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Champions, il trionfo di Ronaldo e Zidane: il Real entra nella storia

Champions League

Paolo Pagani

CR7 è l'unico giocatore ad aver segnato in 3 finali di Champions. Con la doppietta alla Juve ha raggiunto quota 600 gol in carriera (Getty)

A Cardiff il più atteso di tutti, Paulo Dybala, sparisce soffocato nella morsa madridista. Decisivo, invece, il killer instinct di CR7, che al Millennium regala un sogno a Zidane e la 12^ Champions al Real

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Non è risuonato l’inno a La Joya. Nella notte spietata ma onestissima di Cardiff si staglia invece la doppietta (in una finale) di Cristiano Ronaldo. In aggiunta al gol del 2-1 esploso da Casemiro. E poi vabbé: al 90’ arriverà anche il 4-1 della Caporetto europea di Allegri. Il più atteso di tutti, Paulo Dybala, sparisce invece soffocato nella morsa madridista. Inesistente. Nessuna magia. Zero. Non tocca palla nemmeno Higuain. Sbuca piuttosto, come sempre, il killer instinct di CR7. Sempre al momento giusto. Prima per sbloccare il match al 20’ del primo tempo, poi per sigillarne il destino al 19’ del secondo tempo. In maglia viola, scelta che fa storcere il naso ai puristi anche se la tinta sta nei colori sociali del Real, gli spagnoli impongono carisma a una Juve che stavolta ci credeva sul serio. Specie dopo il pari provvisorio, in rovesciata acrobatica da cineteca, del croato Mandzukic.

Troppo Ronaldo, troppo tutto sulla distanza dei 90’. CR7, che da sabato sera deve diventare CR12 dal numero delle Champions messe in salotto dalla Ditta, si è così spianato la via per un altro Pallone d’Oro. Sgombrandola da ogni concorrenza. Glieva sbarravano, teoricamente, tre juventini: Buffon e la coppia argentina Dybala-Higuain. Assegnazione appesa in buona parte alla finale, al rendimento nella partita più importante di tutte. Buffon ha incassato due reti del portoghese, Dybala è stato addirittura sostituito, quanto a Gonzalo è tanto se qualcuno in futuro ricorderà che ha trascorso una serata di giugno al Millennium.

Terza Champions in quattro anni per il Real Madrid, altra categoria, altra statura. E a 19 anni da quel 20 maggio ‘98, data della sconfitta con le merenghe, Zidane che allora vestiva la casacca bianconera ottiene un rivincita personale. Questa volta vince lui. Si squaglia la difesa della Juve, la più solida del Belpaese, contro un avversario formidabile. Il Triplete era il sogno che, al risveglio, lascia spazio soltanto al suo rovescio: l’incubo. Zizou, dopo 59 anni, strappa a una stagione galattica per i suoi blancos il doppio trionfo: campionato e Champions. E allora bisogna dire, oltre che di Ronaldo, anche di questo leader amatissimo. Di Zizou, che i suoi campioni adorano e che ha saputo imporre un cambio di rotta in spogliatoio. Basta sergenti di ferro. Un amico tra i campioni, un ex collega che conquista la Champions un anno fa alla prima stagione in panchina. E raddoppia l’anno dopo, quest’anno. Un leader carismatico, ex straordinario fantasista in campo. Magnifico comandante fuori. Contro gli scetticismi di chi crede che, se sei un asso con gli scarpini, una volta messo il blazer dell’allenatore fai cilecca. Coppia da favola, Zidane e CR7. Anzi, ormai 12.