I 'figli' di Maresca e...: cosa c'è dietro la vittoria del Chelsea in Conference League

È partito benissimo il Betis con la spinta di più di quindicimila tifosi nella prima finale europea di un club così storico. Segna subito Abde Ezzalzouli, il marocchino che aveva eliminato la Fiorentina. Lo fa in un primo tempo in cui il Chelsea fatica tantissimo, con Malo Gusto in difficoltà in più occasioni sulla destra. I ritmi sono alti, l’intensità è tanta, come la fisicità. Con un Chelsea che ha sofferto soprattutto la garra di un Betis che aveva un obiettivo troppo importante da raggiungere. È bastato aspettare la fine del primo tempo, perché nel secondo, con due aggiustamenti di formazione, il Chelsea è stato devastante. L’ispirazione di Cole Palmer per le giocate di Enzo Fernandez, poi Nicolas Jackson e Jadon Sancho. Due partite totalmente diverse. Ha vinto la squadra più forte e più attrezzata: colleziona un trofeo che potrebbe essere il primo di un nuovo ciclo. La svolta Ma cosa è successo negli spogliatoi? Non sono stati solo i cambi di Maresca a ribaltare la partita… Il Chelsea è una squadra giovanissima e allora a fine primo tempo nello stadio polacco l’allenatore si è fatto sentire: le urla possiamo solo immaginarle ma ce le ha poi raccontate sia davanti ai microfoni che off the records lui stesso. Quell’intervallo è stato fondamentale per scuotere la squadra e cambiare chi nel primo tempo non era riuscito a dare quello che ci si sarebbe aspettato. Quindici minuti, quelli dell’intervallo, che hanno ribaltato tutto e portato il Chelsea a vincere il primo trofeo della nuova proprietà dalle due anime Todd Bhoely e Behdad Eghbali. Alla vigilia, con Enzo Maresca avevamo parlato di quanto sia stato difficile spiegare ai suoi ragazzi l’importanza della terza competizione europea, fin dall’inizio. A giudicare dalla festa in campo dei giocatori ci è riuscito alla grande. È arrivato lo scorso luglio sulla panchina dei Blues, aveva vinto da poco il campionato in Championship con il Leicester. La proprietà gli aveva chiesto, in due anni, di tornare in Champions League. Ci è riuscito subito e ha riportato anche un trofeo diventando il quarto allenatore italiano a vincerlo dopo Vialli, Di Matteo e Sarri. La festa in campo è stata speciale. Prima l’abbraccio con tutto lo staff poi la corsa verso l’altro Enzo, Fernandez, quello argentino che in campo è stato ancora una volta decisivo. E poi finalmente la famiglia. La moglie Maria Jesus Pariente, di Siviglia guarda un po’, così come il primo dei quattro figli , e soprattutto i genitori. Perché a Istanbul, dopo aver vinto la Champions da vice di Guardiola al City , per Enzo ci fu una terribile disavventura: una notte di ansia perché il papà si era perso per la città. Questa volta no, solo festeggiamenti. Per fortuna. E a proposito di famiglia: è un concetto che si estende alla squadra. Alla vigilia della finale, Maresca aveva ricordato la lezione del suo avversario, Pellegrini, e dell’importanza del rapporto con i giocatori: ‘vanno trattati come figli’, diceva. E lui l’ha fatto, con tutte le difficoltà del caso: la rosa, si sa, è lunghissima, e lui ha avuto la bravura di essere un ottimo gestore di un gruppo così esageratamente numeroso. Back to… Siviglia Vincere a Siviglia, poi, ha un sapore davvero speciale. I tifosi del Betis ricordano perfettamente l’Enzo giocatore arrivato a Siviglia, nel Siviglia, nel 2005. Ci è rimasto vincendo, segnando un gol decisivo in un derby sentitissimo che a giudicare dalla reazione della sua ex squadra è rimasto nel cuore: un tweet che porta i complimenti al Chelsea e a Maresca, certo, ma che sottolinea ancora di più la rivalità con l’altra squadra della città. E ci aspettiamo che qualche messaggio e chiamata di ringraziamento sarà arrivato direttamente anche all’allenatore. Che sta portando avanti successi su successi: due anni fa la Champions da vice di Pep; un anno fa la festa per il ritorno in Premier del Leicester; e poi questa stagione al di sopra di ogni aspettativa. Il meglio deve sicuramente ancora venire ma il lavoro è già più che positivo. Spese sì, ma... E nonostante la rosa extra large, e gli investimenti sul mercato, anche il Chelsea lavora per una sostenibilità economica progressiva. Nelle ultime gestioni, la società ha lavorato per abbassare il monte ingaggi e anche in questo calciomercato ci si aspetta una direzione molto simile: si può spendere, sì, ma per dei giovani di prospettiva. Come quel Liam Delap, attaccante classe 2003 dell’Ipswich Town, figlio d’arte del Rory famoso per le rimesse laterali lunghissime: è in arrivo, si unirà al gruppo in vista del Mondiale per Club. Contribuirà a far tornare grande un Chelsea che però non vuole saperne di invecchiare: la direzione è chiara e la sfida di Maresca sarà proprio quella di vincere mantenendo la linea verde. La nuova stagione parte da una certezza: la seconda formazione più giovane nei top 5 campionati d’Europa e il suo allenatore. Che vuole aprire un ciclo vincente in Inghilterra. Con un po’ di tricolore sotto la divisa societaria.

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Valentina Mariani