Caro Bologna, ogni tanto arriva la notte dei Robin…

Il cerchio si chiude, tondo come un vinile impolverato. La testina del giradischi si abbassa, gracchia un po’, poi parte la musica. “I give her all my love. That's all I do…” canta la voce nella stanza. Parla di una ragazza, ma in fondo potrebbe essere dedicata a una squadra, perché no? D’altronde cosa fa, un tifoso, se non darle tutto il suo amore. In copertina del disco sbucano come vecchie fototessere le facce irriverenti dei quattro ragazzi di Liverpool, sessant’anni fa. Potrebbe essere il disco giusto per queste ore di attesa. C’è sempre un disco giusto dei Beatles, un ritornello per ogni momento, una strofa per ogni emozione. Era il 1964 quando la band usciva con A hard day’s night, incideva la ballata And I love her, e il Bologna giocava la sua prima e unica Coppa dei Campioni. Sessant’anni dopo la prima trasferta in Champions League è a Liverpool, e non poteva che essere a Liverpool, perché c’è un filo che lega queste due città, nero come un pentagramma in cui sono scritti brani indimenticabili. A Bologna due hanno addirittura i Beatles nel titolo. C’erano ragazzi che amavano i Beatles…allora, e ce ne sono ancora oggi. Chiedi chi erano i Beatles, sotto i portici del centro, e vedrai che qualcuno ti risponderà. Bologna è città creativa della musica per l’Unesco, dal 2006. Così come Liverpool, consacrata nove anni dopo: eccolo, quel filo di note che le unisce, prima che a farlo sia l’inno della Champions. I cancelli di Anfield, come quelli del Dall’Ara si aprono con le chiavi di violino. Tra le sette note, tra il FA e il LA, non c’è il SOL: c’è il GOL. Il vero inno è You’ll never walk alone, da quelle parti, al Dall’Ara la play list è un po’ più lunga. C’è l’amico a cui scrivere per raccontare l’Anno che verrà, capolavoro senza tempo, sempre in equilibrio tra speranza e disincanto, proprio come un tifoso. E poi Mingardi, Carboni, gli Skiantos: Bologna è una fede, e chi ci crede, la luce vede. Da un po’ di tempo, ogni tanto, c’è quel brano un po’ romantico e un po’ struggente che tutti cantavano nelle occasioni speciali, dopo aver visto il Bologna incantare. “Questa sera sei bellissima…Se lo sai che non è finita abbracciami. Abbracciami”. E tutti si abbracciavano davvero sulle note di “Poetica”. La suona e la canta un ragazzo che forse la voce la perde più in tribuna che ai suoi concerti. I Beatles non li ha vissuti ma li ha ascoltati e amati. È del 1980, anno maledetto per i fan e non solo. Per nove mesi si è incrociato su questa terra con John Lennon ma ora, come tutti quelli arrivati in ritardo all’appuntamento con la storia della musica, attraverserebbe l’Universo per ascoltarlo dal vivo almeno una volta, per ascoltarmi riuniti, un’ultima volta. Per prenderne un po’ di vibrazioni quasi vent’anni fa ha registrato un disco nei mitici Abbey’s Road Studios di Londra: vent’anni dopo non può che esserci Liverpool nel suo destino. E se fosse sua, la colonna sonora giusta per i tifosi del Bologna in questa trasferta? Per chi ha trovato il biglietto e per chi non ce l’ha fatta, ma sarà comunque lì, con le orecchie dell’anima e gli occhi del cuore, a sentire e vedere pulsare Anfield. Non scomodiamoli più i Beatles, togliamo il vinile dal giradischi e conserviamolo nello scaffale dei capolavori. Per entrare nello spirito di Bologna scegliamo quattro canzoni, numero non casuale, da ascoltare in questo viaggio verso Liverpool. Quattro canzoni sue, del ragazzo in giro sulla 50 special, che dichiara di amare l’Inghilterra, quello per cui non è più domenica da quando non gioca più Baggio e che in questi giorni ci chiede, nel suo nuovo singolo, di spegnere le luci della città, così che il cielo si illumini. E se non ci sarà la luna, ad illuminarlo, ci penseranno le stelle della Champions ad esaudire il desiderio di Cesare Cremonini. BUON