Mainz e Friburgo puntano alto: quando la provincia sogna la Champions

La città del carnevale e quella più universitaria di tutta la Germania. Se parlate di Mainz e Friburgo ai tedeschi sono queste le cose che vengono in mente: Mainz, talmente vicina a Francoforte da esserne quasi un sobborgo, insieme a Colonia è la patria del carnevale tedesco, che da quelle parti inizia addirittura a metà novembre tanto ci credono. La squadra indossa ogni anno una maglia speciale e i tifosi colorano lo stadio con una creatività impressionante in quanto a travestimenti. Friburgo invece è forse una delle città più pittoresche di tutte la Germania, immersa nella Foresta Nera sembra uscita dalle fiabe dei fratelli Grimm. E, soprattutto, ci vivono praticamente solo studenti: visto che in Germania il costo della retta dell'università pubblica è molto contenuto, tutti studiano fuori sede e andare a farlo a Friburgo è l'obiettivo di molti. Ecco, la piccola guida turistica serviva per inquadrare il paradosso di due posti che, con queste caratteristiche e poco più di 200mila abitanti a testa, la prossima stagione rischiano seriamente di ospitare la Champions League. Mainz quarto in Bundesliga, Friburgo quinto a un punto di distanza, lasciando dietro squadroni come Lipsia e Borussia Dortmund. Fosse solo una potrebbe anche trattarsi della solita favola che il calcio tedesco regala ogni anno, ma due diventano un caso da studiare. Soprattutto perché, per esempio, giusto un anno fa il Mainz esonerava l'allenatore per provare a salvarsi, da Bo Svensson a Bo Eriksen è cambiato solo il cognome ma, in campo, tutto il resto. Giusto una settimana fa per dire il Mainz05 ha battuto il Lipsia alla Red Bull Arena nello scontro diretto per il quarto posto. E al momento è ancora l'unica squadra ad aver vinto contro il Bayern Monaco in questa stagione di Bundesliga. Anche la storia recente dell'SC Freiburg racconta di un cambio di allenatore, ma nel loro caso più soft: salutare la leggenda Christian Streich dopo tredici anni alla guida della prima squadra, e venti nel club, non è stato affatto facile ma lo stesso Streich, un personaggio incredibile che meriterebbe un racconto a parte, aveva già deciso che il successore sarebbe stato il suo vice Julian Schuster, 39 anni e anche lui una vita nel Friburgo. Dove la parola d'ordine è, appunto, local: dallo sponsor che è il consorzio del latte della Foresta Nera ai giocatori, vedi Noah Atubolu, il nuovo idolo di Friburgo. Portiere di 22 anni nato lì e cresciuto nelle giovanili, non prende gol da 486 minuti e ha già parato quattro rigori di fila in questa stagione. Oppure Vincenzo Grifo, di fatto adottato dalla città da quando nel 2015 in Zweite Liga, la B tedesca, stupiva tutti con le sue punizioni. Tanto che ancora oggi lo chiamano il 'Beckham della Foresta Nera'. Loro in Europa ci sono già stati e anche di recente, eliminati agli ottavi di Europa League nelle ultime due stagioni, nel 2022/23 a Torino contro la Juventus. Il Mainz invece non vede le competizioni europee dal 2016, ma guarda un po' l'anno scorso la loro Under19 era arrivata fino ai quarti di finale della Youth League, la Champions dei giovani. Che da quelle parti hanno sempre saputo scovare e crescere. Come nel caso di Jonathan Burkhardt, 24 anni, oggi capitano da 14 gol in 20 partite stagionali ma arrivato a Mainz quando di anni ne aveva 17 e, grazie all'aiuto del club, campione d'Europa con la Germania Under21. Insomma, saranno la città del carnevale ma in quanto a progettazione non scherzano, anche se a dire il vero a Mainz sono più famosi per lo scouting degli allenatori: Thomas Tuchel ha avuto lì la prima occasione di mettersi in mostra in Bundesliga, ma la vera opera d'arte era stata convincere un certo Jürgen Klopp, difensore a fine carriera, a smettere da un giorno all'altro per prendere in mano la squadra nella quale giocava dopo l'esonero dell'allenatore dell'epoca. Mica male per un posto dove francamente, carnevale a parte, non viene in mente di andare in vacanza. A Friburgo invece sono molto più abituati ad accogliere i turisti, ma ve lo immaginate il Real Madrid nella Foresta Nera fra mucche e casette in legno? O il Liverpool a giocare in uno stadio dove sono tutti mascherati? Beh, loro sì e non vedono l'ora.

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Niccolò Omini