La nuova Virtus Bologna: una superstar, sei acquisti e la responsabilità dei 'vecchi'

Non è stata un’estate semplice quella della Virtus, soprattutto non lo è stata per i suoi tifosi. Tante le voci preoccupanti: il mercato che stentava, coach Banchi che sembrava sempre più lontano dalla panchina bianconera, vicende societarie mai del tutto chiare con l’inserimento improvviso di una fantomatica cordata israeliana per una trattativa che c’è stata ma che è sparita con la stessa velocità con cui è arrivata. Insomma, c’era di che preoccuparsi dopo la bella stagione 2023-24, ricca di complimenti per la qualità del gioco e per lo spettacolo offerto ma avara di trofei e di soddisfazioni concrete. In effetti ad una platea così esigente come quella della Virtus non poteva bastare la sola Supercoppa vinta, non poteva bastare il play-in di un’Eurolega seppur giocata a lungo alla grande, non potevano bastare soprattutto la finale scudetto, per di più persa contro gli arcirivali dell’Olimpia, e una Coppa Italia davvero deludente vista la sconfitta già ai quarti di finale contro Reggio Emilia. Poi è arrivato il 20 luglio: in un tranquillo sabato estivo, a fugare in un colpo solo dubbi, paure e incertezze, la Virtus ha annunciato tutto il nuovo roster, cioè i quattordici giocatori, sei dei quali nuovi, che vedremo in questa attesa stagione guidati ancora da Luca Banchi. Ma non solo: tra i sei nuovi c’è addirittura una superstar degli ultimi anni di Eurolega, quel Will Clyburn campione d’Europa nel 2019 da MVP delle Final 4, vinte con il CSKA in compagnia di Daniel Hackett che ritroverà a Bologna insieme a Toko Shengelia. L’arrivo di Clyburn, vista la carriera e il talento, rende sicuramente prestigiosa la campagna acquisti della Virtus, a patto che le condizioni fisiche del trentaquattrenne ex Efes gli permettano di affrontare al meglio la faticosa stagione che lo attende. L’anno scorso Clyburn, nella seconda delle sue annate a Istanbul, ha giocato appena 44 delle oltre 80 partite che l’Efes ha dovuto disputare tra Eurolega, Campionato, Coppa di Turchia e Coppa del Presidente. Le alternative a Clyburn comunque non mancano: su tutte lo stesso Shengelia e Marco Belinelli, MVP dell’ultimo campionato italiano, entrambi con tanti punti nelle mani ma anche con tanti chilometri percorsi nella loro lunga carriera. E poi Isaia Cordinier, uscito in maniera stellare dal torneo olimpico dove, in certe partite, soprattutto i quarti di finale e la semifinale, ha trascinato la nazionale francese verso la medaglia d’argento molto più del tanto celebrato Wembanyama. E poi i nuovi, ambiziosi e affamati, ma a corto di esperienza a livello di Eurolega: Matt Morgan deve mettersi alla prova al cosiddetto piano di sopra dopo aver giocato una grande Eurocup guidando Londra fino alla semifinale e meritandosi il miglior quintetto della manifestazione; lo stesso vale per l’ex veneziano Rayjon Tucker, prodigioso talento atletico ma ancora lontano dalla continuità necessaria per emergere a questo livello. La squadra comunque è davvero interessante con notevoli margini di miglioramento, cosa che riguarda anche il gruppo di italiani: quelli nuovi, Diouf, Akele e Visconti dovranno essere bravi a sfruttare le occasioni che capiteranno, quelli vecchi, Hackett, Pajola e Polonara, avranno, fra le altre cose, la responsabilità di creare la cosiddetta chimica, quello spirito di squadra, quella compattezza che sono alla base di ogni successo. Questi sono stati gli elementi chiave, l’anno scorso, dei primi sei mesi di Eurolega virtussina, quelli esaltati da tutta Europa per la qualità del gioco espresso. Se saprà ripartire da qui, allora attenzione alla Virtus, in Italia e non solo.

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