Atalanta-Celtic e quell'intreccio di mercato (mancato) per O'Riley

Poteva essere la sua partita, e invece la guarderà dalla televisione. Anche perché è infortunato. Anzi, si può dire che la sua estate travagliata si sia trasformata in un autunno ancora più travagliato. E mica di poco. Matt O’Riley poteva essere un potenziale crack della Serie A 2024/2025: ci aveva puntato l’Atalanta e pure fortissimo. Così tanto che la trattativa nata a inizio luglio per il trequartista allora al Celtic si era trascinata quasi fino al termine di agosto e sembrava che potesse essere un’ennesima intuizione, un po’ a sorpresa, dei nerazzurri. Si è trasformata in una telenovela. Prima di tutto, vanno capiti gli incastri: O’Riley, 24 anni il prossimo novembre, era stato considerato perfetto per sostituire Koopmeiners, per il quale da tempo era noto il pressing della Juventus ma anche l’irrigidimento sempre più forte della famiglia Percassi, intenzionata a non privarsi del giocatore. Ma un conto è non voler cedere la propria stella, un conto è farsi trovare impreparati. E con il ds D’Amico, l’Atalanta aveva studiato un piano preciso: “Se proprio si deve vendere Koop, allora puntiamo su O’Riley”. La dimostrazione arriva dai dati, sempre un faro nel percorso di chi deve portare avanti il calciomercato. Vediamo il pattern tra i due giocatori, secondo le statistiche raccolte da Daniele Bianchi, data specialist del calcio. Partiamo dai gol in partita, dove sono molto simili: 0,38 per Koopmeiners, addirittura 0,45 per O’Riley, che nello scorso campionato è stato anche il primo per tocchi in area . Chi come lui in Serie A? Proprio l’olandese, con 2,41 tocchi in media. Simili anche per ranking di assist, expected assist e cross: anche qui, sono primi nelle in queste speciali classifiche nei rispettivi campionati. Cosa li differenzia? La maggiore propensione ad attaccare di O’Riley, rispetto a Koopmeiners che si è dimostrato più attento verso entrambe le fasi: dipende anche dalle richieste degli allenatori, non solo dalle caratteristiche. E non a caso le heatmap mostrano due giocatori leggermente diversi, con l’ex atalantino più ‘tuttocampista’, a differenza dell’inglese che l’anno scorso ha giocato più da mezzala. Ma torniamo all’estate. Siccome la situazione per Koopmeiners stava iniziando a diventare scivolosa, allora le parti hanno cominciato a sentirsi. Prima offerta: poco più di 17 milioni di euro tra parte fissa e variabile. Non male, per un giovane di belle prospettive, ma pur sempre un giovane. Risposta scozzese? “No, grazie”. I nerazzurri incassano, ma non mollano. Seconda, terza e quarta offerta: quasi una a settimana. Ci si spinge a oltranza, cercando di alzare un po’ la quota fissa, un po’ la parte variabile legata ai bonus, con l’intenzione di renderli più certi e quindi facili da raggiungere. Ma nulla: gli scozzesi continuano a chiedere quei 30 milioni che l’Atalanta non avrebbe mai voluto spendere. E così, infatti, non è stato. Dopo ferragosto i nerazzurri decidono di mollare il colpo e di puntare su un altro centrocampista offensivo da affiancare a Brescianini: quel Samardzic che ha già segnato una rete su 8 partite complessive tra campionato, Coppa Italia e Champions League. E O’Riley? Di nuovo, in qualche modo, ha determinato il calciomercato della Serie A. Perché intanto era diventato un obiettivo del Brighton, che, allo stesso tempo, trattava Gilmour con il Napoli. Sono due centrocampisti diversi, ma per gli inglesi si trattava di un’opportunità da cogliere a prescindere dalle posizioni in campo, tanto da decidere di spendere la cifra richiesta: proprio quei 30 milioni di euro che potranno diventare addirittura 36 nel caso in cui tutti i bonus dovessero verificarsi. La firma è del 26 agosto, e il giorno dopo diventa già quello del debutto ufficiale in EFL Cup contro il Crawley Town. Ma non poteva andare peggio di così: 9 minuti in campo, un infortunio grave alla caviglia che ancora lo costringe ai box. Con tanta paura per il Napoli, perché temeva che questo problema fisico potesse bloccare l’arrivo di Gilmour. Alla fine il Brighton lo ha liberato lo stesso, l’Atalanta ha sistemato comunque il suo centrocampo e O’Riley ora aspetta di guarire per giocarsi le sue possibilità in Premier League. Un puzzle inaspettato che ha trovato i suoi incastri. Quella contro il Celtic, per i nerazzurri sarà la partita dell’incastro non riuscito sul calciomercato. Capita, a volte. Anche se a Bergamo, dove gli obiettivi vengono di fatto quasi sempre centrati, non ne sono poi così abituati.