"Fabio, cosa abbiamo visto?". Vi racconto una delle telecronache più emozionanti di sempre

Abbiamo fatto tantissime telecronache, io e Fabio, ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma questa è stata davvero incredibile. Anche perché ti puoi preparare quando vuoi a una partita, ma poi quando sta per cominciare non sai mai con certezza come la vivrai. Vieni trascinato. E di certo io sono stato trascinato: l’emozione che chiunque ha vissuto, l’abbiamo vissuta anche noi. E non puoi trattenerla. Letteralmente: non ci riesci. La mia Inter-Barcellona è fatta di episodi: il gol di Acerbi, le parate di Sommer, l’esultanza di Frattesi… La squadra di Inzaghi non è la più forte della Champions - lo dico da sempre e lo ribadisco - ma è la più brava a stare in partita, a non mollare mai. La forza è di un gruppo che riesce a ricompattarsi nei momenti di difficoltà estrema. Anche perché di questo Barcellona penso che sentiremo parlare per anni e anni: sono bravissimi, hanno un giocatore come Yamal che è incredibile. E arrivava a questo doppio impegno come squadra praticamente imbattibile, da 3 gol a partita. E infatti anche contro l’Inter è stato così: 6 gol in due gare. Ma la bravura è stata il saper andare oltre, trascinare tutti quanti verso un risultato così. Emozionante. Nel 2006 ho visto l’Italia vincere il Mondiale, poi quella del 2021 vincere l’Europeo: quando gioca la Nazionale si lavora su un altro piano, a volte vedi la squadra giocare con uno stadio tutto contro, come con l’Inghilterra, o con uno stadio entusiasta a prescindere, come in Germania. Magari da casa, sul divano, non si è percepito del tutto, ma San Siro è stato impressionante e da telecronista ti senti trascinato dall’ambiente. Per questo dico che si tratta di una delle mie telecronache più emozionanti: questa partita si poteva commentare solo così. È innegabile che il ricordo vada anche al 2010 e a quel doppio Inter-Barcellona che ha fatto la storia della squadra di Mourinho. Paragoni a distanza di 15 anni sono pressoché impossibili da fare: il calcio è cambiato in tutto e per tutto. Mi sembra che l’Inter di Inzaghi non abbia un campione assoluto, mentre quella di Mou avesse qualche giocatore in grado di raggiungere picchi incredibili. Ma come emozioni che hanno regalato, sono sullo stesso piano: quella resistenza in 10 a Barcellona è storia, così come questo doppio appuntamento che abbiamo appena vissuto. Un’altalena di emozioni, tra le tensioni e la gioia che poi è venuta fuori. Un esempio? Due parate: Cesar su Messi nel 2010, Sommer su Yamal ora. Sono i quadri perfetti che riassumono queste due partite. Copertina E a proposito di quadro, mi viene in mente un’altra immagine: l’esultanza di Acerbi. È difficilissimo trovare una sola copertina a questa partita, ma lui se la merita: ha 20 anni più di Yamal ma non ha voluto mollare un centimetro. Fa capire tutta la forza di questa Inter: Sommer ha 36 anni, lui 37. Per questi giocatori forse è l’ultima occasione per vincere ancora qualcosa e stanno lottando per farcela. Francesco ha avuto ancora l’energia al 93’ di fare quella cavalcata e segnare, anche con un po’ di incoscienza: proprio 5 minuti prima, in telecronaca avevo detto che rischiava troppo a salire, tanto che in realtà è stato più vicino il Barcellona a segnare il quarto gol che l’Inter quello del pareggio. Invece quell’incoscienza ha cambiato la partita. Se eravamo emozionati noi, non oso pensare a quanto lo fosse lui. A quanto lo fosse tutta la squadra. Una partita così resta. Per sempre.

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Giuseppe Bergomi