Camarda e quell'abbraccio che rende uomo: tutta l'emozione di un ragazzo speciale

Dire che a 16 anni e mezzo sei già da ‘record’, per uno come Camarda è diventata quasi un’abitudine. Forse, pure un po’ scontato. Ma la Champions è la Champions e in quell’abbraccio a fine partita si capisce quanto il ragazzino sia diventato anche uomo, pur restando ragazzino. Partiamo da questo episodio: dopo il gol Francesco corre sotto un settore preciso dello stadio. Lì, dove si trovano la mamma Federica e il papà Manuel, che con grande emozione hanno vissuto l’esordio da brividi a San Siro del loro unico figlio. E intanto noi lo aspettavamo, Francesco, per la classica intervista postpartita. Tardava, continuava a tardare. Il motivo? Ve lo spiega questo video: stava ‘trattando’ con uno steward dello stadio per far scendere i genitori dal primo anello quasi a bordocampo. Per ricevere, eccolo, un abbraccio tanto silenzioso quanto potente. Un po’ come Francesco. Perché la sua particolarità è questa: la sua vita non è cambiata. Non lo è stato dopo l’esordio in Serie A a poco più di 15 anni ; non lo è stato nemmeno dopo il rinnovo di contratto che lo ha reso a tutti gli effetti un professionista la scorsa estate. Francesco è rimasto Francesco: va al ‘parchetto’ sotto casa per stare con gli amici, si fa portare al campo di allenamento dai genitori e studia. Gli impegni sportivi lo hanno portato a frequentare le scuole serali, perché il diploma vuole conseguirlo lo stesso, forse in virtù di una vecchia promessa che aveva fatto a sé stesso quando era piccolo. Chi lo ha visto crescere, se lo ricorda bene il Francesco che, dopo le partite con le squadre giovanili del Milan, si metteva in pullman, apriva lo zaino per tirare fuori i libri e fare i compiti. Diligenza e voglia di emergere, anche così si diventa grandi. E Francesco, grande, un po’ lo sta diventando quasi senza accorgersene. Ma del suo ce lo mette eccome. Vederlo in campo contro il Brugge è stato solo la naturale evoluzione di un percorso che per lui era stato scritto già nei giorni scorsi. Con il Milan Futuro, Fonseca si era di fatto già accordato: 45’ contro il Legnago per fare minutaggio, poi allenamenti in prima squadra, dove lunedì scorso è stato provato proprio tra i titolari. La motivazione è semplice, e va al di là dal talento che, per un ragazzino di 16 anni, per forza è ancora inespresso: con Jovic e Abraham ko, Camarda è l’unica punta vera a disposizione dell’allenatore. E quindi, spazio a lui sia in Champions, sia, forse, nella prossima partita in Serie A contro il Bologna. Non dal primo minuto, certo, ma come possibile sostituto anche di quel Morata che l’ha preso subito sotto la sua ala. Anche qui, ci aiutano i social, come vedete dalla foto subito sopra. E non è proprio una foto da poco: una collab su Instagram tra lo spagnolo e il giovane Francesco, insieme, con maglia da Champions, in uno dei primi shooting della stagione. Come a dire: “Caro Camarda, mi piace come ti poni e come lavori. Sono con te”. Un padre calcistico e amico, Alvaro, che si affianca al padre naturale e amico Manuel. È molto giovane, Manuel, tanto da sembrare quasi un fratello maggiore di Francesco. Con la madre non si perde una partita del figlio, e per la partita del Brugge i genitori si sono visti a San Siro ore prima dell’arrivo del pullman che avrebbe portato la squadra allo stadio. Per il ritorno a casa, invece, ci hanno pensato direttamente loro. Come sempre. Perché la famiglia Camarda è molto unita. E per Camarda avere questo appoggio è fondamentale per vivere al meglio l’esperienza nella sua altra famiglia, quella del Milan, che se lo tiene stretto e vuole continuare a farlo crescere in casa. Di ‘dispersione di talento’ proprio non si può parlare. Ma di un grande, bellissimo abbraccio. Tutto per ‘Franci’, come lo chiamano i genitori. O per ‘Cama’, come lo chiamano negli spogliatoi. Tutti insieme.

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