Abodi: "Lo sport in Costituzione diventa diritto di tutti e per tutti"

l'intervento
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Le parole del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi: "Stiamo facendo grandi passi in avanti affinché lo sport entri nella nostra Costituzione". E sugli stadi: "Sono un'infrastruttura sociale, uno strumento di riqualificazione urbana che crea posti di lavoro e rispecchia tutte le caratteristiche per i finanziamenti comunitari"

"Stiamo facendo grandi passi in avanti affinché lo sport entri nella nostra Costituzione, attraverso un riconoscimento pieno della sua utilità sociale. Di questo ringrazio i parlamentari di Camera e Senato per l'impegno comune. Sono certo che la collaborazione consentirà non solo un riconoscimento, ma un diritto di fatto". Lo afferma il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, dopo il via libera della Camera alla proposta di legge costituzionale in materia.

 "Lo sport è una difesa immunitaria sociale"

"Lo sport, in particolar modo quello di base, è una difesa immunitaria sociale, è uno straordinario strumento di socialità e di educazione che avrà sempre più bisogno anche di luoghi adeguati per potersi esprimere al meglio, a partire dalle scuole - prosegue la dichiarazione del ministro -. Per garantire il diritto allo sport per tutti e di tutti, sarà importante anche avvertire i doveri, a partire dal sottoscritto e dalla classe dirigente, anche sportiva, con l'auspicio che insieme, ognuno nel proprio ruolo, ci si impegni per dare gli adeguati supporti alle persone e alle comunità più in difficoltà, nelle periferie urbane e sociali della Nazione, nelle quali si avverte maggior bisogno dello sport e della sua cultura". "Ancora grazie a deputate e deputati per aver votato questo provvedimento all'unanimità, buon lavoro alle senatrici e ai senatori che riprendono il testimone di questo nobile percorso. Inoltre - conclude Abodi - confermo il mio impegno a dare seguito all' ordine del giorno presentato dall'on.Colucci, per consentire allo sport di essere sempre più strumento di inclusione, contrasto alla povertà educativa e prevenzione della vulnerabilità". 

Caso stadi: "Il tempo degli alibi è finito"

Una settimana e la candidatura dell'Italia per ospitare gli Europei di calcio 2032 sarà realtà, ma nel frattempo la Figc ha incassato il Dpcm del Governo, firmato dal sottosegretario delegato Mantovano, che supporterà il dossier. "E' formalizzato e chiuso - ha annunciato il ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, a margine del convegno organizzato dalla Lega Serie A al Coni -. E istituirà un comitato interistituzionale che sosterrà la candidatura all'Europeo". In sostanza una cabina di regia allargata che delineerà forme e modalità per sostenere la candidatura e attuare un piano sull'ammodernamento e la riqualificazione di impianti sportivi e aree urbane al fine di lasciare una legacy sul territorio. Il comitato sarà presieduto dal ministero per lo Sport e dunque da Abodi, ma al suo interno comprenderà diversi altri ministeri (come Infrastrutture, Economia e Finanze, Disabilità e altri), la Federcalcio, l'Istituto per il Credito Sportivo e il Coni. Commenti ufficiali Gravina per il momento non ne rilascia, ma collegandosi in video dal Portogallo al convegno organizzato dalla Serie A ha definito la candidatura dell'Italia "una grande occasione per compiere il passo avanti che molti si auspicano, perché sarebbe un'opportunità per il Paese, per gli investimenti, ma soprattutto per la credibilità a livello internazionale". Oggi, però, l'Italia "è indietro anni luce rispetto agli altri Paesi europei nel processo di evoluzione nella crescita di un asset, come quello degli stadi, che è fondamentale" ha poi aggiunto Gravina, spiegando come dei 187 stadi realizzati nei Paesi Uefa negli ultimi 15 anni, solo cinque siano stati inaugurati in Italia. C'è poi chi, come la Fiorentina, sta lavorando per avere un impianto di proprietà che rientrerebbe anche nel piano di Euro2032, nonostante il progetto del nuovo Franchi oggi sia alle prese con i ripensamenti Ue sui fondi del PNRR ai quali la società viola potrebbe accedere per realizzarlo. Sul tema è intervenuto anche Abodi ribadendo come lo stadio "sia anche un'infrastruttura sociale" perché "è uno strumento di riqualificazione urbana che crea posti di lavoro e rispecchia tutte le caratteristiche per i finanziamenti comunitari". Per il ministro Abodi, "il tempo degli alibi è finito" e la speranza è che già con la candidatura a Euro2032 si possa dare un'accelerata sul fronte stadi.