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Italia, De Rossi: "Tornare in Nazionale? Se il Ct mi chiama... Voglio vincere con la Roma prima del ritiro"

Calcio
Daniele De Rossi con la maglia dell'Italia (Getty)

Il mediano giallorosso è tornato a parlare dei colori azzurri dopo la disfatta contro la Svezia: "Si è chiuso un ciclo, io ho 34 anni ma se il nuovo commissario tecnico si farà vivo dicendomi di avere bisogno... Non è che abbia messo dei paletti. Futuro? Niente giacca e cravatta"

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Daniele De Rossi è stato tra i protagonisti della brutta serata che ha escluso l’Italia di Giampiero Ventura dal Mondiale in Russia; il centrocampista non è entrato in campo a San Siro contro la Svezia ma il suo sfogo in panchina durante il primo tempo ha fatto il giro del mondo - così come le lacrime che il giocatore della Roma, al pari di tanti suoi compagni, ha versato nel post gara. Dopo il fischio finale, tra la delusione di tutto un ambiente da ricostruire, De Rossi aveva poi dato anche l’addio ai colori azzurri e proprio di quella decisione il calciatore classe 1983 è tornato a parlare nel corso di un’intervista alla rivista dell’AIC 'Il Calciatore': "L'addio alla Nazionale? Con la partita con la Svezia penso si sia chiuso il ciclo di alcuni di noi e del resto, quando si fallisce, bisogna pur sapere fare un passo indietro. Ora sceglieranno un nuovo allenatore, bisognerà vedere; ce ne sono di giocatori forti. Io però la Nazionale l'ho sempre vista come una famiglia e non è che proprio abbia messo un paletto, punto e basta. Se capita, chissà: se l’allenatore dovesse farsi vivo con me e se dovesse ritenermi utile o dicesse di avere bisogno, allora… Di certo gli anni sono quelli che sono e sono sempre 34".

"L’età è quella che è, ma…"

Una piccola apertura a un ritorno, dunque? De Rossi chiarisce che all’età non si può sfuggire e che la disfatta contro la Svezia ha di fatto chiuso un ciclo. Ma la sua decisione sembra tutt’altro che definitiva, tanto che il calciatore della Roma potrebbe seguire la stessa strada percorsa da Gigi Buffon. Anche il capitano azzurro, infatti, dopo aver detto addio alla Nazionale tra le lacrime proprio sul campo di San Siro ha poi fatto marcia indietro dopo aver parlato con il nuovo commissario tecnico Luigi Di Biagio, dando disponibilità allo stesso ct in vista delle prossime amichevoli contro Argentina e Inghilterra. A questo punto potrebbe non essere del tutto escluso un ritorno nemmeno da parte di De Rossi che ancora una volta non ha esitato ad esprimere tutto il suo attaccamento ai colori della Nazionale e che potrebbe, con la sua esperienza, essere molto utile in vista della rivoluzione iniziata nelle scorse settimane proprio con Di Biagio. A fine mese intanto è previsto il primo stage di questo nuovo ciclo, da capire se dopo quello di Buffon, anche De Rossi potrà eventualmente tornare ad essere un uomo su cui puntare ancora.

"Futuro? Niente giacca e cravatta"

E ancora: "Potrei anche chiamarla utopia, so che sono più vicino a smettere ormai, ma il sogno che mi rimane è di vincere qualcosa di grande con la Roma. Noi siamo forti, ma so che ce ne sono di più forti di noi ma non posso smettere di sognare, anche perché questo vorrebbe dire che finirei per allenarmi più piano, mangiare peggio, andare a dormire più tardi". ha aggiunti il centrocampista passando poi a parlare della sua storia con la Roma. "Mi piace la vita che faccio e so già che soffrirò quando me ne staccherò. Al dopo ci penso, non voglio arrivare a svegliarmi una mattina e ritrovarmi a dire 'che faccio adesso?'. Allora ci penso, senza togliere spazio e forze al presente. Non mi piace la cravatta, mi vedo meglio ancora con gli scarpini ai piedi. Io allenatore un giorno? Forse, credo che fare il secondo potrebbe essere un qualcosa che mi andrebbe bene, che so, con Di Francesco o Spalletti o altri con cui mi sono trovato bene in campo. Così sì, per stare ancora sul campo e vivere lo spogliatoio, niente giacca e cravatta".