La favola di Alex Warren, sul palco a Milano con la maglia dell'Inter: ecco perché

Quella che stiamo per raccontare è quasi una favola. Di certo, ha un lieto fine. Ma il prologo e lo svolgimento sono di quelli belli complicati. Hanno tutti gli ingredienti del nostro tempo, perlomeno quelli più di contorno che però sono intrinsecamente parte della nostra vita: musica, sport e social. C’è un protagonista, Alex Warren. Ci sono degli antagonisti, tanto astratti nei termini quanto concreti: l’alcool e la depressione. C’è appunto tutto il materiale per una favola: ha voluto lui stesso definirla così. Lui che ha 24 anni, è cittadino statunitense, ha 3 milioni di follower su Instagram, 17 milioni su Tik Tok , 12 milioni mensili di ascolti su Spotify, circa 3 milioni di iscritti al canale YouTube. Definirlo non è semplice: influencer, vlogger , di recente certamente cantante. Lo sport? Ci torneremo a breve. Ah, giusto per la cronaca: per 2 anni è stato anche un senzatetto. Ma non per modo di dire. Per raccontare la storia di Warren, ci affidiamo alle 5 fasi narrative della favola schematizzate da Propp, narratologo russo che si studia ancora oggi nelle scuole. Perché c’è qualcosa che in questa storia ha una componente non percettibile, ma fondamentale, quasi fiabesca, che ha permesso a Warren di trasformare la sua vita in un sogno. Perché prima proprio non lo era. Prologo Di solito si comincia con C’era una volta… Ci proviamo anche noi: partiamo dall’inizio o pochissimo dopo, con Warren che a 9 anni è costretto a piangere la morte del padre. Un carcinoma impossibile da curare se lo porta via, e Alex vive con la mamma che deve affrontare però dei terribili demoni: l’alcool e la depressione. Esordio Come in ogni trama fiabesca, rispetto alla situazione iniziale qualche equilibrio si rompe. La vita da adolescente di Alex è difficile: ci sono i servizi sociali che mettono in discussione l’affidamento materno, c’è la voglia di guardare a un futuro che sembra lontano, quasi impossibile da raggiungere. C’è una passione, quella per lo skateboard e in generale gli sport con la tavola unita a quelli con i video. Così Alex inizia a riprendersi e se si guarda la sua pagina di Instagram, la sua primissima foto risale al 2015, cioè quando aveva 15 anni: è artistica, in bianconero, sullo skateboard. Sembra una foto normale, per un ragazzino di quell’età. Ma è solo l’inizio di una crisi. Peripezie/prove Di solito, per arrivare al lieto fine, il protagonista viene sottoposto a delle prove. Magari con degli aiutanti che durante il percorso gli consegnano gli strumenti giusti per superarle. A 17 anni, Alex viene cacciato di casa dalla madre e non sa dove andare. Letteralmente: non ha nulla, solo dei vestiti. E così comincia la sua vita da senzatetto, che lo porterà a essere ospitato dai suoi amici, adolescenti come lui: non è facile far digerire alle famiglie di ospitare un ragazzo così, che non dà problemi ma che evidentemente ne ha molti alle spalle. Così, ecco gli strumenti: le automobili e una videocamera. Prova 1. Warren si ritrova per due anni a dormire nelle macchine dei suoi amici, con i quali il giorno dopo si sposta per i dintorni di Carslbad a girare dei video. Comincia la sua carriera da vlogger, che ha un discreto successo su YouTube: Alex si riprende mentre suona, mentre viaggia, le cose che fa. Che sono normalissime: niente vite in pericolo, niente esperimenti assurdi . Solo, uno sguardo sul mondo con i suoi amici. E funziona sempre di più: viene seguito, ricondiviso, commentato. Decide anche di aprirsi un canale su Tik Tok, dove diventa ufficialmente un creator. “Non sempre i genitori ci capivano, pensavano che perdessimo tempo dietro a una telecamera con un ragazzino problematico”, hanno raccontato in qualche intervista i suoi amici. Era molto di più. Qualche anno dopo, proprio a uno dei suoi migliori amici Alex regalerà una macchina: un gesto che ha un significato tanto profondo, quanto evidente. “Ci sei sempre stato per me, sono felice ora di esserci anche io”. Prova 2. La fama cresce, e con lei anche la voglia di sperimentare e provare cose nuove. Warren intanto scopre l’amore, ed è una sottotrama incredibile. Grazie a internet, un’altra