Lampard e il suo Coventry stanno facendo sul serio

Super Frankie Lampard. Il coro , che per anni ha riempito l’aria di Stamford Bridge e di qualsiasi stadio in cui giocasse il Chelsea, adesso è patrimonio della gente di Coventry. È la colonna sonora che accompagna la corsa degli ‘Sky Blues’, come vengono chiamati i giocatori del Coventry City FC, club che da 24 anni non gioca in Premier League e che ora, con Lampard in panchina, è tornato a sognare. Otto vittorie nelle ultime nove partite: una striscia di risultati così il Coventry non la metteva in fila da 55 anni. Un filotto che ha portato al quinto posto in classifica, risultato impensabile quando il 24 novembre era arrivato l’allenatore, con il club diciassettesimo, a soli due punti dalla zona retrocessione e reduce da un inizio con appena quattro vittorie in diciassette giornate. La carriera e… la Roma La rinascita in classifica del Coventry potrebbe coincidere con quella della carriera di Lampard allenatore. Si era vociferato che avesse pensato a lui la Roma prima di andare su Claudio Ranieri, proprio l’allenatore che aveva voluto Frank al Chelsea, lo aveva fatto acquistare dal West Ham e poi fatto esordire in maglia Blues nell’agosto del 2001. In molti a Roma avevano storto il naso: Lampard veniva dalla disastrosa seconda esperienza sulla panchina del Chelsea, quando nell’aprile 2023 aveva preso il posto di Potter vincendo una sola partita su undici. In realtà a ben vedere il Lampard bis al Chelsea è l’unica esperienza veramente negativa della carriera da allenatore di Super Frank, iniziata nel Derby County, con promozione in Premier League persa solo nella finale del playoff con l’Aston Villa. Il percorso era poi proseguito nel suo Chelsea, una squadra giovane e in ricostruzione nell’annata 19/20, eppure portata in Champions League e in finale di Fa Cup, prima dell’esonero dell’anno successivo. Poi l’Everton: con la salvezza ottenuta subentrando in corsa a Duncan Ferguson nella stagione 21/22. Frank ha dovuto aspettare un anno e mezzo la sua occasione di riscatto. Diciotto mesi in cui ha fatto quello che fanno gli allenatori in attesa di una chiamata: ha passato tempo con la famiglia, si è aggiornato, ha fatto visita ai colleghi, ha lavorato in televisione per la BBC agli ultimi Europei, aspettando l’occasione per dimostrare di non essere l’ennesimo ex grande giocatore che non riesce a sfondare da manager. Ripartire da Coventry ha un valore simbolico: la città delle Midlands fu praticamente distrutta dai bombardamenti degli aerei tedeschi nella Seconda guerra mondiale. È stata ricostruita dalle macerie. Sta provando a rinascere anche nel calcio: ha sfiorato la promozione in Premier League due anni fa ma perse a Wembley la finale dei playoff contro il Luton ai rigori. Sempre ai rigori l’anno scorso ha perso la semifinale di Fa Cup a Wembley contro il Manchester United, dopo un gol annullato per fuorigioco all’ultimo secondo dei supplementari. È un club che ha sofferto ai margini del calcio che conta e ora sogna davvero di tornare tra i grandi. Esattamente come Frank, Super Frankie Lampard.

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