Il breviario di lunedì 25 novembre: Sinner perfetto, Berrettini stupendo e Correa...

CHI AMA BRUCIA Quando Jannik si ferma e guarda in alto, vede la gente che si bacia. Sembra un omaggio al campione: chi lo segue si ama. È l’effetto della ‘kiss cam’, la telecamera che fissa i baci dentro il palazzetto di Malaga. Sinner sorride divertito, mentre il suo avversario Tallon Grieckspoor si è nascosto negli spogliatoi in vista di un secondo set già scritto, perché tutti sanno che lo vincerà Sinner. E intanto l’amore brucia allegramente tra le fiamme rosse dei capelli del timido ragazzo di San Candido. INVICTUS Nello sport nulla è scontato tranne Sinner. Ormai vince ancora prima di giocare, probabilmente già nel letto mentre si sveglia, alzando le braccia al cielo in segno di giubilo. Chi mai ci ha fatto sentire così invincibili? Guardo la storia, rileggo le pagine. Brutte guerre del passato: perdevamo sempre . Poi lo sport, dove soltanto Alberto Tomba ci ha restituito una tale onnipotenza. Anzi no, Alberto ogni tanto cadeva, mentre Sinner non cade mai. SCENDE LA PIOGGIA A vederlo giocare così, riaffiorano di lui i momenti bui, quando si spostava da una parte all’altra del campo con la stessa lentezza di un’automobile senza le ruote. Berrettini è tornato leggero come una piuma, lui che leggero non è con il suo fisico da discobolo. Matteo corre inseguendo la palla, picchiando con furia e con tormento. Perché mi ero perduto? Nessuno tranne lui potrà mai dirlo. Che dopo la vittoria dai suoi occhi è scesa pioggia. Chi si perde non è mai del tutto perduto. FUORI SERVIZIO Tra i mille sorrisi, sotto lo svolazzare di carta, ce n’era uno meno brillante degli altri, quello di Lorenzo Musetti. Ha perso la sua partita giocando male, ma ci può stare. Lorenzo è un grande gourmet di giocatore a cui però manca ancora una pietanza: il primo. La sua palla di servizio si alza infinita, una candela sulla testa. Al momento dell’impatto Lorenzo sembra già scarico, poi la colpisce, sovente senza far male. Con una battuta così, Musetti non può permettersi un respiro, giocare facile. Dategli un servizio nuovo, sono disposto a pagar bene. CORREA L’ANNO In due stagioni aveva fatto perdere le tracce e la pazienza. Correa non poteva più vestire la maglia dell’Inter senza venire travolto dagli insulti . Correa non segnava più e quando toccava la palla, questa si voltava dall’altra parte offesa . A Verona è successo qualcosa di normale e straordinario insieme. Joaquin Correa, un tempo fenomenale alla Lazio, è tornato giocatore, segnando e facendo segnare. Se fossi Inzaghi insisterei ancora un po’, magari dentro San Siro, dove Correa, non è mai sceso in campo. O forse sì, Correa l’anno… DINO PALLA No so se è uno stratega o uno stregone, ma Palladino sta facendo l’allenatore in una maniera ormai dimenticata. Vince le partite dalla panchina, cambiando in corsa la sua squadra, con mosse da stratega o da stregone. A Como a un certo punto, vedendosi soffrire, ha messo sei in difesa e quattro in attacco, giocando in contropiede, saltando il centrocampo. Così facendo ha segnato il raddoppio e chiuso la partita. Ma quindi esistono ancora gli allenatori che non si limitano a fare sostituzioni ruolo su ruolo? Sì, esistono, e a Firenze si chiama Dino Palla.