Fischer contro Spassky, la battaglia degli scacchi. PODCAST
50 ANNI FACinquant’anni fa, il 1° settembre 1972, fu un giorno storico: un americano batté un sovietico nella finale del Campionato del Mondo di scacchi. Bobby Fisher aveva messo fine ad un dominio incontrastato in uno sport che per i sovietici significava moltissimo anche in termini politici. Nel racconto di Fabio Tavelli il risultato di una sfida sportiva che, in piena "guerra fredda", andava interpretato anche oltre il puro significato agonistico
Cinquant’anni fa, esattamente il 1° settembre 1972, un americano batté un sovietico nella finale del Campionato del Mondo di scacchi. Fu un giorno storico, Bobby Fischer aveva messo fine ad un dominio incontrastato in uno sport che per i sovietici significava moltissimo anche in termini politici. Erano anni di “guerra fredda”, anni nei quali le sfide sportive venivano interpretate anche oltre il loro significato agonistico. Nel 1972 una squadra sovietica ne aveva battuta una statunitense nella finale delle Olimpiadi di pallacanestro. Fu un risultato controverso e mai accettato dagli americani, ma la storia dice che a Monaco ’72 l’oro andò all’URSS. Quell’anno, il 1972, era destinato a ribaltare gerarchie che sembravano eterne. E la sfida tra Bobby Fischer e Boris Spassky fu un romanzo con capitoli che andarono oltre lo sport. Fabio Tavelli ci racconta un momento di storia nel quale politica e sport si intrecciarono come non mai. In un crescendo di emozioni che anche una sfida di scacchi sa scatenare.
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