Le parole di coach Messina e capitan Datome nel post partita del match perso contro la Serbia: "La differenza fisica e a rimbalzo ha deciso la partita: abbiamo provato a colpirli con il fioretto, ma appena hanno alzato l'intensità è diventata troppo complicata"
Messina a fine partita ha già avuto il tempo di analizzare ai raggi X una partita che ha inevitabilmente avuto nel suo sviluppo il macigno legato alla differenza di stazza e di centimetri tra i due roster: “Il dato che riassume la partita è il 44-19 a rimbalzo in favore della Serbia. Loro avevano un maggiore strapotere fisico, più centimetri e più chili contro cui noi andavamo a sbattere. Si poggiavano sempre in post su Kuzmic e Marjanovic e noi lottavamo senza riuscire a portare nulla a casa. Questo genera una differenza pesantissima nel punteggio e nei falli subiti. E poi fai fatica ad attaccare contro dei giganti come loro. Abbiamo provato di fioretto, ma loro appena alzato la pressione ci hanno reso la vita impossibile e la partita si è messa in salita”. Per l’assistente allenatore era l’ultima partita sulla panchina dell’Italia, il momento ideale per fare un bilancio della sua avventura. Di certo nulla non è stata un’esperienza da buttare, anzi: “Sono deluso per il preolimpico del 2016, ma questa estate la squadra ha fatto cose egregie nonostante le difficoltà. Abbiamo dimostrato dignità e impegno. Ci volevano concetti vecchi, ci siamo spaccati la schiena, non abbiamo trovato scuse. Io gli sono grato, mi hanno sopportato e permesso di allenarla. Hanno accettato i miei difetti. Ho avuto al fianco un grande staff e credo che Meo Sacchetti potrà beneficiare di queste persone”.
Datome: “Usciamo a testa alta, ma andare a casa fa sempre male”
Il capitano Gigi Datome è il primo a palesarsi ai microfoni di Sky e svicola subito di fronte alle domande legate al fatto che la Serbia abbia imposto il proprio piano partita al match: “Avevamo il nostro, ma la loro fisicità inevitabilmente ha fatto la differenza”. Schiacciati sotto il peso di una squadra più forte nonostante le tantissime assenze: “È stato frustrante: volevi lottare con loro e poi la palla finiva puntualmente nelle loro mani, nonostante provassimo sempre a sbatterci e a provarci di continuo”. Andare avanti per inerzia, soprattutto in difesa e non vedere il proprio lavoro premiato alla fine ti logora, anche perché l’ago del talento pendeva soprattutto dalla loro parte: “Di fronte avevamo una signora squadra, che ha giocato una signora partita”, sottolinea più volte Datome, che non vuole nascondere la testa sotto la sabbia: “Quando perdi c’è sempre qualcosa da rimproverarti. Certamente avevano più opzioni di noi, ma più volte eravamo riusciti a colmare il gap. Loro sono stati oggettivamente più bravi, hanno fatto giocate pesanti nel finale e noi non siamo più riusciti a restare a contatto”. Momento di bilanci anche per il capitano a questo punto, uscito sconfitto dall’ennesima estate trascorsa in azzurro: “Se penso al cammino dico che siamo usciti a testa alta, ce la siamo giocata contro tutti gli avversari. Siamo sempre qui a questo punto, mi dispiace perché faccio parte da tanti anni di questo gruppo. Parliamoci chiaro: agli ottavi sono uscite squadre anche più talentuose di noi, ma noi eravamo ambiziosi e uscire dall’Europeo fa sempre male”.