L’ultima volta che aveva partecipato alla Coppa d’Africa era il 1978 e arrivò fino in finale proprio contro il Ghana ma - ad Accra - vinsero i padroni di casa per 2-0. Ci sono voluti 39 anni per rivedere "le gru"(questo il loro soprannome) nella manifestazione ma, nonostante la buona prova, a vincere all'esordio sono state di nuovo le Black Stars grazie ad un rigore di Andre Ayew
In un girone con l'Egitto di Momo Salah, il Ghana e il Mali, il ruolo di outsider spetta di diritto all’Uganda che nonostante la sconfitta all’esordio contro i ragazzi di Avraham Grant hanno dimostrato di poter aspirare al passaggio del turno. L’Uganda adesso sarà costretta a vincere almeno una delle prossime partite contro i faraoni o i maliani per sperare nel passaggio del turno.
Una nazione dal cuore grande - Se c’è un popolo africano che può essere definito generoso, questo è quello ugandese. L’ex colonia britannica nel corso della sua storia è stata spesso teatro – come avviene in tante altre zone limitrofe – di diversi scontri etnici. Eppure, l’Uganda si distingue per l’accoglienza e per l’umanità dimostrata nei confronti di altri profughi, quelli che adesso scappano dal confinante Sud Sudan, dove attualmente è in corso una tragica guerra civile. Sono più di 500 mila le donne, i bambini e gli anziani che sono arrivati da un Paese ancora più povero, eppure oltre il confine sono stati organizzati per loro numerosi villaggi pronti ad ospitarli. In questo contesto, anche l’Uganda sportiva non smentisce la sua tenacia. Nonostante il calcio rappresenti sport nazionale, l’unico vero motivo di vanto – se così si può dire – per gli ugandesi è quello di essere il Paese che ha vinto più Cecafa Cup, ovvero la manifestazione calcistica dedicata alle nazioni del centro e dell’est Africa come Kenya, Tanzania, Sudan, Etiopia, Eritrea, Zanzibar, Somalia, Ruanda, Burundi e Gibuti. La partecipazione alla Coppa d’Africa 2017, vero e propria impresa dell'allenatore serbo Milutin Sredojevic, rappresenta per molti dei giocatori dell’Uganda una possibilità probabilmente irripetibile anche per ricordare al meglio i connazionali vittime della tragedia avvenuta lo scorso mese di dicembre quando più di 30 persone sono morte a causa del naufragio di un’imbarcazione che trasportava una squadra di calcio con i tifosi al seguito sulle acque del lago Albert.
Miya e Ochaya, stelline da tener d’occhio - Sono due i calciatori che già nel primo match hanno fatto vedere qualcosa di interessante. Il terzino sinistro Joseph Ochaya e l’attaccante classe 1997 Farouk Miya. Il primo, ventitreenne che milita nel Kampala Capital City ha ingaggiato un duello entusiasmante con il più quotato Atsu, ala destra del Newcastle. Il secondo, invece, ha dimostrato di essere la stella di una squadra altrimenti povera di talento. Miya, attualmente in forza ai belgi dello Standard Liegi, ha già segnato 13 gol in 37 partite giocate con la sua nazionale dove ha esordito nel 2014 all’età di 16 anni. Arrivato in Europa proveniente dal Vipers Sports, il diciannovenne ha segnato un gol sei presenze con la maglia biancorossa del club belga.