Superlega, un anno dopo: nascita e fine (apparente) del progetto. Come stanno le cose oggi
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Il 19 aprile, poco dopo la mezzanotte, arrivava l'annuncio choc che era pronto a rivoluzionare il mondo del calcio: la nascita della Superlega. Un progetto nato ufficialmente e poi 'chiuso' in appena 48 ore. Ma non è ancora finita: ripercorriamo le tappe e vediamo qual è la situazione attuale...
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- Lunedì 19 aprile 2021, quando è passata da circa mezz'ora la mezzanotte, arriva l'annuncio che sciocca il mondo del calcio. "Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori"
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- La Superlega nasce per risanare i conti del calcio che vede complessivamente il bilancio in rosso di circa 5 miliardi. L’idea degli organizzatori è aumentare il numero di partite più accattivanti per coinvolgere le generazioni più giovani e arrivare ai tifosi di tutto il mondo
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- JP Morgan finanzierà il progetto con un prestito di 3,5 miliardi di euro che dovrà essere restituito nell’arco di 15 mesi. Ogni società avrà subito una cifra stimata fra i 100 e i 350 milioni. L’obiettivo è quello di fatturare in un anno 4 miliardi.
- Circa 900 milioni serviranno per spese di organizzazione e restituzione del debito, il resto andrà ai club che guadagneranno singolarmente tra i 55 e i 250 milioni all’anno. Inoltre è previsto un salary cap: le società potranno spendere al massimo il 55% dei propri introiti negli stipendi per i giocatori
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- Una competizione infrasettimanale a cadenza annuale composta da 20 squadre, divise in due gironi da 10
- Una prima fase ‘all’italiana’ con partite di andata e ritorno fra squadre dello stesso girone
- Segue, poi, una fase a eliminazione diretta che coinvolge soltanto 10 squadre. Le prime tre di ogni girone direttamente ai quarti di finale assieme alle vincenti degli spareggi fra le quarte e le quinte classificate
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- Gli accoppiamenti dei quarti sono determinati dalla classifica dei due gironi (prima di un girone contro la vincente dello spareggio quarta/quinta dell’altro, seconda contro terza, ecc.). La finale in gara secca su campo neutro. 18 le partite garantite a ciascuna partecipante
- La Superlega si disputa durante la normale stagione calcistica e si pone quindi come alternativa alla Champions League, con gare infrasettimanali, ad eccezione della finale prevista nel weekend
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- Già prima dell'annuncio ufficiale, Uefa e federazioni nazionali comunicano in anticipo che "resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto"
- I club che intendono separarsi rischiano l'esclusione dalle competizioni Uefa, dai rispettivi campionati nazionali e i calciatori coinvolti potrebbero non essere più convocati in nazionale. Anche l'ECA (che vede le dimissioni del presidente Agnelli) si schiera contro
- Alcuni club, come il Bayern Monaco e il Psg, respingono l'idea della Superlega
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- Anche la Fifa prende posizione contro: "Restiamo fermamente a favore di un calcio solidale e di un modello di ridistribuzione equa delle risorse che possa aiutare a sviluppare il calcio come sport. Qualsiasi competizione dovrebbe sempre riflettere i principi fondamentali di solidarietà, inclusività, integrità ed equa ridistribuzione finanziaria. La Fifa non può che esprimere la sua disapprovazione per una lega separatista europea chiusa"
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- A far scricchiolare il progetto è l'ingresso in campo del mondo politico. Il premier inglese, Boris Johnson, afferma: “La creazione di una Superlega europea sarebbe certamente dannosa per il calcio: appoggeremo ogni iniziativa che le autorità calcistiche vorranno intraprendere contro questo progetto"
- Draghi spiega che "il governo sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport"
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- A contribuire alla 'morte' del progetto sono anche i tifosi. In particolare in Inghilterra, quelli delle “big six” manifestano con striscioni e cartelli affissi fuori dagli stadi contro i loro stessi club e la Superlega
- Alle 22.30 di martedì 20 aprile il Manchester City è ufficialmente il primo club ad abbandonare il progetto
- In breve tempo fanno un passo indietro anche gli altri club: a parte Real Madrid, Juve e Barcellona tutti comunicano ufficialmente la loro uscita e alcuni di essi chiedono anche scusa ai tifosi
12/20
