Juventus-Empoli e il trionfo della superficialità

Quello della Juve è stato un trionfo. Ma della superficialità. E penso che le parole di Motta siano state addirittura delicate rispetto a quanto avrà detto alla sua squadra negli spogliatoi. Faccio una premessa: la squadra ha giocato 14 partite in meno di due mesi, quindi ci sta che si arrivi un po’ scarichi. Questa stanchezza può essere percepita dall’allenatore o dalla società, da chi cioè ha il polso quotidiano della situazione. Ma ho detto ‘premessa’, non ‘alibi’: non è davvero possibile vedere così poche motivazioni per quello che è il penultimo obiettivo della stagione ancora rimasto. Quando vedo un atteggiamento così dimesso, qualcosa non funziona. E non parlo solo di Vlahovic, che è in crisi e su cui mi sono già espresso su Sky Sport Insider, ma di giocatori come McKennie o Cambiaso, che hanno sempre fatto bene; o di Nico Gonzalez e Koopmeiners, che dovrebbero avere voglia di dimostrare. Ecco, tutto questo ha reso l’Empoli, o meglio la Primavera dell’Empoli, una squadra forte. E se Konaté non avesse preso quel palo interno, a quest’ora non avremmo parlato nemmeno dei rigori… È molto preoccupante tutto questo e serve di certo un confronto interno per capire meglio cosa stia succedendo. Penso che Motta abbia fatto bene a parlare di “vergogna” a fine partita : si è assunto le sue responsabilità ma devono farlo anche i giocatori. Penso per esempio a Vlahovic, che ha sbagliato dei gol incredibili, ma non solo: anche molti altri devono fare dei ragionamenti su loro stessi. Bisogna ricordarsi che questa è la Juve: io in carriera ho sottovalutato l’avversario, e quando mi è capitato davvero sbagliavo tutto. Ma in bianconero questo mi è successo ben poco, per non dire proprio mai. Se si decide di fare questo mestiere, chiamiamolo così, le pressioni devono aiutare. Anzi, vanno proprio cercate, altrimenti si fa prima a giocare tra amici, senza pensare agli errori. Motta e la società su questo devono intervenire: bisogna far trovare gli stimoli e bisogna che ci sia un confronto chiaro tra tutti. A proposito di Motta, confermo quello che penso da sempre: è giovane e deve crescere, ma un’impronta alla sua squadra la sta dando. Anche se solo a sprazzi. Penso alla partita contro il Cagliari, per dire, in cui il gioco è stato buono anche se grave resta la mancata capacità di chiudere le partite quando possibile. Una mancanza che non può appartenere a una grande squadra. Che non può appartenere alla Juve. Detto questo, voglio provare a vedere il bicchiere mezzo pieno: dopo la partita contro il Verona, si potrà lavorare con più calma e con più testa. E il gioco di Motta potrebbe giovarne eccome. L’aritmetica dice anche che un filotto di vittorie potrebbe addirittura far sognare una squadra che, secondo me, non è per nulla pronta per vincere lo scudetto. Soprattutto se si presenta come contro l’Empoli. Ma questi ultimi mesi devono permettere a tutti di fare le valutazioni e, come scrivevo prima, di crescere. Perché tutti devono farlo: dall’allenatore ai giocatori. O la superficialità prenderà il sopravvento. Ora più che mai, va detto, vincere è l’unica cosa che conta...

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Juventus-Empoli e il trionfo della superficialità

Michele Padovano