La Final Four più impronosticabile di sempre: perché possono vincere tutte e 4

Forse è stata l’Eurolega più equilibrata di sempre: visto che in regular season tutto si è deciso nelle ultime giornate e nei playoff due serie sono finite a gara 5, le imminenti Final Four non possono che essere assolutamente senza pronostico. Tutto può succedere ad Abu Dhabi dal 23 al 25 maggio: ogni squadra ha, alla vigilia, le stesse probabilità di vittoria, ognuna a modo suo, con le proprie caratteristiche. Cerchiamo di capire quali. OLYMPIACOS Perché può vincere: quattro Final Four di fila non si conquistano per caso; per caso, al limite, si può perdere una semifinale o una finale, cosa successa peraltro alla squadra del Pireo nel 2022 e nel 2023. Se è vero che l’Olympiacos ha due stelle ben definite, Vezenkov e Fournier, è altrettanto vero che la differenza spesso la fa uno straordinario gioco di squadra, capace sia di supportare i fuoriclasse sia di prenderne il posto quando non sono in giornata. Perché no: il finale di stagione regolare, con tre sconfitte nelle ultime cinque partite, è stato segnato da un evidente calo fisico. Poi la squadra è tornata sui suoi livelli vincendo cinque delle ultime sei partite, comprese le tre di playoff contro il Real. Il campanello d’allarme però è suonato, anche perché una di quelle sconfitte è arrivata, in casa, contro il Monaco: era il 27 marzo, un precedente molto vicino, quindi inquietante per Bartzokas e i suoi. MONACO Perché può vincere: il quarto posto è bugiardo. Il Monaco in stagione regolare ha battuto le altre tre pretendenti in scena ad Abu Dhabi, di conseguenza sa come si fa a batterle. La squadra è profonda, talentuosa negli esterni, potente nei lunghi, soprattutto dopo l’arrivo di Theis, anche se la spinta più importante potrebbe arrivare dalla panchina: Spanoulis non solo sa molto bene come si giocano queste partite ma è stato anche a lungo allenato da Bartzokas. Il coach del Monaco quindi conosce a memoria quello dell’Olympiacos che, invece, conosce poco, come tutti, lo Spanoulis allenatore. Il fatto di essere giovane come coach potrebbe essere addirittura un vantaggio. Perché no: sono tanti i giocatori del Monaco che possono risultare decisivi, ogni tanto però capita che si pestino i piedi. Le partite secche si vincono di squadra, la grande prestazione di uno solo non basta e l’Olympiacos è la squadra perfetta per approfittare di ogni forma di egoismo degli avversari. Il Monaco però ha fatto passi da gigante in questi anni, con un James più maturo e altruista e una solidità difensiva rassicurante: ora deve dimostrare di essere finalmente pronto per vincere una partita di Final Four. FENERBAHCE Perché può vincere: secondo in regular season, l’unico alla quale sono bastate tre partite di playoff per staccare il biglietto per Abu Dhabi, il Fenerbahce è forse la squadra più difficile da inquadrare per gli avversari. Tante le alternative a cui devono pensare gli allenatori avversari: se non segna Hayes-Davis, segna Baldwin, se non segna Guduric c’è Biberovic che si fa trovare pronto. Solida sotto canestro, efficace in difesa soprattutto se in campo c’è Nic Melli, pronto a rifarsi dopo il losing effort del 2018, quando in finale segnò 28 punti ma perse contro il Real Madrid di Luka Doncic. Perché no: Sarunas Jasikevicius deve togliersi una bella scimmia dalle spalle: questa per lui è la sesta Final Four conquistata da coach, la quinta consecutiva. Mica male per uno che fa il capo-allenatore da neanche dieci anni. Saras però, uno che da giocatore ha vinto quattro volte l’Eurolega, mai ha saputo farlo dalla panchina: se questo sarà un tarlo nella testa del lituano – e di conseguenza dei suoi giocatori – la semifinale sarà davvero complicata contro una squadra, il Panathinaikos, e un allenatore, Ataman, bravissimi ad infilarsi nelle crepe psicologiche degli avversari. PANATHINAIKOS Perché può vincere: sono i campioni in carica, il coach, Ergin Ataman, ha vinto tre delle ultime quattro edizioni di Eurolega. In più il Pana ha due giocatori perfetti per un evento di questo tipo: uno è Kendrick Nunn, l’uomo che più di ogni altro può cambiare anche in pochi minuti il destino di una partita; l’altro è Kostas Sloukas, che si appresta a giocare la sua undicesima Final Four . Il numero già di suo è impressionante: ancora di più lo è il fatto che otto volte, su dieci, ha giocato la finale, vincendola in quattro occasioni. Numeri che valgono più di una garanzia. Perché no: Ergin Ataman ha perso le sicurezze degli anni passati quando, a ragione, si diceva sicuro prima delle Final Four e poi della vittoria finale. Quest’anno è stato molto più cauto nelle dichiarazioni, quasi pessimista, vedendo la sua squadra molto meno centrata e sicura. Il playoff contro un acciaccato Efes è stato molto sofferto: Luca Banchi e i suoi hanno evidenziato spesso in maniera clamorosa i punti deboli di una squadra fin troppo legata alla vena dei singoli, in una serie in cui Kendrick Nunn è stato ben al di sotto dei suoi livelli. Tutti campanelli da non trascurare.

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Geri De Rosa