VIAGGIO, 2015, Più che logico - ASCOLTALA Buon viaggio, che sia un'andata o un ritorno Che sia una vita o solo un giorno Che sia per sempre o un secondo L'incanto sarà godersi un po' la strada Amore mio, comunque vada Fai le valigie e chiudi le luci di casa Coraggio, lasciare tutto indietro e andare Partire per ricominciare Che non c'è niente di più vero di un miraggio E per quanta strada ancora c'è da fare Amerai il finale Non può che iniziare con questo augurio la prima trasferta in questa nuova Champions che almeno in questa fase a girone unico non prevede andata e ritorno. Ma il Bologna deve godersi la strada, a prescindere da quanto sarà lungo il suo viaggio, soprattutto se la seconda tappa si chiama Liverpool, incroci di venti dove non può mancare il coraggio. SE CI SARAI, 1999, Squerez - ASCOLTALA Se ci sarò se ci sarai saremo come gli occhi tuoi La musica alzerà I toni e forte in alto arriverà Accenderà luci e colori e nel mio cuore esploderà Solo per te Se non ci sei o non ci sarai la nebbia fitta scenderà La pioggia spegnerà I colori, la notte buia calerà Oscurerà luci e colori e nel mio cuore esploderà Solo per te Sei come un'onda che ribatte e sbatte dentro di me Mi hai già portato al largo dove un appiglio non c'è Non posso più tornare indietro: Non conosco la via Non voglio più tornare indietro e stare senza di te Io non potrei, senza di te, io non potrei Esserci, prima di tutto. Vivere questo momento, condividerlo. Ascoltare forte la musica che si alzerà ad Anfield, anche solo attraverso la televisione, e sentire quella Felicità passeggera che cantava il maestro Dalla esplodere nel cuore. La nebbia fitta e la pioggia sembrano raccontare proprio il clima inglese, come quelle onde che hanno trascinato i tifosi del Bologna sino al porto di Liverpool: sarà tosta, senza appigli, ma val la pena godersela. HELLO, 2020, The Greatest Hits - ASCOLTALA Sembra facile Invece non lo è quasi mai Non si svela un mistero Quando penserai, io non ci vedo Non lo perderai l'amore vero Lo canterai, lo scalderai Dal freddo e il gelo E lotterai, sì lotterai Perché sia vero Hello Hello Hello Si può perdere una partita, una coppa, non l’amore vero. Hello è la più semplice delle parole inglesi, la seconda che impariamo tutti, dopo aver scoperto come si dice “sì”. Sì, non sarà facile. Sì, ci sarà da lottare, così come ha lottato il Bologna per rendere vero questo sogno e tenerlo vivo almeno sino al 22 ottobre, quando a Birmingham, nello stadio dell’Aston Villa, ci sarà da presentarsi col vestito migliore e dire, o cantare, ancora una volta Hello. NESSUNO VUOLE ESSERE ROBIN, 2017, Possibili scenari - ASCOLTALA Ti sei accorta anche tu, che siamo tutti più soli? Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori Ti sei accorta anche tu, che in questo mondo di eroi Nessuno vuole essere Robin Versi che sono già nella storia della musica italiana. Non è la sua canzone più famosa, ma è forse la rappresentativa, citata ovunque, amata anche da Roberto Baggio. Certamente, fotografia lucida e amara dei nostri tempi, di una certa protervia che si paga in solitudine. Cosa c’entra con Anfield? Intanto comincia con una domanda ineludibile: “Come mai sono venuto stasera?”. La risposta in questo caso è semplice: per vivere un’emozione, serve altro? In fondo sembra anche indicare alla squadra cosa fare, cosa essere, chi essere. Lasciare pure agli altri il ruolo di Batman, perché alle volte – come alla fine della Trilogia di Nolan – può toccare ai Robin salvare il Mondo. P.S. - Si chiama proprio Mondo la canzone in cui Cesare Cremonini ci dice “crediamo nell’eternità, amiamo l’Inghilterra”. E se amiamo l’Inghilterra, forse, è anche colpa della musica eterna di quei quattro ragazzi di Liverpool...

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Caro Bologna, ogni tanto arriva la notte dei Robin…