Se lo sportivo diventa un filosofo: conversazione con Matteo Saudino

Per dare una chiave di lettura a questo articolo, conviene ripartire da quanto scriveva Alessandro Biolchi su Sky Sport Insider qualche giorno fa: “Lo sport trae la sua origine dalla guerra”. Storia e mito si legano insieme, perché ‘sport’ non è solo ‘svago’: è disciplina. O come si dice adesso, abusando di una parola che sta prendendo sempre più piede, ‘mindset’. Mentalità. È impegno e costanza, è anche competizione. È una filosofia. Il 21 novembre viene celebrata la giornata mondiale della Filosofia, che nello sport trova una sua manifestazione. Perché fare sport vuol dire avvicinarsi alla vita in un modo particolare. È sapersi dare delle regole ed è manifestare attraverso il proprio corpo un misto tra bellezza artistica e forza. È potenza, ma grazia. È limite da oltrepassare, ma anche capacità di saper accettare lo stop. È un insieme di antitesi e contraddizioni che portano però in un modo o in un altro a un risultato. È senso di compiutezza dentro un percorso lungo, tortuoso, quotidiano: un obiettivo da raggiungere ogni volta. “Platone amava lo sport”, racconta a Sky Sport Insider Matteo Saudino. È un professore di storia e filosofia a Torino, diventato famoso negli anni grazie alle video lezioni pubblicate sul suo canale YouTube, ‘Barbasofia’. Ha pubblicato diversi libri ed è riuscito a declinare con un linguaggio semplice, dinamico, ma anche preciso ed efficace quello che hanno detto i più grandi pensatori nel corso dei secoli. Ed eccolo, Platone: “Il suo nome vuol dire ‘Spazioso, ampio’. È un riferimento alla sua mente, ma anche alle sue spalle. È stato un ottimo pancraziaste, un lottatore di Pancrazio che aveva stabilito delle precise regole di combattimento: valeva tutto, tranne i morsi e i graffi. Ci voleva quindi molta forza, era una disciplina olimpica”. E Platone era un grande atleta. I greci d’altra parte hanno fatto scuola, sono il motore intellettuale su cui ancora il mondo occidentale si appoggia. E allora, partiamo. Per uno sportivo di oggi, un filosofo. Un viaggio insieme a Saudino nel tempo e nella mente. Una ginnastica anche questa, a suo modo. Pep Guardiola è… Spinoza. Filosofo ebreo del Seicento che in Olanda ha vissuto una vita nel ghetto, da cui è stato anche allontanato per le sue idee considerate antireligiose. Lo possiamo associare a due parole: ‘Panteismo’ e ‘Paninteismo’: Dio è in tutte le cose e tutte le cose sono in Dio. È un universo infinito ma razionale. Come il calcio di Guardiola: è totale, ogni singola parte compone un tutto armonico e armonioso. Spinoza spiega come l’universo sia composto di infiniti attributi tra pensiero, mente e corpi che si uniscono in un’unica sostanza. Mente e corpo nel calcio di Guardiola si fondono: è un gioco ‘organicista’. Per il filosofo, il pianeta era un unico animale vivente, composto da tanti organi. Guardate il City: dal portiere all’attaccante, suonano un unico spartito insieme. Ma ciascuno è importante per sé stesso. Lionel Messi è… Giordano Bruno. Uno dei pensatori più interessanti di sempre. La sua morte è stata oggetto di enorme scandalo per la Chiesa: preferì accettarla piuttosto che abiurare il suo pensiero. Che era un misto tra genio e sregolatezza. Guardava sempre in alto per capire, meglio, come vivere in basso. Tra le varie idee, ce n’è una che si avvicina all’argentino: il fatto che la natura sia magica. Secondo Bruno, esiste una forza che rende la natura infinita. E quando Messi prende la palla, dribbla, fa gol impossibili, fa pensare a quanto sia magica la sua natura di giocatore. Jannik Sinner è… Seneca. Latino, austero: in un’altra parola, stoico. Ci sono tanti concetti che avvicinano Sinner a questo pensiero, che fa della forza di volontà, dell’ascolto interiore, della capacità di sopportare la fatica, della dedizione i suoi cardini principali. Jannik è ricerca di equilibrio e armonia, esattamente come lo erano gli stoici, che professano l’accettazione del mondo e dei suoi limiti, ma che provano comunque a superarli. È importante saper convivere con i propri limiti: Seneca lo diceva, Sinner lo sa. Ma questo equilibrio arriva con tanta fatica e tanto impegno. Pecco Bagnaia è… Il ‘seduttore’ di Kierkegaard. È il filosofo delle cinque vie, quelle secondo cui ogni scelta porta a delle conseguenze molto nette. Nel sul ‘Diario del seduttore’, emerge la figura di chi seduce per la bellezza di sedurre: essere amanti e seduttori non ha mai un punto di arrivo, ma è una costante nuova partenza. Pecco riparte sempre nel brivido e nell’emozione, nel tentativo di fare la propria vita come un’opera d’arte. E sapete una cosa? La vita vissuta così è costante ‘accelerazione’... Max Verstappen è… Cartesio, e tutto quello che la sua filosofia si porta dietro. È estremamente logico, un calcolatore: sa disporre sull’asse delle X e delle Y i suoi obiettivi e li persegue fino a quando non li ha ottenuti. È una mente matematica, metodica, e lo si vede anche dal suo modo di guidare. Sa progettare la stagione dall’inizio alla fine. E la vince. Sempre per citare Cartesio, Verstappen è la Res Cogitans che guida la Res Extensa , cioè la sua macchina. Julio Velasco è… Socrate. Il filosofo che più di tutti ha saputo spiegare ai giovani cosa sia la virtù. Socrate sosteneva quanto fosse importante indagare le cose sottoterra e in cielo, perché non sono mai come appaiono. Parlava della ‘maieutica’, cioè l’arte di estrarre la conoscenza dalle cose. E diceva che il vero saggio sia colui che sa di non sapere. Velasco spesso professa la sua ignoranza, assolutamente in senso buono: sa che c’è sempre da imparare qualcosa, ha un’umiltà potentissima. Anche perché conoscere sé stesso, vuol dire conoscere l’altro: e i suoi successi sono frutto di questo incredibile lavoro. Paola Egonu è… Nietzsche, il filosofo tra i più dirompenti vissuti a cavallo tra Otto e Novecento. Per lui esisteva una forte contrapposizione tra l’elemento razionale, apollineo, e quello passionale, dionisiaco. Egonu è dionisiaca: è caos, e in quel caos sa produrre un senso delle cose. È solitaria: conosce gli abissi e le vette. È coraggiosa: ha saputo mettere in discussione molte realtà, andando contro una serie di propri vizi e realtà rassicuranti. Ora si direbbe che è uscita dalla sua Comfort zone. L’ha sempre fatto. E non ha mai paura di andare contro tutto e tutti.