- Durante la notte di mercoledì 21 aprile la Superlega precisa la propria posizione con un comunicato: "Siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente allineata alla legge e ai regolamenti europei. Date le circostanze attuali, riconsidereremo i passaggi più appropriati per rimodellare il progetto"
- In 48 ore la Superlega si sfalda. La Juve comunica che "il progetto, allo stato attuale, presenta ridotte possibilità di compimento"
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- Lo scorso novembre il Parlamento Europeo vota una relazione sulla politica dello sport nell'Unione europea in cui, in uno dei punti principali, si sottolinea l'importanza di "un modello europeo di sport che riconosca la necessità di un solido impegno per l'integrazione dei principi di solidarietà, sostenibilità, inclusione, competizione aperta, merito sportivo ed equità, e di conseguenza si oppone fermamente alle competizioni scissionistiche che minano questi principi e mettono in pericolo la stabilità dell'ecosistema sportivo in generale"
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- Al Business of Football Summit di marzo, Andrea Agnelli spiega: "La Superlega non è fallita. Ritengo che il calcio in Europa abbia un disperato bisogno di riforme, l'Uefa sapeva che come presidente della Juventus stavo lavorando a qualcosa di diverso. Il progetto è un lavoro collettivo di 12 squadre che hanno firmato un contratto di 120 pagine, che resta vincolante per 11 di quei club. Il compromesso non è più una scelta, abbiamo bisogno di cambiamenti più profondi"
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- Allo stesso evento arriva la risposta di Ceferin: "Sono stanco di questo progetto non calcistico (definito successivamente 'Terrible League' ndr). La prima volta lo hanno lanciato nel mezzo della pandemia, ora durante una guerra: vivono in un mondo parallelo. Mentre noi ci preoccupiamo di salvare giocatori in questa situazione, loro vogliono rilanciare questo progetto. I tifosi per loro sono dei consumatori. Possono giocare le loro competizioni, non glielo vieta nessuno, ma se lo faranno non potranno più disputare le nostre"
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- Il 19 aprile 2021, in concomitanza con l'annuncio della Superlega, il Comitato Esecutivo dell'Uefa approva la nuova formula della Champions che entrerà in vigore a partire dalla stagione 2024/25
- Il nuovo format aumenterà il numero di squadre partecipanti da 32 a 36
- Il meccanismo di partecipazione sarà lo stesso. Uno dei posti in più a disposizione andrà alla terza classificata in campionato nella quinta federazione del ranking Uefa
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- Un altro posto sarà assegnato a una vincitrice del campionato, portando da quattro a cinque il numero dei club che si qualificano attraverso il cosiddetto "Percorso Campioni"
- Da definire ancora come saranno assegnati gli altri due posti: c'è l'idea di decretarli in base al ranking, anche se è stata recentemente rigettata dal presidente Ceferin nel corso del Business of Football Summit
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- Non ci saranno più 8 gironi distinti ma un singolo girone
- Le 36 squadre verranno suddivise in quattro fasce in base al ranking: chi fa parte della prima affronterà due club dalla stessa urna, tre dalla seconda, tre dalla terza e due dalla quarta
- Ogni squadra ne affronterà dieci diverse, con 5 gare in casa e 5 fuori
- Le prime 8 andranno direttamente agli ottavi, quelle dal 9° al 24° posto andranno ai playoff (ritorno in casa per chi si piazza tra il 9° e il 16° posto)
- Variazioni simili saranno applicate in Europa e Conference League
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- Il 7 aprile l'Uefa ha approvato un nuovo regolamento sulla sostenibilità finanziaria: in vigore da giugno, entrerà gradualmente a pieno regime in tre anni
- L'obiettivo di sostenibilità finanziaria sarà raggiunto attraverso tre punti cardini: solvibilità, stabilità e controllo dei costi
- La solvibilità riguardo le posizioni debitorie scadute, quindi debiti "verso club, dipendenti, autorità sociali/fiscali e la UEFA": assicurerà una tutela migliore dei creditori, il tutto attraverso "controlli trimestrali e minor tolleranza verso i morosi"
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- Per la stabilità i nuovi requisiti saranno "un'evoluzione di quelli attuali di pareggio di bilancio, e porteranno una maggiore capacità alle finanze dei club. Il calcolo dei guadagni sarà simile al calcolo del risultato di pareggio di bilancio". Cambia lo scarto accettabile, che aumenta "da 30 milioni di euro in tre anni a 60 milioni di euro in tre anni"
- Infine una nuova norma per il controllo dei costi che "limita la spesa per gli stipendi, per i trasferimenti e per le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club"