Tutto l'orgoglio dell'Atalanta di essere ai playoff di Champions

Non c’era bisogno di pareggiare in casa del Barcellona per scoprire che l’Atalanta sia una realtà di primissimo livello anche in Europa. Ma la doppia rimonta del Montjuic rafforza ulteriormente il concetto. Anche se non accede direttamente agli ottavi per un soffio, la Dea appartiene ormai all’élite del calcio europeo. TRA BEFFA E ORGOGLIO Risalendo il calendario della Champions, resta il rammarico per i punti persi con Celtic e Arsenal al Gewiss, ma giocare i playoff non dev’essere una scocciatura bensì un orgoglio. Certo la qualificazione diretta agli ottavi avrebbe garantito altri 10 milioni oltre ai 60 circa già incassati, ma disputare un turno preliminare in più in Champions League equivarrà a un arricchimento tecnico e di esperienza per squadra e club. Tra poche ore sapremo se l’Atalanta tornerà a Lisbona, una città che evoca dolci ricordi essendoci transitata due volte, l’anno scorso, sulla strada di Dublino; oppure se andrà a Bruges, a casa di De Ketelaere. Poi, se tutto andrà bene, incrocerà Lille o Aston Villa, le teste di serie che hanno preceduto i bergamaschi al settimo e ottavo posto, con le quali si giocherà i quarti. Anche se proiettarsi troppo in avanti non aiuta a godersi il presente. BILANCIO IN ATTIVO Ci vogliono qualità e coraggio per giocare così in casa del Barcellona, attributi e forza mentale per rimontarlo due volte. L’Atalanta ancora una volta ha fatto un figurone contro un top club, inorgogliendo i tremila tifosi che l’hanno seguita in Catalogna. E chissà come sarebbe finita se nell’arco di Gasp ci fosse stata la freccia Lookman, che negli spazi ‘regalati’ dalla difesa altissima di Flick sarebbe andato a nozze. Il bilancio di questa Champions mai vista è ampiamente in attivo per i nerazzurri: la Dea lo ha archiviato da nona e con la seconda migliore differenza reti, precedendo corazzate come Real Madrid, Bayern Monaco, Paris Saint Germain e Manchester City. E perdendo una partita su otto, in casa contro i campioni in carica. Esperienze così sono una medaglia, rafforzano l’autostima e cementano il carattere, anche in previsione dei prossimi impegni: contro il Torino in campionato sabato, col Bologna in Coppa Italia martedì. Tra l’altro la classifica di Champions rispecchia i valori della serie A: Atalanta dietro l’Inter e davanti a Milan e Juventus. La squadra insomma è rientrata a Bergamo con la consapevolezza di essere forte e di potersela giocare a viso aperto con chiunque. Incrociare la squadra di Gasperini non è mai un buon affare per nessuno. MERCATO AL FOTOFINISH La trasferta di Barcellona lascia purtroppo in dote l’ennesimo infortunio serio. Dopo aver perso Kossounou per tutta la stagione e Lookman per tre settimane, Gasp dovrà rinunciare per un bel po’ anche a Scalvini, la cui spalla ha fatto crack. La stessa già infortunata alla vigilia del Real in uno scontro in allenamento con Retegui. A questo punto, oltre all’attaccante richiesto con insistenza da Gasperini, servirà un innesto anche in difesa, dove la coperta si è ulteriormente accorciata. Con l’inglese Godfrey ceduto all’Ipswich non essendo mai entrato nelle grazie dell’allenatore, non è ipotizzabile arrivare fino a maggio con i soli Djimsiti, Hien e Kolasinac. Urge un rinforzo immediato, visto che alla chiusura del mercato manca pochissimo e per il ds D’Amico saranno giorni di straordinari. Un difensore sicuro, e un attaccante molto probabile. Per accontentare Gasp dopo i fulmini che hanno preceduto la partita col Barça e amareggiato i Percassi.

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Massimiliano Nebuloni