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Massimo Bulleri, ancora due partite e poi addio al basket

Basket

Stefano Olivari

L'argento olimpico di Atene 2004 ha annunciato che a fine stagione lascerà la pallacanestro giocata, a quasi 40 anni di età. Tanti i club, con Treviso ovviamente nel cuore, ma la lezione per il presente arriva dalla sua Nazionale

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Massimo Bulleri lascia la pallacanestro giocata, a quasi 40 anni di età: le partite della Openjobmetis Varese contro Cremona e Torino saranno le ultime di una carriera notevolissima e con tante soddisfazioni, su tutte l'argento olimpico di Atene 2004.

TREVISO NEL CUORE

Livornese di Cecina, è con la Pallacanestro Livorno che è arrivato alle nazionali giovanili prima essere ingaggiato dalla Benetton Treviso, che prima lo ha mandato in giro a maturare e poi ne ha fatto uno dei suoi giocatori più importanti: da protagonista alla Benetton allenata fra gli altri anche da Mike D'Antoni ed Ettore Messina ha vinto due scudetti, tre Coppe Italia e altro, prima di andare all'Olimpia Milano quando Armani era soltanto sponsor e la squadra non era certo quella di oggi: da lì ha iniziato un suo giro d'Italia, con anche due ritorni a Treviso ed infine questa stagione a Varese in cui ha datto tutto nei pochi minuti di impiego, pur non avendo quasi più benzina. Inutile sparare statistiche e dati su uno dei giocatori più conosciuti d'Italia, un playmaker-guardia con grandissima personalità e sicuramente con l'atteggiamento non da gregario, nonostante abbia vissuto i suoi anni migliori con la serie A già invasa da stranieri spesso senza arte né parte: ha avuto l'intelligenza di scendere dal ring con le proprie gambe.

L'ARGENTO DI ATENE

È chiaro che Bulleri, per due volte MVP della serie A, sarà ricordato soprattutto per essere stato uno dei giocatori simbolo della Nazionale di Carlo Recalcati, quella che nel 2003 in Svezia conquistò in maniera quasi eroica il bronzo (contro la Francia di Tony Parker fresco campione NBA con gli Spurs) e la qualificazione olimpica per Atene. Lì la squadra dei Bulleri, dei Basile, dei Soragna e dei Galanda conquistò un argento (sconfitta in finale con l'Argentina dei fenomeni) storico, 24 anni dopo quello di Mosca. Squadra di ottimi giocatori, anche se nessuno da NBA, ma soprattutto di ragazzi con personalità e intelligenza. Un gruppo eccezionale, che negli anni seguenti non sarebbe riuscito a fondersi con i talenti giovani che stavano emergendo, da Bargnani (significativo che anche per lui si stia facendo l'ipotesi del ritiro) a Belinelli, che del resto avrebbero fallito anche in seguito, senza la generazione di Atene, con Pianigiani e Messina in panchina. Visto che quasi in contemporanea si è ritirato dal basket giocato anche Alex Righetti, il pensiero alla Nazionale del 2004 è obbligato ma non per rimpiangere il passato: una vera squadra può arrivare in alto anche con Rombaldoni, Chiacig, Garri, eccetera. Le figurine possono vincere soltanto quando sono molto più forti degli avversari, e le nostre figurine recenti non lo sono mai state.