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Tiri mancini: che show il calcio visto da sinistra

Calcio

Gianluca Maggiacomo

Maradona, Messi & Co.: i grandi mancini della storia recente del calcio. Oggi è la loro giornata (Getty)

Oggi, 13 agosto, si celebra la giornata mondiale dei mancini. Quindi, è il giorno di Maradona e Messi, di Mihajlovic, Redondo, Giggs e Roberto Carlos. Fuoriclasse che, assieme ad altri, con il piede sinistro hanno spesso disegnato calcio

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Piede sinistro uguale calcio. O meglio: bellezza, fantasia, fascino, estro e imprevedibilità del gioco del pallone. Oggi, 13 agosto, si celebra la giornata mondiale dei mancini. E il calcio non può certo rimanere indifferente di fronte a questa ricorrenza. Sì, perché il sinistro era ed e è il piede con cui si sono scritte e si continuano a scrivere tante pagine belle e memorabili. Mancino è Diego Armando Maradona, solo per dirne una. Col sinistro calciavano Giggs e Mihajlovic, Redondo e Roberto Carlos. Infine, mancino è pure Leo Messi. E tanto basterebbe per considerare quella di oggi una giornata degna di esser celebrata. Grandi mancini ce ne sono stati e ce ne sono in ogni reparto. Tanto che è possibile, mescolando recente passato e presente, ipotizzare pure un 11 di base. Ovviamente mai nessun allenatore lo schiererebbe: questione di equilibri. Ma per gioco verrebbe fuori una formazione dei sogni. Eccola.

 

Il signor Triplete

Cominciamo dalla porta, che sarebbe difesa da Julio Cesar. Mancino naturale, l’ex portiere dell’Inter del Triplete, ora al Benfica. Reattivo tra i pali, bravo anche a metter in mostra la sua abilità di piede. Quale? Chiaramente il sinistro.

 

Il cecchino mancino

Passiamo alla difesa. Uno dei centrali davanti a Julio Cesar è Sinista Mihajlovic. Una roccia quando c’è da proteggere la porta, cecchino se c’è da calciare una punizione. E non a caso il suo sinistro se lo ricordano tanti portieri, vittime dei suoi tiri dal limite dell’area. Attualmente l’allenatore del Torino detiene, assieme ad Andrea Pirlo, il record di gol su punizione: 28. Tutti realizzati col mancino.

 

 

Matrix con Sinisa

Accanto a Mihajlovic, Marco Materazzi, anche lui mancino. I due hanno anche giocato insieme nell’Inter. Matrix era un osso duro e uno che sapeva metter a frutto i suoi piedi buoni: calciava punizioni e rigori. Anche se, in fase realizzativa, il suo must era il colpo di testa in area, come fatto nella finale del mondiale del 2006 contro la Francia.

 

Potenza sinistra

A sinistra non può che agire Roberto Carlos. È considerato uno dei migliori laterali (terzino?) della storia del calcio. Lui col sinistro faceva qualsiasi cosa. Ovviamente crossava a meraviglia. Ma sapeva anche disegnare punizioni memorabili. Come quella contro la Francia nel 1997: un concentrato di effetto, potenza e precisione. Il pallone, calciato da oltre 35 metri, viaggiava a 115 km/h. Difficile dimenticare quella traiettoria.

 

Una freccia mancina

Sulla fascia opposta, ma solo per l’occasione, un altro brasiliano: Alex Sandro. Lo juventino è considerato uno dei migliori su piazza e in tanti lo ritengono l’erede proprio di Roberto Carlos. Il suo rendimento è sempre al massimo. Fa benissimo entrambe le fasi. Corsa, cross e quantità sono le caratteristiche che lo hanno fatto diventare molto desiderato dalle big d’Europa.

 

La forza del Pitbull

Centrocampo: uno degli interni è Edgar Davids. Grinta, corsa, recupero palloni e qualità a livelli altissimi. Efficace e, all’occorrenza, giocoliere. Tutto col mancino. Il suo piede. Quello con qui si è fatto notare come il Pitbull.

