Perché solo in Italia il calcio si chiama calcio?

Gli storici sono quasi tutti concordi ad assegnare l’invenzione del gioco del calcio agli inglesi ma la questione è molto complicata. Ci sono, infatti, molte testimonianze di giochi con la palla che risalgono all’antica Grecia nel IV secolo a.C. e all’Impero di Roma anche se, in Italia, le maggiori rivendicazioni sulla creazione dello sport più popolare al mondo arrivano da Firenze e dai suoi abitanti. Infatti, fu proprio nella città dei Medici che, durante il Rinascimento, si giocò il ‘calcio in costume’; un torneo vissuto con molta passione dai fiorentini che vide impegnati i quattro quartieri storici della città: gli azzurri di Santa Croce, i bianchi di Santo Spirito, i rossi di Santa Maria Novella e i verdi di San Giovanni. Queste sfide che, ancora oggi, si disputano con i costumi dell’epoca nello scenario fantastico di Piazza Santa Croce, più che a delle partite di calcio, assomigliano a uno sport misto di rugby, calcio, pugilato e lotta libera. Il torneo si disputa ogni anno nel mese di giugno in occasione dei festeggiamenti del santo patrono: Giovanni Battista. Allora se le fonti storiche ci evidenziano molte esperienze antiche diffuse un po' ovunque, perché è corretto assegnare l’invenzione del calcio agli inglesi? Per un motivo molto semplice. Qui, nelle public schools, furono stabilite, a partire dal 1848, le prime regole del gioco del football in modo da delineare una netta differenziazione con il rugby; ciò a partire dalla dimensione della palla, dal tempo di gioco degli incontri e dal numero dei componenti delle squadre che si dovevano affrontare. A proposito del numero dei giocatori, nel 1862, fu stabilito che le squadre fossero composte da undici calciatori uniformandosi, così, alle regole del cricket. Sempre in quell’anno fu regolamentato che ci fosse un arbitro neutrale a dirigere il gioco e che il tempo degli incontri fosse della durata di 75 minuti. Il 24 ottobre 1857 fu fondata la prima società: lo Sheffield Football Club che, il 26 dicembre 1860, affrontò l’Hallam nella prima partita ufficiale della storia del football. Ma se in tutto il mondo si parla di football, perché soltanto in Italia si usa la parola calcio per indicare lo sport nazionale più popolare in assoluto? Qualcuno può pensare che questa fu una precisa scelta del regime fascista che, in nome di uno spiccato nazionalismo, non tollerava l’uso delle parole inglesi e straniere, più in generale. Le cose, però, non stanno così, perché l’uso del sostantivo calcio al posto di football fu adottato molti anni prima dell’ascesa al potere di Benito Mussolini. A cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 il termine calcio fu utilizzato nelle pubblicità di quelle società che vendevano materiale in grado di produrre acetilene con ovvio riferimento all’elemento chimico. A spingere per l’uso del termine calcio per indicare ciò che in tutto il mondo è unanimemente chiamato football, ci pensò un signore misconosciuto con baffoni e barba lunga: Luigi Salvatore Bosisio. Nato il 12 febbraio 1869 a Serradifalco, in provincia di Caltanisetta, Luigi era figlio di un dirigente ferroviario milanese che si trovava nell’isola con la famiglia, per costruire una nuova linea ferroviaria. Bosisio abbandonò la Sicilia e si trasferì, ben presto, a Milano; qui entrò nella rosa della squadra di football della Mediolanum, una società sportiva nata nel 1896 per la pratica della disciplina della ginnastica. Il 15 maggio 1898, all’interno di questo sodalizio, sorse anche la sezione calcistica; il colore della divisa fu bianca e nera e sul petto fu cucito lo stemma della città: una croce rossa su sfondo bianco. I giocatori si allenarono nel cortile del Castello Sforzesco vicino al Parco Sempione. Bosisio giocò nel ruolo di difensore, nel 1902 terminò la sua carriera di calciatore e un anno dopo divenne un dirigente della società che, nel frattempo, vide la separazione tra i ginnasti e i calciatori; quest’ultimi fondarono il Milan. Il baffuto ragioniere milanese mostrò subito grande passione per il nuovo incarico e senza perdere tempo, per prima cosa, decise di modificare il regolamento del gioco adeguandolo alle direttive che provenivano dall’International Board. Il cosiddetto ‘codice Bosisio’ fu pubblicato prima da ‘La Gazzetta dello Sport’ il 16 gennaio 1903 e, poi, da ‘Il Ginnasta’, il 15 febbraio di quello stesso anno. Questo fu il primo regolamento scritto in italiano a beneficio delle nascenti società italiane che, fino a quel momento, si erano dovute basare sulle norme inglesi sbarcate nel porto di Genova insieme ai marinai d’oltre Manica e che furono fondamentali per la fondazione del Genoa alla fine del XIX secolo. Poiché Bosisio fu un tenace sostenitore di società sportive fatte solo da atleti italiani e che in molte province del Nord mandavano avanti con “italico ardore” la passione per il football, lui stesso fece la rivoluzionaria proposta di utilizzare il termine ‘calcio’ e di sostituirlo al termine inglese ‘football’. Questa proposta fu raccolta da ‘La Gazzetta dello Sport’ che il 17 ottobre 1907 pubblicò un articolo dal titolo: “Football o calcio?”. Così scrisse in sintesi l’autore dell’articolo: “Una proposta giudiziosissima ci vien posta dal nostro amico Rag. Bosisio il quale… ci consiglia ad iniziare l’invocata italianità del football sostituendo a questo ostico titolo straniero una parola italiana,… quella onde veniva denominato il giuoco nelle sue origini, allorquando la gagliarda gioventù vi si dedicava al tempo dei comuni italici tra una battaglia e l’altra sulle spianate dei dolci colli toscani. Il calcio! Questa proposta probabilmente avrà sapore di ‘forte agrume’ per molti. Ed è per questo motivo che noi,… intitolando ‘Calcio’ la presente rubrica, intendiamo abituare le orecchie ostili e degli ignari alla nostra idea … in modo che il trapasso di abitudini sia automatico e quasi non avvertito. Gli italiani, purtroppo, non si creano d’un tratto”. La questione linguistica portò, poi, all’approvazione della regola che impedì l’utilizzo degli stranieri e, così, nacque il ‘campionato italiano di…calcio’. Dall’inizio del ‘900, gli italiani - agevolati successivamente in questo anche dal regime fascista - riuscirono a cambiare il nome dello sport più popolare del mondo, riuscendo in un’impresa che neanche i francesi e gli spagnoli hanno mai saputo imitare.

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Perché solo in Italia il calcio si chiama calcio?

Tommaso Liguori