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Esclusiva Balotelli: "Sono il papà che tutti vorrebbero. A calcio voglio diventare il più forte"

Calcio

Balotelli si confessa in un'intervista esclusiva ad Alessandro Alciato. Tanti i temi toccati: dal suo modo di essere papà, al Nizza, alla Nazionale che non andrà ai mondiali e il suo rapporto con Ventura

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Cosa c'è di speciale in questa tua stagione (16 gol in 21 partite) e probabilmente anche in te?

Davvero 16 in 21? Sta andando bene, dovrebbe essere sempre così. Non c'è una motivazione specifica. Sto bene, mi alleno bene, i gol stanno arrivando. Non sapevo fossero così tanti.

È scattato qualcosa?

È dai tempi di Liverpool che sono...non dico cambiato, ma sono cresciuto, sono più grande. Mi concentro di più sul lavoro e lo prendo come un lavoro, non come un divertimento. Ogni giorno provo a migliorarmi, i risultati stanno arrivando.

Spesso la noia è stata il tuo problema, almeno visto da fuori. Rispetto al passato ti diverti di più?

Mi piace giocare a calcio, amo giocare a calcio. Non mi è mai passato per la testa di annoiarmi. Magari può sembrare che non ho voglia per il mio atteggiamento, ma non è così.

Tutti hanno parlato di te in questo periodo. Dovessi definirti tu oggi, cosa diresti?

"Sono Mario". Inizierei così. Non c'entra tanto il passato, anche perchè nel calcio per fortuna puoi sempre scrivere qualcosa nei giorni immediatamente successivi. Da adolescente ho sbagliato perchè volevo vivere la mia vita come tutti gli altri adolescenti e non mi era permesso. Tutto quello che ho fatto nel passato comunque mi è servito per essere una persona migliore nel presente.

Che padre sei?

Sono il padre che tutti vorrebbero avere perchè non dico mai di no. Mi piace vederli ridere e scherzare. Tranne quando torno dall'allenamento e mi riposo due ore, per il resto la giornata è per i miei figli.

Come riesci a gestire due figli e il tuo lavoro?

Lion vive con me, ma non è più fortunato. A Pia cerco sempre di dire che Lion è come lei, solo che è difficile spiegare ad una bambina di 5 anni come mai suo fratello è sempre con papà e lei no.

Qual è la cosa più bella che ti ha detto Pia?

Eh, lei è una bambina che parla tantissimo. A volte ti lascia a bocca aperta perchè non ti aspetti quello che dice. Una cosa che ha detto in particolare...forse la prima volta che mi ha chiamato papà.

Tu non sarai con la Nazionale l'estate prossima, perchè l'Italia non andrà al Mondiale. Cosa ne pensi e cosa pensi di Ventura? Qual è il motivo per cui non sei stato convocato secondo te?

Non c'è bisogno di dare a Ventura aggettivi negativi. Come se in finale di Champions la mia squadra è sotto 1-0 e io sbaglio il gol del pareggio al 91', poi sbaglio un'altra occasione al 92'. Quando torno a casa già so di non aver fatto il mio lavoro, non ho bisogno dei giornali che mi ricordino che faccio schifo. Io l'ho incontrato una volta, è venuto a parlarmi a Nizza. Mi disse che mi teneva in considerazione, che il gruppo era fatto, che non gli interessava tanto come giocavo ma voleva che io fossi un leader della mia squadra. Non voleva avere garanzie sul gioco, voleva che io fossi qualcuno a cui gli altri potevano ispirarsi, un esempio positivo. Io dissi che erano cose che già facevo e allora mi chiese come mai i miei comportamenti nel passato. La mia risposta fu che il passato era il passato e che poteva parlare con il mister del Nizza per avere notizie. Era inutile che stessi io lì a dire quanto sono bravo, quanto sono leader. Se poi ci sono motivi tattici o tecnici per non chiamarmi io lo rispetto, ma se poi il motivo è che non sono leader e io invece credo di non fare diversamente in campo...allora non so cosa dire. Ho sempre aspettato, alla fine non mi ha chiamato. Era come se cercasse sempre una scusa per non chiamarmi. Sinceramente se mi chiedessero come mai non sono stato convocato io non saprei dare una risposta.

Ti rivedremo presto in Nazionale?

Se c'è Ventura non credo. No scherzo, spero di esserci sì. Ci tengo in maniera incredibile alla Nazionale. È sempre stato un sogno di mio papà vedermi con la maglietta azzurra. Spero chiunque ci sia mi chiami. Poi io rispetto sempre le opinioni di tutti, come quelle di Ventura che non mi ha chiamato.

Torneresti in Italia e torneresti dove sei già stato?

Al Milan? Sapendo il rapporto che ha il procuratore con la dirigenza non credo.

Potresti tornare al Milan?

Io amo il Milan, ma devo anche essere sincero. Il Milan è in una situazione complicata, non vorrei mai andare al Milan pensando di essere il salvatore e invece trovarmi ad avere colpe non mie. Già mi è successo che dicessero che ero io la causa di tutto. Questi giorni volevo andare a Milanello a salutare, avevo sentito Abate ma alla fine i dirigenti hanno preferito di no perchè la squadra è in ritiro. Mi dispiace non essere andato, mi avrebbe fatto piacere. Non so chi sia che non mi ha voluto, so solo che non è molto amico del mio procuratore.

Cosa devi fare secondo te per convincere il mondo che sei un giocatore di calcio che segna 16 gol in 21 partite?

Sinceramente non mi sveglio la mattina pensando che devo far cambiare idea al mondo, ognuno ha la sua idea. Non mi sono mai fatto questo problema, io sono io, un uomo maturo, padre e giocatore. Cerco di fare queste tre cose insieme nel migliore modo possibile, se qualcuno mi vuole giudicare per qualcosa che ho fatto nella mia vita privata lo faccia pure. 

Quale sarà il tuo futuro calcistico?

Non lo so. Ho chiamato Mino qualche giorno fa e gli ho chiesto cosa dovevamo fare a gennaio, anche lui mi ha detto che non lo sa. Io gli ho detto che voglio rimanere, lui mi ha risposto: "Vediamo".

Che idea ti sei fatto della proprietà del Milan?

Eh, la proprietà del Nizza si conosce, quella del Milan no. Io a Nizza so chi è il presidente, del Milan ancora non l'ho capito.

Il Manchester City sembra imbattibile.

Amo Manchester, amo la squadra e la società. È stato l'anno più bello della mia vita, ci tornerei gratis. Sono felice che stanno andando così e gli auguro di vincere a 20 partite dalla fine del campionato.

I tuoi sogni? Nella vita e nello sport

Nella vita il sogno sarebbe vivere con i miei figli, avere entrambi a casa con me. Nel calcio invece essere il più forte di tutti, devo lavorare ancora tanto e non ho più 18 anni. Secondo me sono sulla strada buona per fare bene. Già da piccolo dicevo a mia mamma che volevo essere il più forte di tutti, solo che fino a pochi anni fa prendevo il calcio come un gioco. Ora lo vedo come un lavoro, per migliorarmi. Vediamo dove arriverò, è più una sfida.