La crescita del calcio scandinavo non è casuale: quanti giovani talenti pronti ad emergere

Chi è appassionato di letteratura norrenica, conosce i ‘Nibelunghi’ praticamente a memoria. Sono un po’ le nostre ‘Iliade’, ‘Odissea’ o ‘Eneide’, per intenderci. La base culturale – anche se è un po’ riduttivo solo questo termine – di tutto. Ma senza scomodare decenni di studi letterari e filologici, uno dei tanti modi di interpretare le avventure di Sigrfido e Brunilde è questa: l’arte di sapersi arrangiare. Perché in Scandinavia l’arte di sapersi arrangiare è intrinsecamente comportamentale e tocca gli ambiti più disparati: economici, politici, sociali. E sportivi, certamente. Il calcio rientra di diritto in questa filosofia e non è un caso che tra i primi a doversi inventare nuove strategie per sopravvivere ai costi monstre del movimento europeo siano stati proprio gli scandinavi del Midtjylland, che intravidero nella ricerca per algoritmo dei giocatori un punto di forza, più che un mostro leviatano da guardare con sospetto. Uno studio recente di Football Benchmark ha confermato questa tendenza che ha origini lontane e che ora è diventata proprio endemica: il calcio scandinavo è precursore e in questi ultimi anni sta facendo crescere attorno a sé molto interesse. Molto di più rispetto al passato: il gioco è più divertente e la dimostrazione si ha dal mercato che attrae sempre più società. Senza scomodare troppo atleti come Haaland o Odegaard, giocatori da Olimpo quasi inarrivabili, citiamo qualche altro nome che in Serie A si è visto molto bene: Kulusevski, Hojlund o Hjulmand, ennesima plusvalenza corviniana che non smetteremo mai di ricordare. E poi ancora Odgaard del Bologna o Isaksen : cresciuto proprio nel Midtjylland e ornai punto fermo della Lazio di Baroni. “Il segreto sono le academy” racconta a Sky Sport Insider Anel Avdic, giornalista svedese di ‘Expressen’. “Non parlo solo di Svezia, ma in generale. Le società hanno cominciato a investire sempre di più, e sempre meglio, i soldi nei giocatori giovani, partendo proprio dai più piccoli. Faccio due nomi: Gyokeres, che è cresciuto nel Brommapojkarna, o Larsson, passato dal Malmoe all’Eintracht dove sta facendo molto, molto bene. I club stanno dando molta fiducia al lavoro che fanno sui giovani: ci puntano, credono nelle loro potenzialità e i risultati si vedono. La Danimarca tra i paesi scandinavi è quella più avanti di tutti, perché ha in generale squadre che da più tempo giocano con successo anche le competizioni internazionali. Gli altri campionati però stanno crescendo molto”. L’esempio più lampante, prosegue Avdic, è proprio la Svezia: “Ha un potenziale enorme. Le società hanno fatto un ragionamento e deciso di puntare su due strade: provare a qualificarsi nelle competizioni europee, oppure vendere i migliori talenti. In generale, entrambe portano a un flusso di denaro costante e importante, anche se le prospettive chiaramente cambiano. A questa però non va dimenticata una terza strategia, che è in realtà complementare: sui giovani si punta molto, ma la maggior parte del budget va sui giocatori d’esperienza, proprio per aiutare i meno esperti a crescere. È diventata una cosa sistematica”. A conferma che i giocatori siano però in prevalenza giovani, lo dimostra lo stesso studio di Football Benchmark: l’età media delle Serie A dei cinque campionati scandinavi è di molto inferiore all’età media degli altri campionati europei. Tra plusvalenze ed educazione E il budget? E' ridotto, l’arte di arrangiarsi, per l'appunto: “Il Malmoe e l’Hammarby sono le squadre che tendenzialmente spendono di più” racconta Avdic, “ma parliamo di circa 4 milioni di euro massimo per un giocatore”. E se guardiamo Transfermarkt, il valore delle rose sembra davvero molto piccolo: poco più di 37 milioni la prima squadra, poco più di 28 la seconda. A contare sono le plusvalenze, che portano come minimo a triplicare il valore