Tuchel, un (nuovo) tedesco in Inghilterra: ecco cosa può portare

La nazionale inglese allenata da un tedesco. Oh my God! Tanto incredibile quanto bello vista la storia dei rapporti fra Inghilterra e Germania. Dopo aver idolatrato, e non solo a Liverpool, Klopp, ora tocca al suo amico Tuchel conquistare gli inglesi. Anche se parte avvantaggiato, visto che i tifosi del Chelsea ancora rimpiangono il suo esonero. Era arrivato a Londra a stagione in corso con i Blues in crisi, a maggio era lì a baciare la Champions vinta contro Guardiola. Cosa che ha sottolineato anche Rio Ferdinand, rispondendo alle tante critiche di chi dice che il ct dovrebbe essere inglese: “Non mi interessa la nazionalità, vogliamo il migliore e Tuchel è il massimo che si potesse trovare fra gli allenatori liberi con una certa esperienza internazionale. Se dovesse vincere il Mondiale o l’Europeo scommetto che tutti quelli che si lamentano brinderebbero con dodici pinte in suo onore… Ma vi rendete conto che ora abbiamo un commissario tecnico che ha vinto la Champions League contro il City di Pep?”. Questo il messaggio di Rio sui social, difficile dargli torto. Anche se comunque qualcuno gli ha risposto: hai ragione, ma preferivo un inglese. Che poi Thomas forse forse si sente quasi più british che deutsch o meglio, come aveva detto lui stesso in un’intervista a gennaio quando allenava ancora il Bayern, da allenatore si è sentito più apprezzato in Inghilterra che in Germania. Anche perché, vittoria della Champions a parte, al Chelsea aveva fatto un figurone gestendo due situazioni mica male: la rivolta dei tifosi per la Superlega e la cessione forzata del club da parte di Abramovich. In entrambi i casi è stato lui a metterci la faccia come i manager inglesi vecchio stile, quelli alla Sir Alex Ferguson per intenderci, portavoce del club in toto e non solo per le questioni sportive. Un’esperienza che ha cambiato Tuchel, arrivato a Londra con l’etichetta di genio della tattica ma complicato nei rapporti interpersonali tanto che sia a Dortmund sia a Parigi lo avevano mandato via nonostante avesse vinto la coppa di Germania e fosse arrivato in finale in Champions. Ha smussato gli angoli: il vecchio Tuchel non sarebbe mai stato in grado di gestire così bene la situazione degli ultimi mesi al Bayern, esonerato di fatto a febbraio ma in carica fino a maggio. D’accordo, per un mesetto ci ha rimesso un piede, che si era rotto prendendo a calci la porta dello spogliatoio durante il discorso motivazionale prima degli ottavi contro la Lazio, ma all’Allianz Arena avevano addirittura organizzato una petizione online pur di convincere il Bayern a cambiare idea. Ad un certo punto, dopo tutti i rifiuti ricevuti dalla dirigenza alla ricerca del suo successore, a Monaco avevano anche provato a trovare una soluzione per trattenerlo ma lì, giustamente, Tuchel ha tirato in ballo l’orgoglio. Anche perché la federazione inglese lo aveva già cercato in estate, appena capito che Southgate avrebbe lasciato. Già, Southgate. L’uomo della federazione. Da allenatore ha fatto tutto il percorso dalle nazionali giovanili a quella maggiore e nel 2011 aveva anche partecipato alla stesura dell'Elite Performance Plan, il sistema di sviluppo dei giovani che in pratica ha permesso all’Inghilterra di ritrovarsi, oggi, con gente come Saka, Palmer, Bellingham, Alexander-Arnold, Foden. E continuate voi l’elenco perché sono davvero tanti. Portati da Southgate a giocarsi due finali consecutive agli Europei. Ma a parte il fatto di averle perse entrambe, la sua Inghilterra non ha mai espresso un gioco ben definito: sempre troppo dipendente dalle idee dei singoli oppure incapace di trovare la collocazione tattica giusta a tutto quel talento. Ecco perché per esperienza internazionale, palmares, idee e gestione dei campioni, Tuchel rappresenta lo step successivo per l'Inghilterra. Visto il poco tempo a disposizione per lavorare con la squadra, trasmettere una filosofia di gioco a una nazionale è sempre complicato, ma senza dubbio il nuovo ct sarà in grado di inventarsi qualcosa di meglio che lasciare in panchina Palmer per tutto l’Europeo o piazzare Alexander-Arnold mezzala perché da terzino fa fatica a difendere. Poi c’è capitan Harry Kane che a Monaco stravedeva per lui. E viceversa. L'anno scorso Thomas aveva accolto in Baviera un re inglese, ora toccherà a lui, da tedesco, cantare God save the King a Wembley. Durante la conferenza stampa di presentazione, proprio nella pancia di Wembley, ha detto che non ha ancora deciso se lo farà o meno, ma ha anche aggiunto che nonostante il suo passaporto farà in modo di spegnere le critiche patriottiche. Anche perché in quanto a obiettivi, davanti alle telecamere e agli inglesi che lo ascoltavano, Thomas Tuchel ci è andato giù pesante: vincere il Mondiale 2026.