vlogger, Kouvr che viene dalle Hawaii, si innamora dei video di Warren e decide di volare fino in California per conoscerlo. Cominciano a viaggiare insieme, e decidono di fidanzarsi. Qualche anno fa si sono sposati , ora stanno insieme. Ma non è qui il Vissero felici e contenti. Prova 3. La terza prova è la più difficile, come sempre. E il ‘drago’ da affrontare per Alex diventa la musica. L’altra sua grande passione. Comincia a coltivarla con un pianoforte e la chitarra, poi realizzando piccoli brani che diventano virali perché usati su Tik Tok come colonna sonora degli utenti, quando postano i loro ‘normalissimi’ video. Quindi la cosa inizia a strutturarsi: Warren, che una casa intanto l’ha trovata, fonda la Hype House con degli altri crator. E' Los Angeles e a breve diventa uno spazio dove ci si ritrova per preparare e pubblicare i video. Anche musicali. Nel 2024 viene pubblicato ‘Carry You Home’ , il primo singolo veramente di successo che spariglia le carte. Warren raccoglie le sue canzoni in un album ‘You’ll be alright kid’ e comincia un world tour che lo sta portando ovunque. Scioglimento Superate le prove, arriva a poco a poco lo scioglimento della trama. Warren fa i concerti, è felice. E spesso sul palco lo vediamo indossare abbigliamento sportivo. In America usa quelle da hockey, e lo avete visto nel post subito sopra. A Dublino ha cantato con la maglia della Nazionale irlandese di rugby. In Danimarca con quella della Nazionale di calcio. E in Italia? Con quella dell’Inter. Tifa nerazzurri? No, e sarebbe poco reale anche solo pensarlo. Ma il calcio gli piace, e l’Inter da qualche anno sta portando avanti una campagna con artisti di varie etichette musicali, soprattutto quelli più emergenti, per far sì che cantino con la maglia da gioco sul palco. Detto, fatto. Ad Alex gli sport piacciono eccome e per lui vestirsi casual anche sul palco ha una ragione ben precisa: “Dimostrare che anche se adesso ho guadagnato tanti soldi, non sono cambiato. Continuo a comprare i miei vestiti senza particolari firme, mi piace essere esattamente come gli altri”. E in America, peraltro, la cultura di uscire di casa con maglie sportive è abbastanza diffusa. Soprattutto in California. Epilogo “Quando mi riguardo indietro, mi chiedo veramente se la mia vita sia come una favola” ha detto Warren in più interviste. “Io stesso stento a credere al successo che sto avendo: tutte le volte che salgo su un palco, faccio sempre un rapido viaggio a ritroso della mia vita e sono felice”. Il segreto? “Credere in quello che si fa. Quando vivevo in macchina, i miei amici e pure la mia fidanzata mi chiedevano se avessi un piano B. Ho sempre detto di no, che avrei sfondato con i video”. Forse la risposta è un po’ riduttiva, ma le favole non sempre dicono tutto: lasciano una traccia, una linea da seguire. E il finale di Warren è bello. Sotto tutti i punti di vista. Appendice Non tanto nelle favole, ma nelle narrazioni si inseriscono spesso dei commenti al termine di un racconto. Commenti o aggiunte, che nel testo magari trovavano poco spazio. Eccone qualcuna. La prima: nonostante il profondo valore che Alex dia ai social, della sua vita privata si vede pochissimo. Di base, posta solo video professionali. La seconda: da 7 anni, ha un piccolo proiettile conficcato nel polmone destro. Tutto è successo quando, a 18 anni, il padre di un suo amico per sbaglio gli ha sparato con una pistola di piccolo calibro che pensava fosse scarica. “Tutto quello che si dice sulle armi, è vero: bisogna sempre controllare se sono cariche o no, quando si gioca. E sarebbe meglio non giocarci” ha detto. Rimuovere il proiettile sarebbe più rischioso che tenerlo lì. “È assurdo, ma è una goccia nel mare rispetto alla mia vita”. La terza: il suo primo video su Tik Tok è una canzone , una cover solo piano di ‘Jealous’ di Labrinth, che come tipo di musica si avvicina molto al genere di Warren . Nel copy del video pubblicato, c’è un refuso: Labrith, senza la n. Ma è ancora un creator inesperto e lo possiamo accettare. Il problema è un altro: la cover è fatta così tanto bene che Tik Tok ha pensato a una violazione del diritto d’autore. Il video è muto.

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