di cessione di un giocatore. La tendenza, sottolinea Football Benchmark, è la vendita a club di media fascia europei che a loro volta mettono a segno altre plusvalenze. “Un altro aspetto è l’educazione”, spiega Avdic. “È garantita sempre l’istruzione gratuita per tutti: i ragazzi si spostano molto. Ma sanno come muoversi”. Con un ambientamento che evidentemente diventa più semplice. Ma quali sono i nuovi talenti verso cui riporre la nostra attenzione? Attraverso l’aiuto di Soccerment, ne presentiamo tre: uno svedese, uno danese e uno norvegese. Più qualche bonus che potrebbe presto far parlare di sé. Svezia: Lucas Bergvall Lo svedese del Tottenham non è più una sorpresa. Anche se ha soli 19 anni ed è arrivato solo la scorsa estate dal Djurgården per 10 milioni. Ma 36 partite, 1 gol e 4 assist per un centrocampista non si fanno per caso. Nello specifico, è il classico regista, bravissimo nella gestione del possesso e della costruzione dal basso. Lo sottolinea il doppio grafico, che presenta anche un confronto con altri giocatori dalle caratteristiche simili in Premier. Cosa emerge? Che circa l’11% dei tocchi della squadra passa dai suoi piedi; che ha un’ottima precisione di passaggi corti e lunghi; che sa riconquistare il pallone. Può crescere ancora molto nell’apporto offensivo, anche se non ha le caratteristiche vere e proprie della mezzala. Ma per la sua età, va bene così. Danimarca: Roony Bardghji Ha la stessa età di Bergvall, ma gioca come esterno offensivo e nella scorsa stagione ha già disputato 37 partite con 11 gol. La maglia è quella del Copenaghen, ma non ci sono molti dubbi che possa salutare nel prossimo calciomercato, per una cifra di poco superiore ai 10 milioni di euro. Secondo i dati di Soccerment, al di là dell’ottima vena realizzativa , è molto buona anche la capacità di creare. Ha una doppia identità tattica e ha un’ottima precisione nella costruzione delle azioni, con l’85% dei passaggi corti riusciti. In più, è bravo a difendere la palla . Di fatto, il danese si conferma un attaccante di quelli moderni, che può giocare dietro o a fianco alla punta, che sa segnare ma che sa creare anche occasioni pericolose per la squadra. Con dei margini di miglioramento incredibili. Norvegia: Sverre Nypan Rispetto agli altri due giocatori citati, Nypan ha addirittura un anno in meno. Ma nel Rosenbog è già un titolare fisso: lo scorso anno ha giocato 28 partite, per 2.114 minuti complessivi, con 8 gol e 7 assist. È un centrocampista centrale con doti offensive piuttosto marcate e, nota a margine ma non così marginale, ha un’agente come Rafaela Pimenta che potrà facilmente spostarlo verso altri campionati . Anche in questo caso, Soccerment ci viene in aiuto. Il talentino norvegese emerge per capacità di portare avanti l’azione palla al piede o di creare passaggi filtranti decisivi per gli attaccanti. Ha inoltre una discreta frequenza di tiro , che lo conferma propenso a cercare la porta. In cosa deve crescere? La precisione dei passaggi nel suo complesso e la qualità delle tante conclusioni che prova durante la partita. Gli altri Tre esempi di come, per quanto giovanissimi, questi talenti abbiano già un’ottima capacità di assumersi le proprie responsabilità. Giocano tanto, giocano bene. Ma non sono i soli. Con Anel Avdic, è stato stilato un breve elenco che riguarda altri calciatori dal potenziale interessante. Che magari presto saranno oggetto di un nuovo approfondimento su Sky Sport Insider. Li elenchiamo qui. Danimarca Andreas Schjelderup, Benfica: 20 anni, esterno offensivo Finlandia Matias Siltanen, Djurgården: 17 anni, centrocampista centrale Svezia Jonah Kusi-Asare, Bayern Munich: 17 anni, punta Benjamin Brantlind, IFK Göteborg: 16 anni, trequartista Kenan Busuladzic, Malmö FF: 18 anni, centrocampista centrale Bleon Kurtulus, Halmstads BK: 17 anni, difensore centrale

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Valentino Della Casa