Biagianti, dal calcio al futsal ma con Catania sempre nel cuore
la storiaDopo una vita passata al Catania, Biagianti ha accettato la sfida di cambiare vita e professione. Lo scorso 9 febbraio ha esordito nella Serie A del calcio a 5: "Non conocevo nemmeno le regole, ora invece mi sto innamorando di questo sport"
Ci sono grandi storie d’amore che non conoscono l’happy ending, quella fra Marco Biagianti e il Catania Calcio è stata una di queste. Il 24 settembre dello scorso anno la bandiera rossoazzurra annunciava il ritiro: “Volevo giocare ancora, ma se non posso più giocare con questa maglia, non sento più il bisogno di andare avanti". Quando spendi oltre 13 anni difendendo gli stessi colori, venendo riconosciuto come simbolo da tutta la città, non è questa la fine che immagini per la tua carriera.
L’idea
L’eco della decisione di Biagianti arriva fin sulla scrivania di Enrico Musumeci, patron della Meta Catania. Il numero uno etneo non si fa pregare e invita lo storico capitano agli allenamenti della sua squadra che gioca nella Serie A di futsal. Provocazione o lucida follia? Probabilmente entrambe, ma la proposta stuzzica la fantasia dell’ex Catania che prende la sfida sul serio e viene tesserato per la Meta. È ottobre quando Biagianti inizia ad allenarsi in gruppo: con un rapido fast forward arriviamo al 9 febbraio, quando il numero 27 viene fatto entrare per la prima volta in campo da coach Samperi. Nel mentre quattro mesi di allenamenti e difficoltà, cercando di entrare nelle dinamiche di uno sport che scopre totalmente diverso dal calcio: “Quando ho iniziato non conoscevo bene neanche tutte le regole – racconta Biagianti stesso -. Come ho messo il piede in campo per la prima volta ho capito che sarebbe stata dura. Sono rimasto sorpreso da quanto si lavora, probabilmente più di quanto facessimo fra i professionisti nel calcio a 11. Il futsal richiede intensità e concentrazione costanti, è una sfida che mi dà grande carica”.
Un pizzico di follia
Rimettersi in gioco a 36 anni, dopo una vita spesa fra i “Pro” ed esponendosi al rischio della figuraccia non è da tutti: “Ci volevano coraggio e un pizzico di follia per fare questa scelta, ma nella vita bisogna esserlo. Il percorso che mi ha portato all’esordio è stato tutt’altro che semplice. Altre volte mi sentivo già pronto per esordire, ma ho avuto qualche acciacco fisico che mi ha rallentato – prosegue Biagianti -. Mi porto dietro un trascorso di infortuni che devo gestire: la diversa superficie del campo, più dura rispetto all’erba, non mi aiuta. Difficoltà ne ho avute anche nel capire il gioco, ma in questo lo staff tecnico, la società e i compagni sono stati importanti: non mi hanno mai fatto sentire un peso, dandomi una forza in più per provare a migliorarmi”.
"Esempio"
Sul suo profilo Instagram Biagianti ha ringraziato famiglia e società per un esordio che gli ha ricordato quello sul neutro del Via del Mare di Lecce, in un Catania-Roma 0-2 dell’aprile 2007. Al post ha risposto anche Carmelo Musumeci, che della Meta Catania è il capitano, lui catanese doc cresciuto tifando rossoazzurro che ora si ritrova il suo idolo come compagno di squadra: “esempio” gli ha scritto Melo aggiungendo due cuoricini dai colori facilmente intuibili. “Mi confronto tanto con Carmelo, parliamo tanto e abbiamo molte cose in comune. Lui è un grande campione, un giocatore della Nazionale, è fortissimo. Non è l’unico tifoso del Catania qui alla Meta, mi fa piacere essere un esempio, ma sono loro a esserlo per me. Sono io a chiedere consigli sul gioco, sui movimenti, sugli schemi”.
L’esordio
Il 9 febbraio 2021 il primo ingresso in campo in Serie A nella sfida poi vinta contro i liguri del CDM. Pochi minuti assaggiando il parquet e il livello del massimo campionato: “Una bella emozione, ci sono arrivato tramite un percorso lungo e pieno di ostacoli, non sempre è stato semplice andare avanti, ma mi ero prefissato questo obiettivo e ora voglio continuare su questa strada. Sono certo che sarebbe molto più facile per un giocatore di futsal adattarsi al calcio a 11 che il contrario. In squadra ho compagni fortissimi che, dopo un periodo di inserimento, potrebbero fare benissimo anche fra i professionisti sull’erba”.
Innamorato del futsal
Alla fine è questo quello che fa il futsal: ti rapisce, ti strega, ti fa innamorare e non lo abbandoni più. Anche se sei stato un giocatore di calcio professionista e del futsal non conoscevi neanche le regole. “È un gioco estremamente emozionante – conclude il 27 – nel quale c’è enorme passione in ogni ambito, col passare del tempo, conoscendolo sempre meglio, me ne sto innamorando”.