Le risposte che Tudor ancora attende dalla sua Juve

Poco prima dell’esordio stagionale in Champions, la Juventus sembrava si stesse muovendo in una convincente ricerca di solidità difensiva. Ne avevamo parlato proprio qui su Sky Sport Insider: tre difensori centrali in campo, Kalulu a garantire equilibrio da quinto, Locatelli a schermare in mediana. Il campo, negli impegni successivi, ha raccontato altro: 3 reti incassate dall’Inter, addirittura 4 dal Borussia Dortmund, porta non inviolata anche con Hellas Verona e Atalanta, dove sono state prese tante, troppe, ripartenze. È come se, trovata la quadra dietro, Igor Tudor fosse andato alla scoperta del potenziale offensivo della sua rosa, compromettendone la quadra tattica. Contro i bergamaschi sono apparsi palesi le difficoltà della squadra a supportare i tre attaccanti, accentuate dall’esperimento di Koopmeiners come mediano davanti alla linea di difesa. Il problema delle ultime settimane non è stata quindi la qualità dei calciatori bianconeri, quanto la quantità: la sovrabbondanza offensiva che Tudor sta cercando, a rotazione, di schierare ha creato degli scompensi tattici, facendo saltare l’equilibrio della manovra juventina. In questo preciso momento ci si potrebbe chiedere se può avere senso insistere con Koopmeiners in quel ruolo. La mia risposta, da ex centrocampista, è: sì. Perché siamo a inizio stagione, è il momento per fare qualche esperimento e cercare di rivalutare un giocatore che solo un anno fa era stato il pezzo pregiato della campagna acquisti bianconera. È chiaro che la Juve non possa dipendere da Koopmeiners. Dovrà essere molto bravo lui a calarsi nel ruolo del mediano e a diventare un’alternativa di qualità ai titolari Locatelli e Thuram. Non è scontato riuscirci; non dovesse farcela allora buona l’intenzione, ma il suo ruolo sarà quello in uscita dalla panchina, senza l’ossessione di doverlo impiegare dal primo minuto solo per il costo del suo cartellino. Di sicuro non c’è un problema di rosa corta. In attacco, difesa e sugli esterni c’è abbondanza. Per come è organizzata la rosa bastano due centrocampisti puri: Thuram, Locatelli, Koopmeiners, Adzic, McKennie. Ognuno con caratteristiche diverse, certo, ma numericamente la Juve a centrocampo c’è. Torniamo all’attacco, che è il reparto che sta dando più ‘problemi’ a Tudor. L’allenatore bianconero si è lasciato sfuggire che lui vede sia Vlahovic, sia David, sia Openda come prime punte: sono tre giocatori per un ruolo solo, in una zona di campo dove Zhegrova è ancora da scoprire, così come Adzic , mentre Conceicao sembra più adatto come ‘spacca partite’ che entra dalla panchina. L’unico inamovibile, giustamente, è Yildiz, che anche quando è in giornata no può inventarsi la giocata che risolve la partita. Un posto certo, gli altri due da assegnare: come abbinare le qualità dei diversi interpreti? Bisogna avere una risposta in fretta, perché sono gli attaccanti forti che fanno vincere i campionati. In particolare su chi sia il centravanti tra Vlahovic e David, perché se dovessero continuare queste rotazioni significherebbe che non c’è una gerarchia chiara, che i valori dei singoli non sono stati ancora ben inquadrati. Un’incertezza che potrebbe precludere, già da ora, le ambizioni di scudetto. Resto convinto che Vlahovic non vada accantonato solo per via del contratto in scadenza nel 2026. Almeno fino a gennaio. Non se ne parla. Un allenatore deve cercare di sfruttare tutto il potenziale della sua rosa, perché precludersi dei punti che un calciatore forte può portarti solo perché nel giro di pochi mesi potrebbe andarsene? Per esperienza posso dire che, quando le gerarchie in uno spogliatoio non sono ben definite, si crea confusione. Perché la paura di sbagliare aumenta. Con quanta tranquillità puoi scendere in campo sapendo che se fai un errore la partita dopo potresti anche non giocare? Un calciatore dovrebbe avere il diritto di giocare male, ogni tanto. Può succedere anche a Yildiz, che è il fuoriclasse di questa squadra, l’uomo da cui aspettarsi di più. Ma ha 20 anni, avrà qualche pausa, ecco perché serve costruire delle certezze intorno a lui. Sarà sempre e comunque il punto di riferimento, ma non potrà essere l’unico, la sola garanzia di qualità. Contro il Villarreal mi aspetto di rivedere Locatelli in cabina di regia, mentre per quanto riguarda la prima punta non faccio previsioni. Mi limito a dire che contro gli spagnoli Vlahovic segnò il suo primo gol con la maglia della Juve. Ho fatto delle domande, mi aspetto delle risposte. Credo se le aspetti anche Tudor. Stasera, forse, ne avremo qualcuna in più.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Le risposte che Tudor ancora attende dalla sua Juve

Giancarlo Marocchi