L'attaccante della Nazionale ha parlato durante la presentazione del libro "Demoni" di Alessandro Alciato: "C'erano cose che non capivo da ragazzino, ora so. Il razzismo? C'è ignoranza e paura della diversità. Credo che concedere la cittadinanza soltanto dopo i 18 anni sia una cosa sbagliata"
Un tema che è ritornato prepotente anche nel calcio, in particolare dopo quello striscione a sfondo razzista esposto a San Gallo durante Italia-Francia e stigmatizzato da Mario Balotelli attraverso il suo profilo Instagram. E proprio SuperMario è intervenuto a Torino alla presentazione del libro di Alessandro Alciato "Demoni": "Brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni, da giovane è stato difficile non essere riconosciuto come italiano - ha spiegato Balo - Sono nato e cresciuto in Italia e non sono mai stato in Africa purtroppo. Non sono un politico, ma penso che la legge debba essere cambiata. Mi sento di lanciare un appello per questo".
"Nella mia vita ci sono stati tanti razzisti, anche ignoranza e paura del diverso - ha spiegato ancora-Quando ero più piccolo la vedevo in maniera differente, era molto difficile. C'erano cose che ancora non capivo e che ora so: piano piano si può cambiare, non è facile". Per quanto riguarda, invece, la convocazione in Nazionale arrivata con Roberto Mancini: "L'ho visto tre settimane fa - ha spiegato - L'ho avuto in passato, è un grande allenatore, per me è una persona speciale. Ma la convocazione non è stata solo l'effetto della maturazione, la convocazione è arrivata per meriti sportivi. Poi se uno è maturato lo si vede in campo".
Il botta e risposta con Salvini
"Dove andrò a giocare? All'avvocato Rigo (collaboratore di Raiola, ndr) ho detto che lo sa Salvini dove giocherò... - Balo scherza - Davvero non so dove andrò a giocare, se in Italia o all'estero. Torino mi piace, è una bella città. Come prenderebbero i tifosi del Nizza un mio passaggio al Marsiglia? Non lo so...". Non si è fatta attendere la risposta di Matteo Salvini che attraverso Twitter ha inviato questo messaggio: "Caro Mario, lo “ius soli” non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone".