Melli: "L'Eurolega un peso che mi sono tolto. Orgoglioso della mia Inter"

Che effetto ti fa rivedere le immagini della vittoria? "Bellissimo, grandi emozioni. Anche perché è la prima volta che le rivedo. Purtroppo abbiamo già finito i festeggiamenti, perché domani abbiamo i quarti di finale dei playoff del campionato turco. Non abbiamo avuto molto tempo per goderci il momento, recupereremo più avanti". Mi sembra di capire che hai la lacrima facile in questi giorni... "Sai, questa Eurolega era diventata una mezza ossessione. Anzi, forse un'ossessione intera. Era il trofeo che mi mancava. Solo davvero felice di averla raggiunta con una squadra come il Fenerbahce a cui tengo particolarmente. Weekend bellissimo". La parata è stata qualcosa di impressionanante. Il Fenerbache ha sì 25 milioni di tifosi ma in un Paese in cui è il calcio a farla da padrone. "Assolutamente, sentiamo grande passione nei nostri confronti. Quest'anno in particolare, per via dei risultati non brillantissimi della squadra di calcio, la città si è stretta intorno a noi. Ieri non so quante persone ci fossero a festeggiare. Ci sono due teorie: o che ci fosse mezzo milione di tifosi, o che fossero in 30mila a seguirci per tutta la via principale della parte asiatica della città. A me ovviamente piace pensare alla prima. Non ho mai vissuto un momento simile, è stato bellissimo". Non solo tu, anche il coach e diversi compagni avevano un conto in sospeso con l'Eurolega. Come avete trasformato questa ossessione in energia positiva? "Abbiamo avuto una stagione particolare, tra infortuni e trasferimenti. Siamo arrivati a un punto in cui nello spogliatoio c'era la consapevolezza che avremmo potuto farcela. La Final Four è una formula brutale, basta una giornata storta e tutto va in fumo. Per nostra fortuna siamo riusciti a infilare due partite positive in fila quando contava e a toglierci questo peso dalle spalle". Ti sei tolto anche qualche sassolino dalla scarpa nel post partita... "Nessun sassolino. Mi è solo stato chiesto cosa pensassi del trasferimento della scorsa estate: ho solo precisato che non si era trattato di una scelta forzata e che il titolo non fosse in alcun modo una forma di rivalsa verso Milano. Come ho già detto tante volte la scelta dell'Olimpia è più che legittima, fa parte di questo sport, non sono il primo e non sarò l'ultimo a cui capiterà di cambiare società. Peraltro sono stato anche molto fortunato, quindi c'è solo gioia e energia positiva. Dovevo dimostrare qualcosa solo a me stesso, perché sono un ragazzo che pretende molto. Nessuno spirito di rivalsa. Sono concentrato solo sul Fener e sull'Eurolega". Hai sentito Gigi Datome? Anche lui vinse la coppa con il Fenerbahce nel 2017. "Adesso che si è ritirato Gigi è entrato in una fase da 'odiatore' . Sta cercando di sminuire la mia vittoria, adducendo a strane motivazioni come la location fuori dall'Europa. Battute a parte, siamo grandi amici. Il Fener ha un posto speciale anche nel suo cuore, è contento di questa mia vittoria. Ora ha un'arma in meno da usare contro di me: da sabato non può più giocarsi la carta dell'Eurolega visto che l'abbiamo entrambi in bacheca. Vediamo cosa si inventerà". Il prossimo 31 maggio, mentre tu giocherai i playoff, l'Inter sarà in finale a Monaco. Come la vedi? "Sono disperato, perché rischio di essere in campo in contemporanea e di non vedere la partita. Spero ce la facciano. Ce ne sono diversi che c'erano anche nella finale del 2023: so cosa vuol dire rigiocare una partita di questo tipo dopo averla persa. Spero possano vivere le stesse emozioni che ho provato io dopo l'Eurolega. Comunque vada, sono orgoglioso di essere interista. Mi auguro possano vincere, perché dopo una stagione così piena di sacrifici e di impegni si meriterebbero di coronare questo sogno". Parlando di calcio e di Istanbul, hai avuto occasione di incontrare José Mourinho? "Ci siamo incontrati solo una volta nel tunnel, ma non abbiamo avuto modo di parlare. Anche perché le volte che arrivava al palazzetto veniva fischiato dai tifosi visti i risultati non ottimi della squadra e si tratteneva poco. Da interista sono comunque un suo grande tifoso, speravo potesse risollevare il Fenerbahce. Vedremo se si rifarà l'anno prossimo". Tornando alle bellissime immagini della finale si ha la sensazione che sei stato tu il primo a far partire le lacrime collettive, è così? "Non saprei perché non ho voluto rivedere niente. So quello che ho provato, la sofferenza degli ultimi minuti in panchina. Nella mia testa facevo una specie di telecronaca azione dopo azione, quando ho alzato la testa e ho visto che eravamo sopra di 10 a pochi secondi dalla fine mi sono detto "ce l'abbiamo fatta". Ho cercato di ricacciare in gola le emozioni ma ho visto che anche il coach aveva gli occhi lucidi e allora mi sono lasciato andare. È stata una Final Four emotivamente impegnativa. Io poi da romanticone quale sono mi sono lasciato andare, alla fine sono tutte emozioni positive, perché nasconderle?".

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Melli: "L'Eurolega un peso che mi sono tolto. Orgoglioso della mia Inter"

Redazione Sky Sport