Un Var a chiamata... senza Var

Come spesso accade, il modo migliore per comprendere il funzionamento di una nuova tecnologia/regola introdotta nel calcio è ascoltare Pierluigi Collina, capo del settore arbitrale della Fifa. Meno di un anno fa, nel Congresso Fifa di Bangkok, l'ex arbitro numero uno del mondo espose i risultati dei test effettuati durante la Blue Stars/Fifa Youth Cup e spiegò il funzionamento del 'Football Video Support', un Var a chiamata che però va... chiamato così soltanto dopo aver preso le opportune precauzioni. Non si tratta infatti del Var come lo conosciamo oggi nelle competizioni di alto livello, con una 'Vor' , eventualmente centralizzata come quella di Lissone per la Serie A, e soprattutto con i Var 'in carne e ossa' a monitorare la partita. E non si tratta nemmeno del cosiddetto 'Var Light', che è il Var attuale ma con meno telecamere. Nel FVS infatti le telecamere sono sì poche ma i Var e la Vor non esistono. E' l'arbitro ad andare direttamente a bordo campo dove, assistito da un tecnico, rivedrà l'azione incriminata ed eventualmente tornerà sulla propria decisione. La grande novità è però che a spedircelo saranno non i Var ma le squadre stesse con il cosiddetto 'challenge' . E' importante sottolineare che non cambiano le fattispecie per le quali è possibile cambiare una decisione presa sul campo, ovvero gol, rigori, cartellini rossi diretti e scambio di identità. In occasione di queste, se una squadra ritiene che l'arbitro abbia commesso un chiaro ed evidente errore, l'allenatore potrà richiamare attraverso il quarto uomo la sua attenzione e 'invitarlo' a bordo campo. Ovviamente andrà fatto nell'immediatezza, perché resta solido il principio che in caso di ripresa del gioco la revisione Var non sarà più possibile, e soprattutto senza perdite di tempo strumentali . L'allenatore dunque, o il suo vice in caso di sua assenza, e anche su segnalazione di un giocatore coinvolto nell'episodio, alzerà il braccio e ruoterà il dito nell'aria per interrompere il gioco o - se già fermo - ritardarne la ripresa, e subito dopo consegnerà al quarto ufficiale il cartellino che ufficializzerà la richiesta di 'challenge' . Il resto lo conosciamo: 'On Field Review' dell'arbitro a bordo campo ed eventuale correzione della decisione presa sul terreno di gioco. Con poche telecamere, è evidente che l'analisi dell'episodio potrebbe non fornire le prove necessarie per certificare l'errore che deve sempre essere 'chiaro ed evidente' . I 'challenge' saranno due a partita per squadra , e naturalmente se una richiesta di intervento avrà avuto successo non verrà conteggiata. Importante aggiunta è quella che riguarda i gol segnati: quando un gol verrà convalidato infatti ci sarà automaticamente un check del quarto ufficiale sulla regolarità dell'azione, e in caso di infrazione l'arbitro verrà richiamato a controllare ed eventualmente annullare il gol . Com'è ormai noto, la Figc ha chiesto all'Ifab la possibilità di sperimentare il Football Video Support in Serie C e nella Serie A Femminile di calcio a 11 già a partire dalla prossima stagione. Intanto l'esordio ufficiale in Italia è imminente: lo strumento verrà infatti utilizzato nelle Final Eight di Coppa Italia di Serie A maschile di calcio a 5 che si disputeranno a Jesi dal 19 al 23 marzo. Ai casi previsti dal protocollo, essendoci il tempo effettivo, si aggiungerà il controllo sul corretto funzionamento/uso del cronometro e su eventuali gol 'sulla sirena'. Quanto infine alla possibilità che il FVS rappresenti potenzialmente un primo passo verso un Var a chiamata vero e proprio, cioè con il challenge in aggiunta al monitoraggio 'classico' dei Var, al momento la risposta della Fifa è categorica: i due sistemi sono alternativi, e non c'è nessun motivo per aggiungere al controllo già effettuato durante tutta la gara dai Var quello delle squadre.

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Lorenzo Fontani