Parla l'allenatore italiano, quest'anno alla guida del Nantes: "Non c'è stato ancora nessun contatto con la Nazionale, ma se dovessero chiamarmi andrei dal mio presidente per chiedere di lasciare la società"
Dopo la straordinaria avventura in Premier League sulla panchina del Leicester, quest'anno Claudio Ranieri sta affrontando un'altra importante esperienza all'estero. Questa volta in Francia, alla guida del Nantes: quinto posto in classifica, per un'altra stagione davvero positiva per l'allenatore italiano. Ma se chiamasse l'Italia? "Qualsiasi allenatore italiano vorrebbe allenare la Nazionale italiana – ha dichiarato a L'Originale lo stesso Ranieri - Io ho un contratto con il Nantes di due anni, non ho avuto alcun contatto e quindi non posso dire nulla. Ma se dovessi avere una richiesta andrei dal presidente per chiedere di lasciare la società. Se Tavecchio mi chiamò per sostituire Conte? No, non mi ha mai chiamato nessuno".
"Balotelli ha grande qualità, ha sprecato molto"
Un altro italiano in Francia è Mario Balotelli, affrontato proprio nell'ultima giornata con il suo Nizza. Ranieri parla anche di lui: "Balotelli ha un grosso potenziale, non dico nulla di male se ha sprecato molto nella sua gioventù. L'importante è che lo abbia capito, perchè ha grandissima qualità. Domenica ci siam salutati prima della partita. Il campionato francese? Qui c'è una squadra extraterrestre, ovvero il PSG. Poi Marsiglia, Lione e Monaco lottano alle sue spalle. Dietro ci sono altre ottime squadre e tanti giocatori forti. Spesso vengono qui tanti osservatori da tutta Europa".
"Napoli e Juve grandi squadre, sono allenate bene"
E se in Francia c'è una squadra sola al comando, in Italia c'è una corsa avvincente per lo scudetto tra Napoli e Juventus: "Il gioco della Juventus è il tipico gioco all'italiano, che Allegri sviluppa molto bene - spiega Ranieri - Sanno giocare anche con una squadra lunga, mentre Sarri vuole il suo Napoli in 25 metri. Sono due squadre allenate molto bene, forse la Juve fa ruotare meglio i calciatori ed è abituata meglio alle due competizioni. Che poi non è tanto una fatica dal punto di vista fisico, quanto dal punto di vista nervoso. Giocare ogni tre giorni non è facile, puoi correre anche di meno ma spendi di più mentalmente. Poi bisogna vedere come si corre, sono gli sprint che fai, quanti scatti: è questo che conta, non il chilometraggio totale. Napoli in Europa? Sarri ha fatto le sue considerazioni, conosce i suoi calciatori e il Lipsia. Questa è una grossa realtà in Germania, va prendere ottimi giocatori in giro per il mondo. Sarri viene criticato per non far giocare tutti i suoi big, in quel caso ha scelto di far riposare alcuni giocatori e non pensava sarebbe andata così".
"Roma, Under ha acceso la luce in attacco"
Sul momento della Roma e sulla sfida di Champions League contro lo Shakhtar Donetsk aggiunge: "La Roma aveva il problema di segnare pochi gol rispetto alle altre squadre italiane, ora ha trovato questo Under ed è una gran cosa. Nainggolan riportato dietro Dzeko gli può dare l'opportunità di tirare più in porta. Mi auguro che la Roma faccia bene in Champions League e in campionato. Di Francesco sta facendo un buon lavoro, Monchi è al primo anno qui e non è facile capire subito il campionato italiano e la realtà di Roma. Shakhtar fermo in campionato? Non so se è uno svantaggio, dipende da che calciatori hai e che campionato giochi. In Italia si consumano tante energie, poi non conosco la realtà ucraina. Ricominciare con una partita così non è il massimo, per la Roma potrebbe essere una buona cosa".
"Dilly ding dilly dong? Non lo faccio da Leicester"
Poi Ranieri parla di sé, dalle uscite pubbliche al famoso 'Dilly ding dilly dong': "Ci sono dei momenti in cui l'allenatore deve uscire allo scoperto e difendere la propria squadra, per poi dire la verità negli spogliatoi. Davanti alla stampa e ai media, invece, deve tirare fuori l'orgoglio e la grinta della squadra. Il Dilly ding dilly dong? Lo facevo a mia figlia quando era piccola, a Cagliari hanno ancora la mia campana. Il capitano Bernardini mi mandò la foto. E' dopo Leicester che non l'ho più fatto, per il momento non lo faccio più".
"A Cagliari e Leicester ho avuto grandi gruppi"
"Il miglior gruppo che ho avuto? Il calcio è cambiato tantissimo, quando ho iniziato ad allenare io non c'erano i telefonino – prosegue Ranieri - Quando eravamo in ritiro c'era soltanto il telefono, ci ritrovavamo all'ultimo bar, suonavamo la chitarra e giocavamo a biliardino. Lì si faceva gruppo e arrivammo dalla Serie C alla Serie A. Oggi ci sono i social, i gruppi si formano meno. Ma, dopo Cagliari, il miglior gruppo che ho visto è stato quello del Leicester. I ragazzi si volevano bene, si vedeva anche in campo: quando c'era una zona scoperta, c'era sempre qualcuno pronto a sostituire il compagno nella zona di campo. Capisco bene il lavoro che fanno i media, per cui sappiamo benissimo che quando le cose non vanno bene si va un pochino oltre. Questo succede spesso in Italia e Spagna, meno in Inghilterra e Francia. Io amo il mio lavoro, senza allenare sto male. Preferisco essere stressato, anche se non lo sono mai stato".
"Mourinho? Il primo ad attaccarlo sono stato io, ora ci stimiamo"
Ranieri poi racconta il suo rapporto con Mourinho e dei retroscena: "E' un competitivo, uno che ti dice le cose in faccia. Ai tempi lo attaccai io per primo, dicendo che in Portogallo ogni dieci anni il Porto vince sette campionati, poi due li vince il Benfica e uno lo Sporting. Poi capii di essermi preso una bella gatta da pelare. Sono stato all'Inter dopo di lui, il team manager fece da intermediario. E da lì è nato un ottimo rapporto di stima, quando seppe che mi avevano esonerato dal Leicester mi chiamò e mi disse 'devi vedere cosa faccio domani'. Non mi sarei mai aspettato che sarebbe arrivato in sala stampa con la mia maglia. Le liti con Conte? Non so che dire, ognuno reagisce a suo modo".