di Cosa Nostra", il libro pubblicato 6 mesi prima dell'attentato di Capaci che si chiude con un'affermazione lapidaria: in Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.

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Se vogliamo davvero onorare la terribile forza evocativa di questa profezia dobbiamo porci noi l'irrisolta questione della convergenza di interessi e non limitarci a celebrare liturgie ogni 23 maggio o 19 luglio. Ricordiamocelo, con l'aiuto delle "vitamine", ogni giorno. Lo dobbiamo a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che nel calvario dei suoi ultimi 57 giorni, ci ha lasciato messaggi altrettanto chiari e terribili.

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