Lacrime e gioia: l'urlo di capitan Ranieri è la speranza della Fiorentina

Minuto 73. Ecco lo spunto che ti tiene in vita, quello di Robin Gosens. Il tedesco, su lancio illuminante di Mandragora, va via a Ruibal sulla corsia di sinistra, ha il tempo di alzare la testa e guardare la porta, ma avverte anche l’arrivo del suo capitano e con i tempi giusti gli serve un pallone troppo invitante. Luca Ranieri non si fa pregare e riapre le porte della speranza viola. Dall’inizio della scorsa edizione della Conference League è il ragazzo nato a La Spezia 26 anni fa il difensore che ha segnato più gol in questa competizione. Tutti arrivati lontano dal Franchi. Un anno fa doppietta a Genk e gol sul campo del Ferencvaros. In questa stagione aveva messo la firma in Slovenia, a Celje il 10 aprile, si è ripetuto al Benito Villamarin di Siviglia. Un gol storico, l’ultimo in una coppa europea in quello stadio, costruito nel 1929 e ristrutturato l’ultima volta 25 anni fa. Tra un mese inizierà un restyling che porterà il Betis per almeno due anni a giocare a “La Cartuja”, in attesa di tornare a casa in un impianto completamente rinnovato. Quello di Luca Ranieri potrà essere un gol ininfluente nella storia del Betis se gli spagnoli giovedì prossimo a Firenze riusciranno a difendere il 2-1 dell’andata, altrimenti peserà come un macigno per il club andaluso. Sarà per colpa, o meglio dire per merito, di quel gol che la Fiorentina avrà raggiunto la terza finale di Conference consecutiva. Di certo quel sussulto a 17’ dalla fine ha un peso specifico enorme in vista del ritorno. La sensazione del popolo viola è che sarebbe potuta andare peggio, soprattutto se a pochissimo dal 90’ l’arbitro Oliver avesse punito con il calcio di rigore l’intervento rischiosissimo di Folorunsho su Lo Celso. Un sospiro di sollievo e non è stato l’unico durante i 90’ che la squadra di Manuel Pellegrini ha certamente meritato di vincere. Nei doppi confronti, però, molto spesso sono gli episodi a fare la differenza e la Fiorentina dovrà essere abile al Franchi a sfruttare quello che le è capitato di buono nel suo viaggio in Spagna. Molto meglio di quello accadde dieci anni fa in semifinale di Europa League. Contro il Siviglia di Emery e al Sanchez Pizjuan, la Fiorentina di Montella venne sconfitta 3-0 all’andata, pregiudicando ogni velleità di rimonta nella sfida di ritorno. Stavolta non è andata così, basterà vincere di misura per allungare la sfida ai supplementari e se invece il successo dovesse arrivare con due gol di scarto sarebbe la Fiorentina a festeggiare. le lacrime Tornerà sicuramente Kean dall’inizio, il suo ingresso nel secondo tempo anche a detta degli avversari ha modificato in meglio l’indice di pericolosità dei ragazzi di Palladino. Con Beltran mancava quella fisicità che, invece, a inizio partita era stata decisiva per il Betis nel duello Bakambu-Comuzzo in occasione del primo gol. Un avvio travolgente quello dei padroni di casa, con i viola che hanno rischiato di sbandare nei primi minuti. Poi pian piano hanno preso le misure e il raddoppio andaluso, firmato da Antony al 19’ del secondo tempo, arriva nel miglior momento della Fiorentina. Una mazzata che avrebbe annientato chiunque. Non la 'Viola', ormai abituata a questa competizione. Non il capitano Luca Ranieri, emozionato, quasi commosso a fine partita dopo i complimenti di Beppe Bergomi. La Fiorentina è ancora viva e giovedì prossimo avrà tutto il Franchi dalla sua parte per provare a completare l’opera.

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Riccardo Gentile