 

L’eleganza al potere

Assieme all’irruenza di Davids, l’eleganza e la classe di Fernando Redondo. L’argentino, ex Real, che ha chiuso la carriera al Milan, si è sempre distinto per le sue geometrie che rasentavano la perfezione. Gioco a testa alta e visione. Spettacolo e concretezza. Uno come lui col sinistro era in grado di far di tutto. Anche saltare Henning Berg del Manchester United con un colpo di tacco per poi servire a Raul il facile gol a porta vuota.

 

Peter Pan usa il sinistro

Davanti alla coppia di centrocampisti, una schiera di funamboli che solo a nominarli fanno sognare ad occhi aperti. A sinistra, Ryan Giggs, l’inno gallese al piede mancino. È un pezzo di storia del calcio mondiale. Ha giocato fino a 40 anni senza mai perdere la classe che lo ha contraddistinto in tutta la carriera. Secondo Alex Ferguson, Giggs “è quanto di più vicino ci possa esser a Peter Pan”. La sua specialità: corsa, tanta tecnica e cross. Tutto col sinistro, ovviamente.

 

Il più grande. Da sinistra

Al centro della trequarti, nel vivo del gioco, non può che stare lui: Diego Armando Maradona. Il 10 vero. Quello puro. Si dice che i mancini abbiano la parte dell’emisfero destro del cervello, ovvero quella in cui è presente la fantasia, l’intuizione e l’estro, più sviluppata degli altri esseri umani. Ecco, Maradona era tutto questo e anche di più. El Pibe de oro era l’esaltazione del mancino. E lo è ancora oggi quando, per gioco o esibizione, tocca una palla. Dribblava, calciava, tirava rigori e punizioni, impostava. Insomma, inventava calcio.

 

Il Gol del secolo: inno al mancino

Un inno al piede sinistro, Maradona lo ha composto, oltre che in ogni momento della sua carriera, anche e soprattutto in occasione del Gol del secolo, ovvero quello segnato all’Inghilterra durante i quarti di finale dei Mondiali in Messico, nel 1986. Da metà campo fino alla porta di Peter Shilton. Tutto rigorosamente col mancino.

 

Le poesie di Leo

Accanto a Diego, non può che stare quello che El Diez stesso ha incoronato come suo erede: Leo Messi. L'attaccante del Barcellona è, assieme a Cristiano Ronaldo, il più grande giocatore in circolazione. Il suo palmares è sconfinato. Ma ciò che più conta, è che la Pulce, come Diego, con il suo sinistro è in grado di scriver poesie calcistiche. Al punto che il calco del suo mancino è diventato una scultura dal valore di 4 milioni di Euro.

 

L’Imperatore dei mancini

Punta centrale di questa ipotetica squadra di mancini, Adriano. Il brasiliano, finché è stato l’Imperatore, ha fatto vedere lampi di calcio super. Potenza, intuito, dribbling e gol da bomber. Poi l’estro, che è tipico dei mancini, lo ha impiegato per smetter di esser calciatore. Purtroppo.

 

Le alternative

La squadra, però, non può esser completa così. Altri grandi mancini meritano di esser inseriti. Tra i tanti, tre in particolare. Il primo è Alvaro Recoba. El Chino, che si è ritirato nel 2015 a 39 anni, era tecnica pura quando il pallone lo toccava con il mancino. Calciava da lontano ed era abile nelle punizioni. L’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, stravedeva per lui. Il suo (grande) difetto? La continuità. L’altro è Gareth Bale, mister 100 milioni di Euro. Il laterale del Real Madrid è, ad oggi, uno dei migliori interpreti mondiali del suo ruolo. Mancino naturale, nasce come esterno di difesa ma ora è un partner d’attacco di Cristiano Ronaldo. E' bravo a giocare sia a destra, con piede opposto, che a sinistra. Infine, a chiudere il terzetto delle alternative (ad avercene di questo livello...), Arjen Robben. Le sue accelerate palla al piede sono note. Soprattutto ai suoi marcatori diretti. Il movimento del suo mancino è sempre identico. Ma tutti continuano a cascarci. Il genio, sta anche in questo.